venerdì 5 agosto 2016

PNG: KAVIENG

2°34.848'S 150°47.309'E
Navigazione praticamente tutta a motore da Kalili Harbour a Kavieng, se si esclude un'ora a vela sotto cupi nuvoloni e qualche piccolo tratto con le vele aperte per un contributo di 1 nodo di velocità.
Venerdì 28 luglio, poco dopo l'alba, imbocchiamo verso nord lo Steffen Strait, dove il traffico delle navi è regolato a senso unico alternato; dopo 4 miglia, dirigiamo la prua a 80°, nel Nusa Channel, verso Kavieng.
Tutto il percorso è ampio, ben segnalato e non crea alcuna difficoltà; alle 9.50 siamo a Kavieng Harbour e caliamo l'ancora su un fondale di 15-16 mt di sabbia, circa 600 metri a nord del molo delle navi (2°34.848'S 150°47.309'E).
In realtà l'ancoraggio segnalato da altre barche passate di qui si trova mezzo miglio a SW, ad est di Nusalik Island, dove c'è anche un resort ospitale con gli yachts, ma dovendo recarci alla dogana, e sbarcare Luciano di notte (il suo aereo parte alle 6 del 1° agosto), preferiamo ancorare più vicino possibile alla città.
Vicino a noi è già ancorato un catamarano: una coppia di simpatici australiani, con i quali organizziamo subito un meeting serale per l'aperitivo.
Peter e Margareta sono più o meno nostri coetani, vengono dalla Tasmania, navigano da circa quattro anni, ora stanno tornando dalle Filippine e sono sulla via del ritorno ad Hobart.
Margareta deve rientrare a casa per un breve periodo, prenderà lo stesso aereo di Luciano per Port Moresby; poiché il check in inizia alle 4, concordiamo di fare un unico trasbordo a terra con il nostro dinghy.
Kavieng è il capoluogo dell'isola e della provincia di New Ireland. Si trova nell'estrema punta NW dell'isola; l'area portuale, aperta a nord e a sud, è racchiusa tra la costa di New Ireland ad est e le isolette Nusa e Nusalik ad ovest. Ci sono 4 moli accessibili per gli yachts, provenendo da sud il primo è il molo dei pescatori, il secondo è il molo di scarico delle navi cargo, il terzo è un molo governativo ad uso dei locali, il quarto è il molo del mercato; su tutti ci sono almeno 4 metri di fondo; al molo delle navi, per attraccare, bisogna chiedere preventivamente l'autorizzazione al Port Control e pagare una tassa di ormeggio.
Per atterrare con il dinghy, il posto migliore e più vicino alla città è a fianco del molo del mercato, dove fermano i pulmini collettivi che fanno servizio verso il centro; nella "Up Town" come la chiamano qui, 5-6 supermercati cinesi, 3-4 negozi di hardware e qualche ufficio governativo sparso qua e là. Questa è la "città", e perfino il mercato ortofrutticolo è piccolo e povero di prodotti: restiamo un po' delusi, ci aspettavamo qualcosa di meglio.

