lunedì 2 settembre 2013

Isole della Societa’ : Raiatea

 16:44.04S 151:29.15W

Giovedì 22 agosto Refola solca le ultime miglia di mare fino a Raiatea, dove prendiamo una boa davanti al cantiere C.N.I.. La prima tranche del nostro viaggio e’ finita: ora  iniziano i lavori di preparazione all’invernaggio, grandi pulizie e riparazioni.

Mi metto di piglio per capire il malfunzionamento del plotter: smonto tutto, controllo i cavi che lo collegano al GPS e finalmente risolvo l’enigma: il problema era nel GPS, che aveva una delle 3 uscite guaste, per cui mute e senza segnale; collego quindi il plotter ad un altro  GPS esterno di riserva, gia’ attivo per la radio SSB … et voila, tutto funziona perfettamente!!!

Lunedì 26 entriamo nel piccolo bacino adiacente al cantiere; i fondali sono bassi, con coralli sparsi, ma c’e’ un passaggio non segnalato tra il reef con fondale di 3,5 mt. (bisogna allinearsi tenendo alle spalle il cartello bianco posto sul canale della laguna e la montagna di Bora-Bora). All’interno del porticciolo i fondali sono 3-3,5 mt, ci possono stare non piu’ di 10 barche, i corpi morti sono costituiti da boe ancorate sul fondo.

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Proseguiamo i lavori togliendo il genoa, laviamo, asciughiamo e riponiamo sottocoperta tutte le manovre; ripariamo la banda di rame collegata al bullone del bulbo nella sentina che si era spezzata, completiamo la riparazione del freno dell’elica, che era solo provvisoria e facciamo l’invernaggio del fuoribordo.

Nei giorni di sosta osserviamo il sistema di alaggio: l’invaso che ospitera’ la barca viene appoggiato ad un carrello e spinto in acqua alla profondita’ adeguata, 2-3 addetti si immergono in apnea per sistemare spessori e tenere in assetto la barca, poi con un sistema di funi il carrello viene recuperato e con esso la barca viene tirata in secco.

Il personale ha dimostrato professionalita’ e competenza nelle operazioni, ponendo  estrema attenzione nel fare forza sui punti resistenti della struttura delle barche.

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Giovedì 29 e’ il nostro turno: nei giorni precedenti erano stati tirati in secca solo catamarani, ma Refola ha un pescaggio molto superiore percio’ il carrello deve scendere piu’ in profondita’. Ci spiegano come sara’ eseguita la manovra e ci danno le istruzioni: noi dovremo affiancarci ad un pontiletto parallelo all’invaso sommerso, il cui lato destro viene abbassato; con funi manovrate da terra la barca sara’ spostata per farla entrare lateralmente nell’invaso; una volta raggiunto il centro dell’invaso, con uomini sott’acqua in apnea che controllano la posizione dello scafo, la parte desta dell’invaso viene rialzata e comincia l’operazione di alaggio; tutto procede bene e dopo circa un’ora siamo fuori.

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La barca ha l’opera viva molto sporca, alghe sul galleggiamento, conchiglie e denti di cane oltre a grosse macchie di calcare, ci sono volute 5 ore di idropulitrice piu’ 6 ore di raschietto solo per fare il grosso; quando faremo l’antivegetativa ci sara’ da carteggiare ancora una giornata.

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I giorni scorrono veloci, non c’e’ nemmeno il tempo di completare il diario che rimandiamo a quando saremo a casa… le cose da fare sono mille, lavaggio con aceto dello scambiatore del motore e del generatore, lavaggio del pozzo di catena e della catena, invernaggio del motore e del generatore, all’interno pulizia di tutti i gavoni e dei legni; abbiamo messo in ogni locale un deumidificatore manuale a sale.

Refola rimarra’ sola soletta in cantiere fino al 16 aprile 2014 (data gia’ prevista per il nostro ritorno in Polinesia). E’ un lungo periodo, comprendente tra l’altro la stagione delle piogge; per questo ci affidiamo a Cathy, un’intraprendente signora francese consigliataci dal cantiere. Fa questo lavoro da molti anni e ci ha dimostrato competenza e professionalita’, oltre ad una approfondita conoscenza dei Super Maramu; controllera’ ogni settimana lo stato della barca, il livello di carica delle batterie, dara’ aria agli interni e ai gavoni, ci inviera’ via mail fotografie di Refola…le pagheremo 15.000 PF/mese (125 €/mese).

