domenica 29 giugno 2014

Il giardino dei coralli di Tahaa

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Qui, parlano solo le immagini !!!

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TAHAA

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Al marina di Taina, dopo l’ennesima richiesta/preghiera al manager Philippe,  rimediamo finalmente un posto in banchina, giusto in tempo per trascorrere a terra l’ultima serata con Umberto e Rino e ricevere la mattina dopo Franco ed Elena. L’ormeggio era in pool position, a fianco dei mega yacht, purtroppo proprio davanti al ristorante con discoteca, quanto abbiamo rimpianto il nostro bello e tranquillo ancoraggio! Comunque siamo sopravissuti, e la facilita’ di discesa a terra e’ stata utile (oltre che per lo sbarco/imbarco degli amici e delle valigie) anche per rifare una bella cambusa.

A Taina abbiamo conosciuto di persona Cristiano ed Eliana (la sua bella moglie brasiliana), sentiti prima solo via radio SSB; con loro abbiamo passato due belle giornate, dense soprattutto di degustazioni e scambi culinari.

Sabato 21 giugno ripartiamo ripercorrendo le tappe dello scorso anno: prima una sosta a Moorea, poi con una notturna purtroppo a motore arriviamo ad Huahine, dove ci dirigiamo direttamente a sud, baia D’Avea, sicuramente la più bella dell’isola.

Il 25 giugno, mentre Franco ed Elena fanno un giro per l’isola, Lilli ed io ripercorriamo il canale ben segnalato e ancoriamo a sud del paese Fare (dove recuperiamo i nostri amici); siamo tra il reef ed il canale, il fondo sui 6-7 metri e’ pieno di patate (grosse formazioni coralline). Caliamo solo 30 metri di catena, per evitare che si imbrigli intorno alle teste di corallo. Per fortuna c’e’ poco vento, e il mattino seguente salpiamo facilmente e senza intoppi.

Giovedì 26 giugno ci spostiamo quindi a Raiatea: siamo tornati al punto di partenza dello scorso aprile, al cantiere CNI, dove abbiamo appuntamento con Leo per farci sostituire la cerniera della cappottina.

Il meteo purtroppo non ci aiuta: due giorni di pioggia incessante, e senza tendalino!!!! ci arrangiamo improvvisando un riparo con i piccoli teli, per fortuna Leo fa il suo lavoro velocemente e nel tardo pomeriggio rimontiamo la capottina.

La sera del venerdi’ festeggiamo con Leo, suo figlio Francesco e Luigi e Silvana, appena rientrati dal loro giro terricolo negli Stati Uniti e in Italia.

Sabato 28 giugno finalmente ritorna il sole, e’ il giorno ideale per ritornare al giardino dei coralli, Ilot Tau Tau di Tahaa, a sole 10 miglia dal CNI.

Alle 11.00 ancoriamo in una bella chiazza di sabbia, un quarto di miglio a nord est del motu Tau Tau, fondale 6-7 mt (16° 36.299’S 151° 33.493W). 

Con il gommone ci portiamo in prossimita’ del motu, risaliamo a piedi fino alla barriera del reef esterno e poi scendiamo in acqua lasciandoci trasportare dalla leggera corrente che va verso l’interno della laguna, è uno spettacolo zigzagare tra i coralli e tra una moltitudine di piccoli pesci colorati.

Domenica 29 lasceremo Tahaa, con ancora negli occhi le belle immagini del giardino e del tramonto …  la prossima meta e’ Bora Bora.

L’equipaggio di Refola a Taina con Cristiano ed Eliana

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Moorea Baia di Cook

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 Ancoraggio ad Huahine

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in navigazione verso Raiatea

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sabato 21 giugno 2014

Di nuovo a Tahiti

 

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Mercoledi’ 18 giugno Umberto e Rino sono partiti per rientrare in Italia, e giovedi’ ci hanno raggiunto Franco ed Elena. Prima della partenza, Rino ci ha voluto lasciare un saluto, che volentieri pubblichiamo.

