domenica 2 ottobre 2016

VERSO BALI

Sabato 24 settembre lasciamo l'ancoraggio di Labuan Bajo. Siamo diretti al parco marino di Komodo, che comprende oltre all'isola di Komodo anche Rinca e una moltitudine di isole minori.
Komodo e Rinca sono famose per la presenza dei varani, una sorta di gigantesche lucertole carnivore con aspetto da animali preistorici, che possono raggiungere i 3 metri di lunghezza. Vista  la loro pericolosità, è caldamente sconsigliato avventurarsi per le isole senza una guida, servizio svolto dai rangers. I varani, grazie al loro morso velenoso e mortale, uccidono e mangiano non soltanto animali di notevoli dimensioni (bufali, cinghiali) ma anche i piccoli della loro specie, che infatti appena nati si riparano sugli alberi e si nutrono di insetti, fino a quando sono cresciuti abbastanza  da potersi difendere.
Con queste premesse, Lilli manifesta subito il suo scarso interesse ad andare a vedere i lucertoloni, e la sua preferenza  per l'isola di Siaba, dove si possono ammirare coralli e pesci colorati. Il parco di Komodo è infatti, a giusta ragione, famoso anche per i suoi fondali e per la varietà delle specie marine presenti.
L'ancoraggio di Siaba è ad ovest dell'isola, in una rientranza del reef; ci sono alcune boe, ma c'è spazio anche per stare all'ancora su un fondale di sabbia chiara sui 10 metri. L'acqua è limpidissima e con il sole i colori prendono risalto, diventando brillanti. Alle 11.50 prendiamo una boa libera (8°32.706'S 119°38.916'E), e dieci minuti dopo, armati di maschera e pinne, ci immergiamo per esplorare il reef circostante.