I costi del cantiere  per la nostra barca di 53 piedi sono: 511 € per alaggio, varo, lavaggio carena; 385 €/mese per la sosta, comprendente acqua, elettricita’ e 4 gg di banchina.

Lunedì 2 settembre e’ il giorno della partenza. Dopo “sole”  42 ore di viaggio, arriviamo a Verona mercoledì 4 settembre alle 21.50, senza riposo adeguato e con 12 ore di fuso da recuperare.

Un riepilogo di questa prima tranche del nostro giro del mondo: siamo partiti il 28 novembre 2012 da Las Palmas di Gran Canaria, abbiamo attraversato 2 oceani, percorso 10.630 miglia, navigato alle Grenadine, Isole del Venezuela, Columbia, San Blas, Canale di Panama, Las Perlas, Costa Pacifica di Panama fino al Costarica, Isola del Coco, Galapagos, Marchesi, Tuamotu, Isole della Societa’; l’anno prossimo ad aprile riprenderemo il nostro viaggio con un nuovo programma di navigazione.

Ultime foto dalla testa d'albero:

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mercoledì 21 agosto 2013

Isole della Societa’ : Tahaa

 16:36.35S 151:33.49W

Martedì 20 agosto, alle 8.15, salpiamo dallo Yacht Club di Bora-Bora: la pass anche questa volta e’ calma e piatta, e pure l’oceano fuori, dopo alcuni giorni di vento leggero, si presenta calmo, o meglio pacifico; una leggera brezza da NE, circa 8-12 kn, ci facilita la navigazione di bolina larga, con l’ausilio del motore a basso regime; alle 12.30 giungiamo alla pass Pai Pai di Tahaa. Anche qui troviamo acque calme, e al centro della pass osserviamo un barchino con 2 persone a bordo, intente a fotografare le evoluzioni di una balenottera a pochi metri di distanza … purtroppo il nostro arrivo a motore la disturba, e la balenottera si immerge e si allontana.

Le isole di Raiatea e Tahaa, come abbiamo gia’ detto, sono molto vicine e racchiuse da un’unica barriera corallina. Una volta entrati in laguna, ci dirigiamo a Uturoa, capitale di Raiatea, attraversando il canale che divide le due isole: il percorso e’ ben segnalato con  beacon rossi e verdi e con segnali cardinali; alle 14.00 ormeggiamo al distributore della Shell, posto nell’ansa nord del porto di Uturoa.

Facciamo il pieno di gasolio, sfruttando la detassazione ottenuta alle Marchesi; il pontile del distributore e’ molto lungo, circa 80 mt, percio’ lasciando libero il tratto attiguo alle pompe si puo’ ormeggiare all’inglese sul rimanente spazio. I fondali sono sui 3 mt e decrescono lentamente sulla meta’ nord di questo pontile.

A terra, a ridosso del porto, c’e’ una bella struttura con negozi di souvenir, bar e ristoranti; attraversata la strada, ci si trova in una zona commerciale, con diversi negozi e 2 supermercati ben forniti.

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Ci mettiamo in contatto con Richard, un navigatore inglese che vive qui sul suo catamarano e che ci e’ stato segnalato come esperto di elettronica di bordo, viene a trovarci lo stesso pomeriggio e gli sottoponiamo il nostro problema al plotter. Incredibilmente, senza alcun intervento da parte del tecnico, il plotter si rimette a funzionare, cosi’ ci limitiamo ad una chiacchierata che alla fine ci costa 2000 PF (17 €).

Passiamo la notte al pontile, il giorno seguente ci rechiamo all’ambulatorio medico, dove Lilli deve farsi controllare un’infezione al pollice che tarda a risolversi; c’e’ un po’ di gente, prendiamo il numero, ma in un’ora abbiamo la ricetta per andare in farmacia, i medici molto gentili, ci tranquillizzano e congedano gratuitamente.

