Siamo a circa 300 miglia dalla nostra destinazione finale, il Marina di Pangkor, dove lasceremo la barca. Dovremo percorrere quasi per intero il canale di Malacca, che separa la costa occidentale della Malesia dall'isola di Sumatra (Indonesia).
Fino ad alcuni anni fa, il canale di Malacca era tristemente famoso per i numerosi atti di pirateria, diretti anche contro navi commerciali; sembra che la zona pericolosa sia ora intorno alle Filippine, nelle cui acque ancora oggi avvengono abbordaggi e sequestri.
La parte centrale del canale è occupata dalla zona di separazione del traffico per le navi che transitano nei due sensi; lateralmente invece numerosissimi pescherecci pongono chilometri e chilometri di reti semiaffioranti, mal segnalate, che bisogna stare attenti di evitare; inoltre in molti punti il fondale si riduce a 5-6 metri, con secche isolate ancor meno profonde, anche queste non segnalate.
In questa situazione, come altri amici navigatori che ci hanno preceduto, ho deciso che navigheremo il canale esclusivamente di giorno; altro elemento delicato e importante è la corrente di marea, che avremo a favore o contro, alternativamente, mediamente ogni 6 ore.
Martedì 25 ottobre lasciamo quindi il lussuoso Puteri Marina; la prima sosta prevista è l'isola di Pisang, ma quando vi arriviamo il sole è ancora alto ed abbiamo la corrente a favore, perciò proseguiamo per altre 20 miglia, fino a Senggarang, località dove ancoriamo su un fondale di 4 metri, sabbia-fango (1°42.543'N 103°01.755'E).
L'ancoraggio non è dei migliori: un po' rollante, con acqua torbida, distante da terra circa 1 miglio a causa del bassissimo fondale; in compenso abbiamo il segnale internet e possiamo controllare la posta.
Il mattino seguente alle 7.20 siamo pronti per salpare, ma la catena è intrisa di fango e siamo costretti a lavarla metro dopo metro; la nostra destinazione è Besar, distante 51 miglia.
Siamo nella fase di riflusso di marea e infatti abbiamo circa 1 nodo di corrente contraria, ma per fortuna un debole venticello da ovest, sui 8-12 nodi, ci consente di tenere le vele aperte ed annullare, anche grazie al motore acceso al minimo, l'effetto negativo della corrente.
Alle 16. 30 mettiamo ancora a SW di Besar, su un fondale fangoso di 5 metri (2°06.275'N 102°19.948'E); finalmente un ancoraggio piacevole: sull'isola c'è una bella spiaggia, e anche se i bassi fondali non ci consentono di avvicinarci molto, intravediamo nel verde la presenza di strutture turistiche. L'isola infatti, meta di escursioni dalla vicina Malacca, che si trova 6 miglia a NW, ospita alcuni resort e ristoranti, e un museo.
Purtroppo l'iniziale impressione positiva sull'ancoraggio è presto smentita: eravamo convinti che il ridosso dell'isola ci risparmiasse un'altra notte scomoda, ma ci troviamo invece, per uno strano gioco di correnti, sempre esposti all'onda da ovest, che ci prende a momenti sulla fiancata (con conseguente rollio), a momenti sulla poppa (con un assordante splash sulla parte finale del galleggiamento).
Per fortuna la notte passa in fretta e giovedì 27 ottobre alle 7.40, anche questa volta dopo il rituale lavaggio della catena, salpiamo diretti all'Admiral Marina, a 41 miglia.
Vi arriviamo alle 14.30: un'altra struttura lussuosa, con annesso un hotel 5 stelle, piscina, campi da tennis, ristorante, bar, bagni e docce, tutto a disposizione anche dei diportisti. Restiamo piacevolmente sorpresi anche dalle tariffe: 17€/notte per un 53 piedi.
Port Dickson a 4 miglia, l'aeroporto di Kuala Lumpur a 18 km, la città di Malacca a 65 km, sono altri aspetti positivi del nostro marina.
Ormai abbiamo i giorni contati per arrivare a Pangkor in tempo per preparare Refola all'alaggio, prenotato per il 3 novembre, ma decidiamo di concederci un'ultima giornata da turisti. Concordiamo con un tassista la visita a Malacca, la città che prima e durante l'epoca coloniale rappresentò il principale centro dei commerci e delle attività economiche in Malesia. Fu infatti la capitale del sultanato di Malacca, e rimase fulcro del mondo malese nei secoli di colonizzazione portoghese, olandese e britannica. Le dominazioni europee hanno fortemente influenzato l'architettura del piccolo centro storico, nel 2008 inserito dall'Unesco tra i patrimoni dell'umanità.
