RAJA AMPAT : PEF
Sabato 3 settembre salpiamo da Augusta, diretti a Pulau Pef sull'estremità ovest della più grande Pulau Gam, a circa 16 miglia. Siamo sempre senza vento, ma in compenso abbiamo per un buon tratto 2 nodi di corrente a favore.
A Pulau Pef c'è un altro resort, questa volta con gestione svizzera, segnalatoci dagli amici di A-Gogo che, essendo svizzeri, hanno trovato qui un pezzetto di patria. Ormeggiamo ad una delle due boe, entrambe libere (0°26.573'S 130°26.602'E).
Sembra di essere in un laghetto di montagna, circondati da colline verdi, ma a riva mangrovie e acque torbide definiscono il classico habitat da coccodrilli. Il silenzio è interrotto solo dagli strani versi di grandi e coloratissimi pappagalli.
Nel primo pomeriggio andiamo a terra, lasciando il dinghy al pontile dove sono ormeggiate quattro barche del resort. Da lì parte una passerella in legno, lunga circa 300-400 metri, che sospesa sopra le mangrovie si addentra nella fitta vegetazione e conduce al resort, sul lato opposto dell'isola. Ambiente suggestivo, con il sole che penetra a stento tra il fogliame degli alberi.
Ci riceve Joram, un giovane svizzero responsabile del marketing. Ci informa che il resort è chiuso per due settimane per manutenzione, ma che possiamo ugualmente usufruire dei servizi: la boa costa 20 € a persona e include anche la connessione wifi ad internet e bagni e docce, inoltre si può cenare con 20 €. Facciamo un po' di conti, non abbiamo rupie sufficienti, ma Joram ci risolve il problema: "Potete fare un bonifico sulla banca svizzera". Decidiamo così di includere anche la cena, vista la comodità dell'approdo.
Il resort è bello e ben strutturato, affacciato sul versante nord-ovest dell'isola: bungalow in legno eleganti e puliti, tutti con terrazza privata sul mare, grande ristorante su palafitte, poltrone e tavolini nell'area wi-fi, grandi sculture di pietra o legno sparse un po' ovunque.
Su una grande bacheca è esposto l'organigramma del resort: ogni membro dello staff è descritto con ruolo, foto e breve biografia personale. Sono almeno una cinquantina di persone: la titolare svizzera, Maya, ha affittato l'isola per cinquant'anni. La maggior parte del personale è locale, ma i posti chiave sono ricoperti da europei: il manager del diving è un giovane francese, il capo di manutenzione e logistica è un giovane tedesco, l'uomo del marketing, Joram appunto, è svizzero.
Siamo indecisi se fermarci un altro giorno, il posto meriterebbe davvero una sosta più lunga … decideremo domani, in base al tempo…
NOTE PRATICHE PER I NAVIGATORI
L'accesso a Pulau Pef è da SW; la cartografia Navionics e C-Map è senza dettagli ed errata in quanto a posizione, buona invece l'immagine satellitare di Bing su Sas Planet. L'area di ormeggio per il resort è ad est dell'isola, in un fiordo visibile solo sulla mappa satellitare: c'è buona visibilità e l'accesso non presenta alcuna difficoltà, i fondali sono profondi fino alla fine del fiordo.
Il resort offre (a pagamento) due boe (0°26.573'S 130°26.602'E). La parte ovest dell'isola non è adatta all'ancoraggio, perché i fondali sono molto bassi vicino alla spiaggia, e diventano eccessivamente profondi oltre il reef.
La guida diving di Pef ci ha segnalato alcune località da loro frequentate per snorkelling e diving: a) il reef davanti al resort; b) la costa nord di Gam fino alla punta Ombra; c) il canale di Kabui; d) la costa nord delle isole di Yanggelo e Gam, in prossimità del canale che le separa (tale canale è ampio e profondo, navigabile in sicurezza e con diversi possibili punti di ancoraggio, fondale minimo sul lato nord 9-10 metri).