Salpiamo alle 10.45 per Tahaa. Il plotter, dopo l’exploit del giorno precedente, riprende a  scioperare e siamo nuovamente senza posizione! Ci affidiamo cosi’ all’Ipad, al pc ed al software Sobmax e alle 12.40 siamo di nuovo al Ilot Tau Tau, il motu ad ovest di Tahaa che la settimana scorsa, prima di andare a Bora-Bora, non avevamo potuto visitare a causa delle condizioni meteo. Oggi invece le condizioni meteo sono ideali: sole, poco vento, mare calmo; stranamente non ci sono altre barche ancorate, cosi’ possiamo scegliere con calma il posto migliore, ancoriamo su un fondale di sabbia con pochi coralli sugli 8-10 mt, ad est del resort (16°36,35’S 151°33,49’W)… rimaniamo soli per qualche ora, ma si sa …. barca chiama barca, nel pomeriggio ne arrivano altre 4, a completare la zona di ancoraggio.

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Telefoniamo a Norbert, un polinesiano che e’ proprietario di una parte del motu, ed ha allestito una specie di ristorante oltre a fare la guida al “Giardino dei coralli”, ci accordiamo per il mattino seguente, verra’ a prenderci a bordo con il suo barchino per fare l’escursione.

Il mattino seguente, alle 9.30 puntuale, arriva Norbert un omone grande e robusto, carnagione olivastra, eta’ indefinibile, tra i 50 e 60 anni, i suoi movimenti sono lenti e sicuri, e’ a bordo di uno spartano barchino in legno, autocostruito; attraversiamo il basso fondale e approdiamo sul motu di sua proprieta’, da li, portandoci maschera e pinne, percorriamo a piedi un sentiero, circa 400 mt, fino alla parte nord del motu che costeggia il reef esterno. Il “Coral Garden” letteralmente Giardino dei coralli, e’ il tratto di mare tra 2 motu, con fondali mediamente bassi. con qualche buca sui 2 mt.

Norbert ci offre una foglia da strofinare sul vetro della maschera, per evitare che si appanni, poi scende in acqua per primo e sbuccia parzialmente una piccola banana, di cui  sono golosi i pesci di barriera: con piccoli e veloci movimenti delle mani a pelo d’acqua richiama un’infinita’ di piccoli pesci colorati, che ci circondano e inseguono quando ci spostiamo.

La giornata e’ parzialmente nuvolosa, ma i colori dei coralli, dei pesci, il contrasto della sabbia chiara sul fondo sono ugualmente bellissimi, ci lasciamo trasportare da una debole corrente entrante. Ogni tanto Norbert si ferma, indicandoci i vari tipi di pesce e le formazioni coralline che incontriamo; dopo circa un’ora siamo alla fine del percorso, dove c’e’ il suo barchino e dove avevamo iniziato il tratto a piedi nel motu.

Norbert ci prepara uno spuntino con frutta fresca, papaia, banane, pompelmo e cocco e ci mostra la sua proprieta’, dietro la capanna che fa da sala ristorante c’e’ una cucina d’altri tempi: una grande buca con il fondo di coralli, in cui con i gusci di cocco vengono preparate le braci; coperti da sacchi di iuta,  i cibi vi rimarranno a cuocere a bassa temperatura per 2-3 giorni, dopodiche’ saranno recuperati e serviti.

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La somma pattuita con Norbert per questa “visita guidata” e’ di 3000 franchi polinesiani (25 euro, per due persone), che paghiamo davvero volentieri, tornando in barca arricchiti da questa esperienza e dalla conoscenza di questo personaggio cosi’ particolare e simpatico.

Alessandro

PS. i tramonti di Raiatea (sullo sfondo, Bora Bora)

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lunedì 19 agosto 2013

Isole della Societa’ : Bora-Bora

 16:29.49S 151:45.63W

Alle 9.35 del 13 agosto, dopo il recupero ancora di Yaya, partiamo da Baia Puamou: l’uscita dalla pass Paipai di Tahaa e’ facile, senza onde ne’ corrente. I vento al gran lasco sui 18-25 con raffiche a 30kn ci spinge velocemente verso Bora-Bora, nel canale tra Tahaa e Bora troviamo un po’ di onda sui 2 mt, ma con genoa e mezzana Refola solca stabile il mare.