Anche se si tratta di una meta turistica un po' troppo gettonata per i nostri gusti, troviamo interessante ripercorrere la storia della città visitando il Museo navale, allestito in un galeone che è la copia fedele di un veliero portoghese del XVI secolo, del Flora de La Mar.
Sabato 29 ottobre riprendiamo la navigazione verso Pangkor. Davanti a noi le ultime 130 miglia; se continuassimo a navigare solo di giorno dovremmo fare ancora 3 soste e ci resterebbe davvero poco tempo per i lavori di rimessaggio: decidiamo quindi di raggiungere Pangkor con un'unica ultima tappa, navigando anche di notte.
Nel pomeriggio una sequenza di temporali, uno dietro l'altro, ci porta 15 nodi di vento, dritti sul naso, avanziamo con la randa cazzata, tenendo l'angolo di vento apparente sui 20-30°, e con il motore a 2200 giri raggiungiamo una velocità media di 4 nodi. Solo a notte inoltrata il vento gira ad ovest e cala di intensità, permettendoci di aprire il genoa; la velocità media si alza a 6 nodi.
La navigazione notturna è stata impegnativa, sia per aggirare a vela i bassi fondali segnalati dalla cartografia elettronica, sia per evitare i numerosi pescherecci, fortunatamente per la maggior parte fermi e dotati di AIS.
Alle 12.45 di domenica 30 ottobre entriamo nel Pangkor Marina, che nonostante il nome non si trova nell'isola di Pangkor, distante un miglio, bensì su Marina Island, isola artificiale collegata alla terraferma da un ponte (4°12.683'N 100°36.050'E).
Il marina è piuttosto spartano; adiacente al terminal dei traghetti diretti a Pangkor, è composto da 4 pontili galleggianti ed un piazzale per le barche a terra, capace di ospitare complessivamente circa 200 barche; il personale è gentile e disponibile, e la segretaria Ruz davvero professionale e preziosa.
Martedì 1° novembre Attilio e Claudia ci lasciano: prima di rientrare in Italia passeranno alcuni giorni a Kuala Lumpur e a Singapore. Per noi comincia invece una corsa contro il tempo per completare le operazioni di rimessaggio: disarmare il genoa e le drizze, lavare la sentina e i serbatoi dei wc, cambiare olio e filtri, procedere all'invernaggio di motore e generatore, completare le operazioni di pulizia, solo per citare i lavori più importanti.
Il 3 novembre Refola esce dall'acqua, faticosamente portiamo a termine i lavori e domenica 6 novembre partiamo: 4 ore di bus per raggiungere l'aeroporto di Quala Lumpur, poi due voli via Abu Dhabi fino a Venezia. Sono passati 6 mesi e mezzo da quando siamo partiti dalla Nuova Zelanda; attraversando Vanuatu, Solomon, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Malesia abbiamo percorso 7800 miglia, con 90 soste. Un programma impegnativo, che non eravamo sicuri di riuscire a portare al termine, ma alla fine anche se un po' di corsa ce l'abbiamo fatta, e questa è una soddisfazione che ha il sapore di una conquista.
NOTE PRATICHE PER I NAVIGATORI
Nel Canale di Malacca le correnti di marea si orientano nel senso longitudinale: direzione NW durante il flusso (marea crescente) e direzione SE durante il reflusso (marea calante); questo nella parte meridionale del canale, mentre a nord di Besar il cambio di direzione della corrente tende ad anticipare rispetto al cambio del flusso, di circa un'ora a Besar e di 2-3 ore a Pangkor.
La massima intensità di corrente che abbiamo riscontrato è stata 1-1,2 nodi; la massima variazione di marea è di 3 metri; la sequenza nelle 6 ore di intervallo tra una massima e una minima o viceversa è la seguente: 1 ora neutra, 1 ora intensità 0,5 nodi, 2 ore intensità 1 nodo, 1 ora intensità 0,5 nodi, 1 ora neutra.
E' possibile fare tappe giornaliere, e fermarsi prima del buio vicino a costa; non sempre c'è un ancoraggio riparato, ma l'onda non ha mai superato il mezzo metro.
Il passaggio tra Besar e terra è da evitare, bassi fondali estesi con profondità 2-3 metri e una linea aerea sospesa su piloni, la cui luce libera non è precisata.
Per l'avvicinamento al Marina di Pangkor, stare nel canale profondo fino al WP 0°12.655'N 100°35.100'E, poi dirigere verso est; con la bassa marea fondale sui 3 metri vicino al WP e vicino all'isola del marina, 4 metri all'interno del marina.