mercoledì 28 settembre 2016

FLORES, Labuan Bajo

Appena arrivati a Labuan Bajo, giovedì 22 settembre, per prima cosa verifico lo stato della batteria di avviamento. Misurando il voltaggio sembra carica, ma quando giro la chiavetta per la messa in moto i valori scendono drasticamente sotto i 12 volt. Anche la risposta dell'assistenza tecnica per i generatori Onan, cui avevo scritto da Ambon e che posso leggere solo ora, conferma che il problema sta lì.
Provvisoriamente sostituisco la batteria esausta con una dei servizi, ma è assolutamente necessario trovarne una nuova, di capacità adeguata. 
Nella mattinata, mentre sto facendo la mia sauna quotidiana nel vano batterie, riceviamo la visita della Custom, gli agenti di dogana. Salgono a bordo, controllano e fotografano i vari documenti; è tutto in ordine, siamo a posto. Chiediamo dove è possibile rifornirsi di carburante. "Andate con le taniche alla stazione di servizio Pantamina, sulla collina" ci dice il giovane ufficiale.
Poi arriva una barca con a bordo tre uomini di cui il più giovane, Yuri, parla un buon inglese. Si presentano con una "lettera di raccomandazione" scritta a mano da John e Jenny della barca Tramontana, che li descrive onesti e affidabili. Ci offrono oggetti di artigianato ed escursioni nelle isole del Komodo Park, famoso per la presenza dei varani, ma anche per numerosi siti diving. Ancora una volta il nostro cuore (troppo) tenero ci costringe a comprare qualcosa, mentre per l'escursione ci penseremo, intanto prendiamo il loro numero di telefono.
Nel pomeriggio scendiamo a terra col dinghy; c'è un pontile galleggiante nella parte nord del porto, in corrispondenza del mercato, dove è possibile lasciare il dinghy e lucchettarlo.
Il mercato è occupato per la maggior parte da banchi di pesce secco, mentre all'esterno e sulla strada ci sono molti ambulanti di frutta e verdura.

Labuan Bajo è una città con una intensa attività turistica, lo si capisce anche dalle numerosissime agenzie che propongono escursioni nel Komodo Park. Per le strade incontriamo molti turisti, per lo più giovani australiani ed americani, come non vedevamo da lungo tempo.
Diamo un'occhiata al ristorante italiano Mediterraneo, che di italiano ha ben poco a parte il nome e la pizza nel menù; pranziamo invece dal "Pirata", simpatico locale che offre anche camere e piscina, dove mangiamo un tradizionale (!!!) hamburger con patate fritte.
Troviamo anche un negozio che vende batterie, ma rimandiamo l'acquisto per verificare se ci sono altre offerte migliori.
Per muoversi ci sono i classici pulmini collettivi, ma anche auto private che si propongono come taxi. Una di queste ci accosta e così conosciamo Alfrit, un giovane ventenne che lavora in una agenzia turistica, ma per arrotondare nel tempo libero si fa prestare l'auto da un amico e si trasforma in tassista. È spigliato, allegro, e parla un buon inglese. Familiarizziamo subito, racconta a Lilli di esser diventato papà 24 giorni fa e di esserne felice. Ci porta al distributore della Pantamina, dove chiediamo se fanno consegne al porto; la risposta è negativa, bisogna venire qui con le taniche. Proponiamo ad Alfrit di accompagnarci nel giro di rifornimento e di venire con noi a bordo per prendere le taniche. È entusiasta all'idea si vedere com'è Refola, la nostra casa, e comincia a chiamarci "mamma e papà". Completato il giro (pago il gasolio al normale prezzo di vendita di 5.150 rupie/litro + 100.000 per Alfrit) ci diamo un appuntamento telefonico per il mattino successivo, per vedere di organizzare compatibilmente coi suoi impegni di lavoro un secondo giro. 
La sera riceviamo la visita del "proprietario" - forse - della boa, con cui concordiamo di pagare la sosta per due notti al prezzo di 100.000 rupie (circa 7 €). Non contento, si propone per venderci il carburante. "Se mi fai lo stesso prezzo che ho pagato oggi, 6.230 rupie/litro compreso il trasporto, va bene" gli dico. "6500, andiamo con la mia barca" rilancia lui. "Ok, ci vediamo domattina alle 8".
Il mattino seguente ritorna Yuri, che si offre per pulire la carena; è un lavoro che non avevo completato, così accetto la proposta e combiniamo per 600.000 rupie (circa 42€).
Nel frattempo arriva puntuale anche il "proprietario" della boa, che fa lo skipper sulle barche dei diving, ma anche trasferimenti di barche a vela, ci racconta infatti che il catamarano ormeggiato poco distante lo ha portato qui lui, in solitario dall'Australia.
Carichiamo le taniche che avevo provveduto a travasare la sera precedente e andiamo al porto. Faccio il prelievo di contante al bancomat e mi rendo conto che lui mi vuole scaricare per andare da solo a riempire le taniche. Con il mio maccheronico inglese gli dico che il carburante lo compro solo se lo vedo coi miei occhi entrare nelle taniche dalla pompa del distributore, ma non ci capiamo o forse fa finta di non capire. Torniamo su Refola con le taniche vuote; con Lilli ribadiamo le mie condizioni, lui dice  che è un rischio, la polizia... alla fine rinuncia e rompe anche l'accordo che avevamo sulla boa, dobbiamo lasciarla libera oggi stesso perché ci deve mettere la sua barca.
Yuri, presente, ascoltava in silenzio la conversazione; alla fine, quando il tizio se n'è andato, ci suggerisce di spostarci all'ancora in un buon posto lì vicino, meno esposto alla corrente, dove avrebbe completato più facilmente la pulizia della carena. "Per il carburante - aggiunge - non preoccuparti, se vuoi quando ho finito ti accompagno io al distributore".
Yuri è stato onesto e di parola: nonostante si fosse già offerto di venderci il gasolio a 10.000 rupie/litro con consegna in barca, mi ha accompagnato gratuitamente solo per aiutarmi a risolvere il problema.
Nel frattempo, Lilli cercava di comunicare con Alfrit, ma cadeva continuamente la linea; alla fine è riuscita a organizzare un incontro nel pomeriggio, per salutarlo. Non aveva la macchina e ci ha accompagnato a piedi a fare la spesa, senza volere nulla in cambio, dicendosi dispiaciuto della nostra sosta così breve e di non averci potuto aiutare per il secondo giro di carburante.
All'ancoraggio facciamo conoscenza con la barca dei vicini, Tramontana, quella della lettera di raccomandazione di Yuri. John e Jenny sono australiani, simpatici e spiritosi; beviamo insieme una birra, in un bel clima di intesa. Anche i nomi delle nostre barche, Tramontana e Refola, hanno una certa assonanza. Due venti che il destino ha fatto incontrare, ma dopo una bella chiacchierata le nostre rotte si dividono: loro ad est, diretti al Raja Ampat, e noi a ovest, verso Bali.



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