Domani, sabato 21, riprenderemo il nostro viaggio verso ovest …

Una pizza al ristorante del Marina Taina, prima della partenza di Umberto e Rino

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QUANDO LA VACANZA FINISCE E ARRIVANO I SALUTI

Mamma mia che brutto quando si arriva a questo punto. I giorni sono volati, con Umberto sono qui da quasi 50 giorni e mi sembra di esser arrivato ieri. Invece domani si torna in Italia e si salutano gli atolli. Per dare un voto a tutto quello che abbiamo visto e vissuto partirei dal 10 e lo darei a quella fantastica cena fatta a Toau. Gaston e Valentine sono stati veramente gentili, è stato come cenare tra amici che si scambiano dei regali e non una semplice cena al ristorante, il posto e il pesce che abbiamo mangiato sono per me un ricordo indimenticabile, da 10 appunto. Tra i bei ricordi metterei poi senz’altro la permanenza nell’atollo di Fakarava. Panorami bellissimi con un paesino pulito e accogliente che trasmette tranquillità e serenità. Persone sorridenti e sempre pronte al saluto, un piccolo ristorantino in riva al mare e qualche negozietto.

Voto 8 : l’ormeggio nella baia di Cook a Moorea. Il verde delle montagne che circondano questa baia, l’alba che illumina gradualmente i pendii danno una sensazione da film. Un’altro posto da cartolina : la Laguna Blu di Rangiroa. Magari non  è comodo o semplice arrivarci ma una volta lì ci si rende conto che ne è valsa la pena. Un cenno particolare poi per i fiori di Tahiti.  Le donne con le corone di fiori profumati e colorati portati in testa o al collo la domenica andando a messa sembrano uscite da un dipinto di Gauguin.

Poi ci sono gli aspetti meno carini oppure quelli che non ci si aspetta ma che invece esistono pure in Polinesia ….

Voto 5 : il costo della vita…. ancora ricordo le sette carote comperate ad Apataki per 10 euro….

Voto 4 : le bellezze femminili della Polinesia… a meno che durante la mia permanenza fossero altrove in vacanza ….

Voto 3 : l’atollo di Ahe. Forse le nostre aspettative erano legate al fatto che Moitessier avesse scelto questo atollo per viverci, ma ci è sembrato permeato di tristezza.

Voto 2 : non c’è !

Voto 1 : devo tornare a casa…….

Ciao a tutti Rino

domenica 15 giugno 2014

MOOREA

 17:30.25S 149:49.26W

Nel nostro primo giorno a Moorea il meteo e’ stato davvero inclemente: cielo coperto di nuvole, pioggia incessante, solo la sera abbiamo qualche leggera schiarita, ma il vento  continua a soffiare con raffiche rabbiose da 30 nodi, che scendono dalla montagna alle spalle della baia di Cook, facendo brandeggiare la barca di 60° da una parte e dall’altra; per fortuna che l’ancoraggio e’ su fango compatto, e la tenuta e’ assicurata.

Il miglioramento del giorno seguente ci da’ la possibilità di noleggiare un’auto e di girare l’isola da perfetti turisti.

Scopriamo cosi’ le vaste produzioni di ananas, soprattutto nelle colline intorno alla baia di Cook, i boschi con alberi altissimi, le coltivazioni di ortaggi.

Nel nostro giro non poteva mancare il “Belvedere”, un punto cospicuo sulla montagna, dal quale si possono vedere contemporaneamente le due baie di Cook e di Opunohu, separate da un promontorio altro e sottile. Lo scorso anno avevamo tentato di raggiungerlo a piedi, ma vi avevamo rinunciato dopo un’ora di cammino sotto il sole. Questa volta, facilitati dall’auto, abbiamo percorso la strada sterrata (Route de l’ananas) che si inerpica dal fondo della baia di Cook fino a raggiungere la strada asfaltata che partendo dalla baia di Opunohu  conduce al Belvedere.

Nel nostro percorso lungo costa osserviamo che, pur non essendo navigabile la laguna tra il reef e l’isola, ci sono quattro accessi che conducono ad altrettante baie: a SW la pass Matauvau, a SE le pass Teruaupu e Tupapaurau, infine 2 miglia a nord di quest’ultima, la pass Vaiare, dove arrivano i traghetti da Tahiti, con il terminal per l’imbarco delle auto.