La Custom si trova nello stesso cortile di "Gas Origin", dove ricaricano le bombole; la prima volta non ci è stato facile trovarla, perché nessuno o quasi sapeva dove o cosa fosse.
L'impiegata della dogana, una donna sulla quarantina della serie "Voglia di lavorare saltami addosso", avrebbe meritato di essere filmata: in un ufficio incasinato fino all'inverosimile, con carte ammucchiate per terra un po' ovunque, siede ad una scrivania anch'essa ingombra di carte; per cercare un documento, la lady faceva qualche tentativo alzando un mucchietto qua e là, con movimenti lenti e invidiabile flemma, uno sbadiglio dietro l'altro, la penna infilata nei capelli arruffati.
Aspettiamo pazientemente che ci presti attenzione (la vediamo molto impegnata a guardare il soffitto), e finalmente eccola scomodarsi dalla sua postazione e venire al banco: ritira il nostro permesso di navigazione compilato ad Alotau e ci dice di tornare il giorno della partenza per avere quello nuovo.  
Chiediamo se si può fare il rifornimento di gasolio con l'esenzione delle tasse ed anche per quello ci dice di ritornare il giorno prima della partenza.
A Kavieng entrambe le compagnie per la distribuzione del carburante, la Puma e la Island Petroleum, hanno sede vicino al molo delle navi cargo; la fornitura avviene con barili (drum) da 200 litri,  che vengono consegnati ad uno dei moli; in alternativa si possono riempire le proprie  taniche al distributore, nella Up Town. Purtroppo il prezzo del gasolio a Kavieng è del 40% più caro rispetto a Rabaul, che applica tariffe più basse perché è il principale porto di smistamento per la PNG.
Con la Island Petroleum concordiamo la fornitura di 200 litri, ma il documento che la pigra signora della Custom ci aveva dato per l'esenzione delle tasse non è valido. Rimane da decidere dove farcelo consegnare: ci rechiamo a prendere informazioni agli uffici dell'autorità portuale, che gestisce il molo di scarico delle navi. Dopo un complicatissimo calcolo, la lady del Port Controll ci dice che dobbiamo pagare 97 kina (circa 35€) per un'ora di sosta; la lasciamo dicendo che ci avremmo pensato ed eventualmente richiamato; al ritorno in barca, apprendiamo che ai nostri amici australiani l'autorità portuale, recandosi a bordo con una pilotina, ha richiesto il pagamento di 200 k per l'ancoraggio, mentre a noi non hanno chiesto nulla! Boh, chi ci capisce qualcosa è bravo!
Un'altra cosa che ritenevamo semplice e si è rivelata invece complicatissima è la prenotazione del taxi per Luciano e Margareta. Prendendoci per tempo, già il venerdì abbiamo fermato un taxi per prenotare la corsa notturna all'aeroporto: ci dà un numero di telefono da chiamare, e ci raccomanda di precisare che abbiamo preso accordi con il taxi n. 2.  Semplice, no? Ma quando chiamiamo, il giorno successivo, a quel telefono risponde una segreteria telefonica, peraltro complicatissima, dove si poteva solo lasciare un messaggio, senza ricevere alcuna conferma! A questo punto non siamo tranquilli, e andiamo a cercare un altro taxi: anche qui ci viene dato un numero di telefono (diverso dal precedente), che proviamo a chiamare immediatamente ed il tassista, lì davanti a noi, risponde. Ora sì che siamo a posto, pensiamo, e ci lasciamo con l'accordo di chiamare la mattina stessa della partenza, lunedì 1° agosto alle 3.45.
La domenica scorre tranquilla, tra lavori di manutenzione (cambio olio e filtri del motore e del generatore) e pulizia della carena.
La mattina del lunedì, alle 3.45, telefoniamo al secondo tassista e con sgomento troviamo … un'altra segreteria telefonica! Senza molta speranza lasciamo un messaggio chiedendo di essere richiamati, nel frattempo passiamo a prendere Margareta e Peter. È buio pesto e al molo di taxi neanche l'ombra. Luciano è già deciso a incamminarsi a piedi, sono circa 2 km e si è scaricato la mappa del percorso, ma per fortuna passa un pulmino dell'ospedale, che si ferma e dà un passaggio ai nostri amici fino all'aeroporto. Tutto bene quel che finisce bene!
Per quanto riguarda il gasolio, alla fine evitiamo il molo gestito dall'autorità del porto e usiamo invece (gratuitamente) il pontile governativo, il terzo provenendo da sud, per fare rifornimento, dove ci attacchiamo in seconda fila all'inglese ad un grosso barcone da pesca. Il rifornimento avviene con una pompa a mano portatile che pesca nel barile ed un lungo tubo per arrivare al nostro serbatoio. Nonostante avessi raccomandato alla compagnia di portare un tubo lungo almeno 12 metri, si sono presentati con uno di 2 metri soltanto... neanche il tempo di reclamare, l'equipaggio del barcone ha messo insieme tratti di tubo per coprire la distanza, assistendoci anche nel travaso!
Martedì 2 agosto lasceremo Kavieng per una piccola tappa di 30 miglia, fino all'isola di New Hanover.