lunedì 6 giugno 2022

St. Augustine, Florida

 Finalmente gli amici neozelandesi ci comunicano che Odette sta molto meglio, sono arrivati a St. Augustine e hanno verificato per noi le profondità del canale d’ingresso: in bassa marea non meno di 15 piedi (4,5 metri). Questa informazione ci fa decidere di saltare la sosta a Port Canaveral (dove dovremmo entrare attraverso un ponte mobile e una chiusa) e puntare direttamente su St. Augustine, a 175 miglia.

Mercoledì 25 maggio partiamo alle 8.00, in modo da arrivare a destino tra le 14 e le 15 del giorno dopo, con la marea crescente. Nel primo pomeriggio, mentre il vento da est al traverso ci regala 7 nodi di velocità, il contamiglia de plotter Raymarine (che noi chiamiamo ancora “nuovo” nonostante sia stato acquistato nel 2014 ad Opua Nuova Zelanda) ci segna un traguardo: 30.000 miglia solcate da novembre 2014 ad oggi!

Ovviamente Lilli la precisina è andata subito a controllare il file dove sono segnate le percorrenze stagione per stagione, da quando è nata Refola. Il vecchio plotter Furuno ha registrato, da dicembre 2004 a novembre 2014, 42.407 miglia. Totale ad oggi: 72.407 miglia, niente male!

Nella notte il vento gira a SE; avvolgo la randa, che tende a coprire il genoa, e spiego la mezzana: l’apparente è diminuito ma la velocità resta sui 5 nodi.

Alle 14.00 siamo nel canale d’ingresso di St. Augustine. La minima di marea è stata alle 12.32, e noi registriamo un fondale minimo di 5 metri; seguendo i segnali rossi (da lasciare a destra!) raggiungiamo l’area di ancoraggio dove individuiamo il piccolo White Cat: non c’è il gommone, Richard e Odette devono essere a terra. Girando intorno alla loro barca, tanto per non perdere l’abitudine, ci insabbiamo. Il fondale è morbido e non c’è stato alcun impatto: aspettiamo 10 minuti e la marea crescente ci libera, consentendoci di ancorare poco distante su un fondale sabbioso di 5-6 metri (29°53.916’N 81°18.483’W).

Gli amici neozelandesi sono completamente ristabiliti, quindi finalmente festeggiamo col prosecco ed una bella cena su Refola il superamento degli scogli burocratici dell’ingresso in USA. Conosciamo pure un’altra giovane coppia di canadesi, coi quali condividiamo un’allegra happy hour.



St. Augustine vanta il primato di essere negli Stati Uniti il più antico insediamento europeo ancora abitato, fondato dagli spagnoli nel 1565. Da questo la cittadina ha tratto una fortissima vocazione turistica: il suo centro storico, con una via pedonale piena di taverne e negozietti, assomiglia un po’ alle ricostruzioni che da noi si trovano nei parchi tematici, dove tutto è un po’ finto. 





Nella laguna e nei canali è un viavai di galeoni piccoli e grandi, con gli equipaggi rigorosamente vestiti coi costumi dei navigatori in epoca coloniale.




Passiamo un paio d’ore nel “Visitor Center”, dove su grandi pannelli ricchi di illustrazioni, mappe e vecchie foto è ricostruita a beneficio dei turisti la ricca e tormentata storia di St. Augustine: dall’arrivo degli Spagnoli (1565) al breve periodo di dominazione britannica (1763-1783); dalla guerra d’indipendenza delle colonie del nord, in cui St. Augustine si schierò coi lealisti, cioè con l’Inghilterra, al ritorno degli spagnoli (1784-1821); dall’annessione agli Stati Uniti (1821) fino alla guerra di secessione, in cui St. Augustine cadde da subito sotto il controllo degli stati federali (i nordisti).



Al di là dei percorsi turistici, con gli autobus visitiamo anche il resto della cittadina, verso l’entroterra ma anche fino alle sue lunghe spiagge sull’atlantico. Ci piace usare, quando possibile, i trasporti pubblici; qui sono economici e molto efficienti, e ci hanno permesso un approccio più “vero” con St. Augustine, che nel complesso abbiamo molto apprezzato.