Nella baia di Vaiare, il cui accesso e’ segnalato da una coppia di beacon rosso e verde sul reef ed un allineamento a terra, esiste anche un piccolo marina dove vediamo ormeggiato un discreto numero di barche a vela; a Vaiare c’e’ anche il piu’ grande supermercato dell’isola, che fa parte della catena Champion.

Il villaggio principale dell’isola e’ Maharepa, che si trova sul lato nord dell’isola, 2 miglia ad est della pass della baia di Cook: centro commerciale dei negozi di perle, vi si possono trovare anche l’ufficio postale, alcuni ristoranti e un supermercato.

Nella baia di Cook, piu’ abitata di quella di Opunohu, ci sono una pescheria, con un moletto per scendere a terra con il dinghy, un distributore della Mobil con la pompa su un pontile, in testa al quale le profondita’ sono adeguate solo per piccole barche a vela (il fondale risale rapidamente a 30 cm.). Durante l’orario di apertura del distributore (cioe’ fino alle 17) si può lasciare il dinghy al pontile, in alternativa 100 metri più a nord c’è il resort Bali Hai, che ha un moletto utilizzato dalle barche per le escursioni, al quale si può accedere, avendo l’accortezza di non intralciare le manovre delle barche.

Per le barche gli ancoraggi migliori sono naturalmente nella baia di Cook e nella baia di Opunohu, contornate da uno skyline montagnoso paragonabile a quelli delle Marchesi; entrambe le baie, nella parte esterna, hanno anche una piccola zona di ancoraggio tra il reef e l’isola subito ad est della pass.

Ad ovest della baia di Opunohu con un percorso segnalato da beacon si arriva ad un altro ancoraggio (posto per 2-3 barche) davanti al paese di Papetoai, un punto cospicuo è la chiesa ottogonale dal tetto rosso; c’e’ anche un porticciolo ben riparato con profondità all’ingresso oltre i 3 mt. che si riducono gradatamente all’interno sotto i 2 mt.; nel paese c’e’ la posta, un supermercato e qualche ristorante.     

Giovedi’ 12 giugno si conclude la nostra sosta a Moorea. Salpiamo alle 8.00: la catena e’ per lunghi tratti intrisa di fango e ci occorrono tanta pazienza e tanta acqua, per lavarla prima di introdurla nel pozzo. Solo alle 9.00 usciamo dalla pass, e fuori ci accoglie un vento da est sui 15 nodi: con due lunghi bordi di bolina raggiungiamo la pass di Papeete alle 11.30, e con l’ok del Port Control entriamo in porto al Quay Yacht Marina.

Qui le cose sono cambiate, ci sono lavori in corso sulla banchina, e grosse chiatte sono accostate ai pontili galleggianti dove erano prima ormeggiati gli yacht, solo alcun barche delle escursioni hanno rimediato un posto. Abbandoniamo l’idea di fermarci e ci dirigiamo al marina di Taina, 5 miglia a sud nel canale, naturalmente bisogna richiedere l’autorizzazione al Port Control (ch 12-16 vhf) per passare davanti alla pista di atterraggio dell’aeroporto. Alle 12.30 siamo a Taina; dopo il rifornimento di carburante ancoriamo nell’area libera, anche questa fitta di barche, su un fondale di 17 metri, ma con buona tenuta  su sabbia; dentro al marina o alle boe non c’e’ posto, ci mettiamo in lista di attesa perche’ la settimana prossima avremo un cambio di equipaggio, Umberto e Rino rientrano in Italia mentre  arriveranno Franco ed Elena.

La Baia di Cook

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Lilli ed Umberto sul pontile dell’imbarcadero (Cook)

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L’arcobaleno segnala l’arrivo di qualche schiarita

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Il Belvedere

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Il porticciolo di Papetoai

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La baia del lussuoso resort Sofitel

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Il marina nella baia Vaiare

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mercoledì 11 giugno 2014

TETIAROA-MOOREA

 17:30.25S 149:49.26W

L’uscita dalla pass di Tikehau non ci presenta difficolta’. Notiamo pero’ che, nonostante la punta minima di bassa marea sia stata alle 5.14 (e quindi la marea in aumento avrebbe  dovuto creare corrente entrante), alle 7.40, ora del nostro passaggio, registriamo 1 nodo e mezzo di corrente uscente! Ma ormai comincio a conoscere le variabili che alle Tuamotu rendono le pass una diversa dall’altra: per il principio dei vasi comunicanti, se a causa di onde e vento la laguna si e’ riempita oltre il livello di massima marea, variano i tempi e le direzioni delle correnti nelle pass.