Alle 13 entriamo a Bora Bora attraverso pass Teavanui (l’unica che da’ accesso alla laguna e all’isola): anche questa facile, ampia, senza onde ne’ corrente, allineamento su 2 mede a terra per 112°. 

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Dopo mezz’ora siamo alla boa dello Yacht Club 16°29,49’S 151°45,62’W. Lo Yacht Club e’ principalmente un ristorante-bar, che gestisce una ventina di boe ed offre servizi bagni e docce, internet gratis; la boa costa 2000 PF la prima notte, poi 1500 PF. Si trova su un’ansa a circa 1 miglio dalla pass (una volta superato il basso fondale protetto dal secondo palo rosso della pass, si accosta a sinistra per 75°), l’ambiente a terra e’ molto curato e i ragazzi che lo gestiscono sono simpatici e gentili; lascio il guidone del Paterazzo (il nostro circolo nautico), che viene appeso insieme a mille altre bandiere lasciate dalle barche di passaggio, e loro mi regalano il loro.

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La baia e’ ben protetta dai venti dominanti E e SE, ma qualche raffica scende rinforzata dalla caratteristica montagna di Bora-Bora.

Il giorno seguente ci spostiamo di 1,5 M, ad ovest della parte nord dell’isolotto Toopua: il percorso e’ ben segnalato da beacon rossi e verdi e da segnali cardinali, l’ancoraggio su sabbia chiara e pochi coralli e’ protetto da tutti i lati, infatti anche se il vento soffia ancora a 20-25 kn da E, qui si sta molto tranquilli. Si puo’ ancorare da entrambi i lati del canale: nella parte ovest su fondale di 4-6 mt,  nella parte est, piu’ vicino all’isolotto, su fondale di  10-12 mt sabbia: noi scegliamo quest’ultima posizione (16°30,64’S 151°46,19’W).

Con il dinghy facciamo un’escursione prima verso NW al vicino Motu Tapu, isolotto privato attrezzato con bar, divani, servizi per turisti (al momento chiuso), poi verso S, oltre Punta Rapititi, dove c’e’ la bella spiaggia dello storico Hotel Hilton Bora-Bora.

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Il 15 agosto ripercorriamo con la barca verso sud il canale ad ovest di Toopua, gia’ perlustrato col dinghy; i successivi ancoraggi segnalati nella guida nautica non sono cosi’ riparati come il primo, aggiriamo a sud l’isolotto Toopua Iti e ci ritroviamo nella grande baia di Povai: qui il vento scende dalla montagna con raffiche a 25 kn, prendiamo una boa al secondo tentativo, non senza difficolta’, davanti al famoso ristorante Bloody Mary, mentre Yaya, al terzo tentativo mancato di presa gavitello, rinuncia alla sosta.

Proseguiamo verso nord nella baia di Vaitape, villaggio principale di Bora Bora, ma l’ancoraggio a nord del villaggio e’ troppo affollato, cosi’ ritorniamo alla boa dello Yacht Club.

Il 16 ritorniamo nella baia di Vaitape, dove a nord del primo palo di allineamento per la pass c’e’ un buon ancoraggio su 20-22 mt con fondo di sabbia e fango chiaro, buon tenitore (16°30,06’S 151°45,17’W); sulla parte NW della baia ci sono una decina di boe gratis, difficili da trovare libere; c’e’ anche un distributore della Total con una piccola banchina (abbiamo fatto un sopralluogo con il dinghy ed il fondale e’ profondo fino a pochi metri dal moletto, potrebbe sicuramente accogliere una barca di prua).

Dall’ancoraggio si puo’ scendere a terra con il dinghy: la maggioranza dei pontiletti sono privati, pero’ proprio in corrispondenza del supermercato “Super U” (visibile dal mare) e a destra di un ristorante, c’e’ un muretto in cemento che permette l’atterraggio e l’accesso al supermercato e ad un negozio di nautica, a 20 mt.