Il posto, che il reef ripara a sud e a nord dalle forti correnti tipiche di questa area, è frequentato dalle grandi barche delle escursioni turistiche, proprio perché sicuro e adatto allo snorkelling ed alle immersioni anche dei principianti. Meriterebbe senz'altro una sosta notturna: prima del tramonto le barche delle escursioni rientrano alla base e rimarremmo soli in questa oasi stupenda. Ma questo, ahimè, significherebbe navigare l'indomani mattina contro la corrente verso sud …  perciò  alle 14.15, con un pizzico di rimpianto, salpiamo verso nord con 2 nodi di corrente a favore.
Ci dirigiamo nella parte nord di Komodo; la profonda baia rivolta a nord est, indicataci da amici navigatori, ha poco di attraente, più simpatica la baia sud dell'isola di fronte, Gili Lawa Laut, dove infatti le boe sono tutte occupate e non c'è spazio per stare all'ancora.
Proseguiamo allora costeggiando l'isola di Gili Lawa Laut, fino a raggiungere la baia a nord, dove alle 16.40 mettiamo ancora su un fondo di sabbia e qualche corallo sui 16-18 metri (8°26.888'S 119°34.090'E).
Anche qui ci sono numerose boe, utilizzate dalle solite barche per turisti, ma vista l'ora siamo completamente soli e abbiamo la baia tutta per noi.
Guardando a terra con il binocolo, leggiamo un grande cartello che indica divieto di ancoraggio (per non rovinare il corallo): prendiamo allora una boa a poppa, che avevamo a distanza ravvicinata.
Vista l'ora tarda rimandiamo all'indomani mattina, domenica 25 settembre, lo snorkelling: l'acqua è limpida e i coralli discreti. Lilli tenta una piccola immersione, in apnea.
Ormai stanno per arrivare le solite barche dei turisti, e noi riprendiamo la rotta di avvicinamento a Bali. Con una tappa di 137 miglia, dopo una notte di navigazione, raggiungeremo l'isola di Medang, a nord ovest di Sumbawa.
Il vento apparente arriva al massimo a 6-7 nodi, per cui procediamo ancora una volta a motore, benedicendo il nuovo grande tendalino che almeno ci protegge dal sole. Durante il reflusso di marea abbiamo la corrente contro, che ci riduce la velocità di almeno 1-1,5 nodi.
Alle 13.00 di lunedì 26 settembre arriviamo nell'ansa nord di Medang; gettiamo l'ancora su un fondale sabbioso di 10 metri (8°08.524'S 117°22.391'E). L'acqua è un po' torbida con particelle in sospensione, tuttavia scendendo di qualche metro in apnea riesco a vedere il fondo uniforme e l'ancora ben affondata nella sabbia.
La baia è disabitata, ma dall'immagine satellitare vediamo che nella parte sud dell'isola c'è un grosso centro abitato, affacciato su una laguna interna, distante in linea d'aria meno di 1 km. Verso sera ancorano vicino a noi alcune barche di pescatori, per dormire in rada prima di riprendere il lavoro.
Martedì 27 settembre, alle 7.35, salpiamo da Medang per raggiungere la costa nordorientale di Lombok, in corrispondenza dell'isolotto Sulat; tappa giornaliera questa, di 45 miglia, ma sempre a motore e nelle stesse condizioni del giorno precedente. Per ingannare il tempo riprovo a pescare alla traina, ma sembra che il pesce indonesiano non sia interessato ai polipetti di plastica del Sud Pacifico, perché non riesco a tirar su niente, se non qualche alga e qualche sacchetto di plastica. Alle 13.40 siamo a destinazione, e caliamo ancora su un fondo di sabbia nera di circa 13 metri (8°19.929'S 116°41.563'E). Siamo in prossimità della foce di un piccolo torrente, invisibile con la bassa marea; verso sera invece, con la alta, vediamo qualche piccola barca entrare e sparire in mezzo alla vegetazione.
Mercoledì 28 riprendiamo il nostro tran-tran a motore, e costeggiando a nord Lombok arriviamo a Gili Air, dove prendiamo una boa nella parte meridionale dell'isola (8°24.958'S 116°04.900'E).
Gili Air è la più a est di un gruppetto di tre isole, molto turistiche, con un bel movimento di barche che fanno la spola da Lombok; a terra ci sono alcuni alberghi e ristoranti, una specie di Rimini indonesiana. Dopo tanti mesi passati in luoghi tranquilli, ci rendiamo conto che traffico e  mondanità non ci attirano per niente, anzi quasi ci infastidiscono … perciò senza esitazione il giorno successivo salpiamo per spostarci in una piccola isola a sud ovest di Lombok, Giligede, in buona posizione per spiccare l'ultimo salto fino a Bali.
A sud dell'isola c'è il Marina del Rey, dove il marina è ancora un progetto, ma ci sono alcune boe e viene offerto un servizio di assistenza e guardianaggio per lasciare la barca impresenziata, che utilizzerà infatti il nostro amico Giorgio per tornare a casa qualche mese. Nei dintorni vediamo molte coltivazioni di ostriche, apparentemente destinate alla produzione di perle.
Alle 14.40 di giovedì 29 ancoriamo nella baia ad est di Giligede, su un fondale sabbioso di 20 metri (8°44.373'S 115°55.054'E). Una grande baia, tranquilla, senza barche a motore se non quelle del vicino villaggio … indubbiamente siamo più a nostro agio rispetto a Gili Air.
Venerdì 30 settembre alle 7.20 salpiamo per Benoa, a sud est di Bali, distante 46 miglia. Ho programmato orario e percorso tenendo conto della corrente di marea, per ridurre al minimo gli effetti della corrente contraria: partiamo con la marea crescente e contiamo di arrivare in prossimità della fase di stanca, prima della bassa marea delle 15.45 a Benoa.
Nel primo tratto abbiamo infatti circa 1,5-2 nodi di corrente a favore; passato capo Pandanan, estremità SW di Lombok, siamo investiti da un inatteso quanto gradito vento da nord, che ci arriva al traverso con punte di 20-22 nodi. Quasi emozionati dopo tanta astinenza, togliamo in fretta e furia il tendalino e ci godiamo qualche bella ora di vela, filando a 7-8 nodi.
Arrivati a 2/3 del percorso, in corrispondenza del canale tra Mundi Nusa Penida e Lembongan, il vento cessa di colpo e subiamo un strano gioco di correnti: prima 3 nodi a favore e poco dopo 3 nodi contrari; fortunatamente, man mano che ci allontaniamo verso ovest da Lembongan, la corrente contraria si riduce gradualmente, fino a mezzo nodo.
Sul lato NW di Lembongan vediamo una grande baia sabbiosa con molte strutture turistiche e molte barche all'ancora: un'altra Rimini a 15 miglia da Bali.
Alle 15 siamo all'inizio del canale che ci conduce al porto di Benoa e al nostro marina; il canale è ampio, ben segnalato e molto trafficato. Come previsto, essendo la bassa marea alle 15.45, troviamo circa 1 nodo di corrente uscente, facile da contrastare e più agevole nelle manovre rispetto alla corrente a favore.
Il primo impatto con l'isola di Bali è una sorpresa: pensavamo di entrare in un'atmosfera mistica e spirituale, invece siamo circondati da motoscafi con parasailing e catamarani con musiche assordanti … dove siamo capitati?
Per ora sospendiamo il giudizio e alle 15.30, con qualche difficoltà per il poco spazio di manovra, ormeggiamo all'interno del piccolo e un po' sgangherato Bali Marina (8°44.470'S 115°12.802'E).



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