Una volta in oceano, abbiamo un vento leggero a poppa sugli 8-10 nodi; il nostro obiettivo e’ arrivare a Tetiaroa, distante 150 miglia, nelle 24 ore. Issiamo il balooner e riusciamo a tenere fin quasi al tramonto una velocita’ media di 5 nodi; poi il vento gira a WNW e con il vento al traverso la media aumenta. Cosi’, alle 9.30 dell’8 giugno, arriviamo all’atollo di Tetiaroa.

A 30 miglia da Tahiti, Tetiaroa e’ famosa perche’ fu a suo tempo acquistata da Marlon Brando, dopo il suo matrimonio con la bella polinesiana coprotagonista del film “Gli ammutinati del Bounty”. Pare che nel 2014 vi sia stato inaugurato un resort di lusso (noi non lo abbiamo visto), e comunque e’ meta di escursioni giornaliere da Tahiti, per la bellezza delle acque cristalline e dei fondali corallini. Molto scarse, invece, le informazioni nautiche sull’atollo: sappiamo che non c’e’ una pass per entrare in laguna con la barca, e che addirittura con il dinghy bisogna surfare sull’onda per superare le la barriera, ma non sappiamo esattamente dove si trovi la zona di ancoraggio e che protezione ha.

Una volta arrivati, verifichiamo che l’area di ancoraggio si trova sul lato sud di Tetiaroa  (17°02.010’S 149°33.950’W). Ci sono 7 barche a vela: 4 sono affiancate ed ormeggiate ad un’unica grossa boa (tipo un bidone di carburante da 200 litri), le altre 3 sembravano avere  l’ancora sopra il reef; altre due barche a motore, invece, erano in continuo movimento. Praticamente nessuno spazio per ancorare, ne’ tantomeno per ormeggiare… molto probabilmente, visto il numero di persone che giravano con i dinghy dentro e fuori la barriera, erano tutte barche dei tour turistici, che nel pomeriggio sarebbero tornate a Tahiti, lasciando l’area di ancoraggio deserta. Che fare, quindi? Aspettare per subentrare nell’ormeggio o proseguire per Moorea? Optiamo per la seconda ipotesi, anche perche’ il tempo non promette niente di buono,  sono previsti temporali e cielo coperto, meglio riparare in un posto sicuro e conosciuto.

Il vento cala e ci gira dritto in prua, percorriamo a motore le ultime 30 miglia ed alle 15.00 dell’8 giugno gettiamo l’ancora nella baia di Cook a Moorea (17°30.249’S 149°49.244’W).

Il nostro trasferimento e’ stato arricchito da una fruttuosa pesca: il primo giorno un wahoo di circa 10 chili lungo 120 cm, il secondo un altro wahoo di 18 chili lungo 150 cm. (che fatica portarlo a bordo !!!), con i quali, una volta puliti e sfilettati, abbiamo riempito il freezer.

In avvicinamento a Tetiaroa

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L’ancoraggio di Tetiaroa

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La pesca miracolosa

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Arrivo alla baia di Cook, Moorea

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venerdì 6 giugno 2014

TIKEHAU

 

15:06.83S 148:14.39W

L’uscita dalla pass di Avatoru a Rangiroa è stata facile: alle 7.15 troviamo una corrente entrante di 1,5-2 nodi (alta marea alle 8.40), e piccole onde stazionarie di circa 50 cm prima del canale di uscita, il vento e’ da est 15-20 nodi.

Fuori dall’atollo il vento gira gradatamente a NE, issiamo il balooner con il vento in poppa e alle 13.40 siamo gia’ alla pass Tuheiava di Tikehau.