Il 17 agosto arrivano anche gli amici Anna e Paolo di Zoomax: la sera festeggiamo tutti insieme il compleanno di Leopoldo, che ci offre un’ottima cena allo Yacht Club.

Il 18 partiamo per esplorare la costa est, Leopoldo e Giovanni ospiti a bordo di Refola e Zoomax di conserva.

Siamo stati un po’ indecisi nell’affrontare questo percorso: i 2 portolani che abbiamo a bordo (Charlie’s Charts  Polynesia e Guide to navigation and tourism in French Polynesia) lo sconsigliano alle barche con piu’ di 2.10 mt e 2.50 mt di pescaggio, rispettivamente.

Noi peschiamo 2,05 mt, e pertanto Lilli e’ poco propensa a correre rischi … ma Michele di Gulliver e altri navigatori in radio ci rassicurano che si puo’ fare, in buone condizioni meteo e di visibilita’. Per fortuna il tempo ci da’ una mano: vento sui 7-8 kn, cielo solo parzialmente nuvoloso, con ampi spazi di azzurro … possiamo cosi’ apprezzare la costa est, con magnifici colori, blu, azzurro, verde chiaro, e acque incredibilmente trasparenti.

Descrivo nel dettaglio il percorso della costa est, perche’ e’ davvero un peccato non andarci: dopo punta Tahi, il punto piu’ a nord dell’isola, percorrendo 0,7 miglia in direzione 115°, si trova un passaggio tra un cardinale S e un beacon rosso, con fondale minimo 3,3 mt. Un miglio piu’ avanti, in direzione 115°, inizia un canale verso sud, largo circa 30 mt, segnalato con cardinali e beacon verdi/rossi, lungo circa 0,7 miglia, dove il fondale minimo  e’ 3,5 mt.; dopo questo canale i fondali sono sicuri e profondi.

Un altro percorso possibile, in alternativa al canale, e’ piu’ ad est, pressocche’ parallelo al precedente, ma non segnalato, in acque basse, che costringe a velocita’ ridotta; noi lo abbiamo fatto per un breve tratto ed abbiamo ancorato su un fondale di 3,5 mt di sabbia a NW di Motu Tafari (16°28,93’S 151°42,39’W).

Da qui con il dinghy ci siamo spostati di 1 M a sud in prossimita’ di Punta Tuiahora, dove si dice si rechino le mante per farsi pulire dai pesci parassiti, le acque in questo sito sono profonde 20 mt ed oltre, comunque di mante nemmeno l’ombra.

L’ancoraggio piu’ bello, per i colori, per la tranquillita’, dove abbiamo trovato una decina di barche ancorate, perlopiu’ catamarani, e’ in prossimita’ di Motu Taurere, il motu piu’ a SE di Bora-Bora, profondita’ 3,7 mt fondo sabbia fine, rare formazioni di corallo - ve l’abbiamo detto che qui tutti le chiamano “patate”? -  (16°31,99S 151°42,38’).

Il 19 salutiamo gli amici di Zoomax, che restano nel “paradiso” di Bora-Bora, mentre noi rientriamo allo Yacht Club, dal momento che Leopoldo e Giovanni hanno un aereo per Tahiti il giorno dopo (Giovanni torna a casa).

Si conclude cosi’ la nostra sosta a Bora Bora, che bisogna dire merita davvero la sua fama … forse grazie anche alle condizioni meteo quasi eccellenti, tra le isole della Societa’ e’ quella che ci e’ piaciuta di piu’, per il paesaggio, l’acqua, i colori, gli ancoraggi…

Il 20 agosto riprenderemo il mare per tornare a Raiatea, dove ci attendono i lavori di rimessaggio.


Isole della Societa' : Bora Bora (altre foto)

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Verso la costa est di Bora Bora, e l’equipaggio di Refola per questa occasione
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L’equipaggio si alterna a prua per controllare il fondo (Lilli, Leopoldo e Giovanni)

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Il percorso comunque e' ben segnalato… qui Zoomax che affronta il canale

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… ed eccoci nel tripudio di colori di Bora Bora

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Zoomax alla fonda e nel dopo cena …

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Ripercorriamo a  ritroso il canale

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