Anche qui, situazione tranquilla: corrente uscente di circa  un nodo, piccole onde stazionarie a SW fuori della pass, vento da NE 15-20 nodi; una volta dentro, il canale che conduce al villaggio, alla punta sud dell’atollo, e’ segnalato con beacon rossi e verdi.

Alle 15.00 siamo a destino, con 53 miglia complessive percorse: l’ancoraggio e’ esposto al vento ed al fetch dell’atollo; ad W del molo vediamo un piccolo porticciolo, dove sono  ormeggiati un grosso motoscafo ed una barca a vela! Il plotter con cartografia C-Map ci fornisce indicazioni generiche (fondali sui 2 metri), mentre sulla carta Navionics non c’e’ traccia del porticciolo. Il lungo molo orientato per NE, destinato ad accogliere in testa la nave dei rifornimenti, offre un discreto riparo dall’onda; ci avviciniamo con precauzione e ormeggiamo all’inglese, i fondali minimi vicino al molo sono di 2,75 metri.

Questo riparo insperato ci permette di scendere a terra con facilita’ e lasciare tranquilli la barca. Il paese e’ davvero ben curato: giardini con erba perfettamente rasata, fiori, strade asfaltate, municipio, posta, due chiese (cattolica e protestante), due piccoli supermercati, la boulangerie (aperta dalle 16 alle 19, il pane va ordinato il giorno precedente).

Sulla guida leggiamo che a Tikehau ci sono le più belle spiagge delle Tuamotu, ma il tempo incerto con continui piovaschi ci impedisce di muoverci con il dinghy.

Sabato 7 giugno, all’alba, salperemo alla volta di Tetiaroa e Moorea.

Lussureggiante Tikehau

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L’ingresso di un esclusivo resort

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La pista di atterraggio del piccolo areoporto

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Il “marina” di Tikehau

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Refola ormeggiata all’inglese al molo della nave

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Nuvoloni all’orizzonte: acqua assicurata!!!

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mercoledì 4 giugno 2014

TURISTI A RANGIROA

 14:58.00S 147:38.21W

Rangiroa è il più grande atollo delle Tuamotu, ed il secondo più grande del mondo; ha forma rettangolare e la sua estensione da NW a SE è di circa 40 miglia con una larghezza di circa 20 miglia. Il che vuol dire che quando i venti soffiano costantemente sui 20 nodi, all’interno della laguna si creano onde che possono arrivare a 2 metri.

E noi le abbiamo viste! Venerdì 30 maggio, da bravi turisti, partecipiamo ad un’escursione alla  famosa “Laguna blu”, una sorta di ‘laguna nella laguna’, che si trova  sul lato ovest dell’atollo. Per raggiungerla, siamo a bordo di una barca di circa 7 metri, con motore fuoribordo da 225 CV, condotta da un polinesiano di nome Marcello (come Mastroianni, ci dice!) che ci fa volare a 20-30 nodi, facendo slalom sulle onde e urlando come un matto … non si puo’ negare che fosse bravo, ma le 10 persone a bordo, noi compresi, passiamo un’ora - tanto dura la cavalcata -  a chiederci: “fa solo finta di essere matto, o lo e’ davvero?”. Qualche onda non la prendeva bene, e la barca cadeva nel cavo con un tonfo che sembrava sconquassare lo scafo (e le nostre povere schiene). Magari non proprio per tutti, ma in fondo e’ stato divertente.

Per entrare nella Laguna Blu (cosa impossibile con una barca a vela) c’e’ uno stretto passaggio profondo 50 cm (!), Marcello solleva il motore e con mezza elica in acqua ci porta dentro. All’interno acque calme e colori stupendi, camminando sul reef per circa 500 metri raggiungiamo l’isolotto vicino, chiamato l’isola degli uccelli perche’ e’ sede di nidificazione.

E’ quasi mezzogiorno e Marcello si trasforma in cuoco: ci prepara un sontuoso barbeque di carne e pesce, oltre al pesce crudo con verdure e latte di cocco, riso, pompelmo e per finire caffè alla vaniglia.

Dopo pranzo, lo spettacolo: richiamati dagli avanzi di cibo, decine di squaletti vengono nelle acque basse fino alla spiaggia a far festa per papparsi i nostri scarti, davanti ai nostri occhi, anzi piu’ precisamente tra i nostri piedi! Sono squali pinna nera di piccola taglia, non superano il metro, davvero carini …

Ma il bello viene dopo, quando Marcello annuncia: ”Adesso andiamo a fare il bagno con gli squali veri, fuori dalla Laguna Blu. Non abbiate paura, mangiano solo gli italiani!” … e giu’ una grande risata.

Meno della metà degli ospiti accoglie l’invito di Marcello, io ovviamente non mi sottraggo alla sfida (rappresento o no la comunità italiana?) e mi tuffo nelle acque un po’ torbide per il mare mosso, dove decine di squali di circa 1 metro e mezzo girano intorno alla barca in gruppi di due-tre, tutti tranquilli. Una volta che i bagnanti sono risaliti a bordo, Marcello premia i bestioni che erano stati buoni  buoni in attesa della loro festa, dando loro in pasto gli ultimi avanzi di cibo: vediamo l’acqua che comincia a ribollire, per l’eccitazione e i movimenti rapidi degli squali !!!

Il ritorno, con vento e mare contro, e’ ben più impegnativo dell’andata; Marcello fa un giro più lungo sotto costa e riduce la velocità, ciononostante più di qualche tonfo nel cavo dell’onda mette ancora a dura prova i nostri fondo schiena.

Per finire la giornata in bellezza ci porta nella pass di Avatoru, la seconda di Rangiroa, 5 miglia a NW di Tiputa, per fare lo snorkeling nella corrente entrante.

Anche questa una bellissima esperienza! ne avevamo sentito parlare da molti amici navigatori; per noi e’ la prima volta, sembra di volare alla velocità di 3-4 nodi sopra il fondale che scorre, l’acqua di una trasparenza assoluta, i colori stupendi ...

I nostri giri turistici sono proseguiti con la visita dei due villaggi di Rangiroa: Tiputa e Avatoru, entrambi  sulle omonime pass. Il primo si raggiunge dal nostro ancoraggio con un taxi boat dal molo, oppure con il dinghy (meglio evitare quando c’e’ molta corrente nella pass); Avatoru si raggiunge via terra in taxi, al prezzo di 500 PF a persona.

A Rangiroa sono presenti numerosi resort, il più lussuoso dei quali e’ il Kia Ora Hotel, davanti al quale siamo ormeggiati; merita una nota anche il Relaix di Josephine, che si affaccia proprio sulla pass di Tiputa con una terrazza spettacolare sospesa sull’acqua. Si puo’ cenare (su prenotazione) o farsi un aperitivo e godersi lo spettacolo delle onde e delle correnti.

Altra cosa notevole, lo snorkeling nell’”Aquarium”, un grosso banco di corallo sul lato sud del motu Fava, l’isolotto su cui sono installate la coppia di mede per l’allineamento della pass Tiputa: ci sono una serie di gavitelli dove si può attaccare il dinghy e tuffarsi in acque chiare, ricche di coralli e pesci di ogni tipo.

Infine, potevamo saltare la visita alla Gauguin’s Pearl farm (fabbrica di perle)? Una gentilissima signorina ci spiega e mostra dal vivo l’affascinante e complesso processo di coltivazione; Umberto (in qualita’ di medico) e’ stato invitato ad estrarre una perla da un’ostrica, e se l’e’ cavata benissimo. Peccato che non gliela abbiano regalata! La visita, ovviamente, si conclude nel negozio, dove ammiriamo il prodotto finale di tanto lavoro: perle bellissime, nonche’ … costosissime!

La nostra vacanza di turisti a Rangiroa si concludera’ mercoledì 4 giugno, quando all’alba lasceremo l’ancoraggio per uscire dalla pass Avatoru, alla volta di Tikehau.   

Il nostro “matto” pilota Marcello

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 La Laguna blu

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L’isola degli uccelli

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 Marcello cuoco

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Gli squaletti all’interno della laguna blu

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Gli squali all’esterno della laguna blu

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ALTRE FOTO DI RANGIROA

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Snorkeling nella corrente alla pass di Avatoru

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La terrazza di Josephine

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L’acquarium

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