Martedì 21 luglio, alle 7.05, salpiamo l'ancora da Oyster
Island. Alle 7.15 siamo davanti alla pass; nei giorni precedenti avevamo
attentamente osservato l'escursione delle maree, tenendo come riferimento uno
scoglietto isolato vicino al nostro ancoraggio: la partenza è programmata in
modo da uscire circa 20 minuti prima dell'inversione (da alta a bassa), in modo
da avere un po' di tempo per liberarci in caso di incaglio.
Tutto fila liscio, il fondale minimo che troviamo è di 2,80
metri; il vento è sui 18-20 nodi, e rinforza con il sole a 20-22, esattamente
sul naso per la nostra rotta. Facciamo alcuni bordi nel canale tra Santo e le
isole Mavea e Aese, al riparo dall'onda, e poi con un altro bordo verso il
largo ci mettiamo in rotta per il Malo Passage.
Alle 11.35, dopo aver filato 28 miglia, ancoriamo ad ovest
di Ratua Island, su un fondale di 5 metri, sabbioso con qualche testa di
corallo isolata (15° 36.673’ S 167° 10.570’ E ); il posto è ben riparato da
onda e vento, acqua trasparente e spiagge bianche, uno degli ancoraggi più
belli trovati alle Vanuatu.
Ratua è una piccola isola privata, nel canale tra Aore e
Malo; in questo stretto canale le correnti di marea possono raggiungere i 5-6
nodi, con direzione ovest quando cresce ed est quando cala.
Ritroviamo qui il Najad Mawari, già incontrato a Thion ed ad
Asanvari; Bob e Sue ci informano che alla sera ci sarà uno spettacolo di Water
Music organizzato dal resort, così ci diamo appuntamento a terra.
Verso sera andiamo a
terra per lo spettacolo; al resort sono molto gentili, ci accolgono al loro
pontiletto privato e ci prendono la cima per legare il gommone, come ad un
grande albergo di lusso lasci la vettura davanti all'ingresso ed il personale
te la parcheggia; una gentile signorina ci porge il benvenuto e ci indica il
percorso del bar e ristorante (forse ci ha scambiato per clienti del resort);
tutto è molto curato ed ordinato, ci prendiamo una birra ed in prima fila su
comode poltroncine di vimini insieme agli inglesi Bob e Sue ci gustiamo la
Water Music.
Era un'esperienza che ci mancava, non essendo riusciti a
farla a Gaua, l'isola in cui ha origine. Tutto sommato siamo stati fortunati ed
abbiamo trovato le condizioni migliori: al buio ma con le musiciste illuminate
da un imponente impianto luci (il resort in quanto ad elettricità non bada a
spese, le parti comuni sono illuminate 24 ore al giorno). Sei ragazze di cui 2
piuttosto corpulente, in acqua fino alla cintura, con indosso “abiti” di
foglie, percuotevano l'acqua con le mani, cantando e ballando. Uno spettacolo
originale e simpatico, crediamo anche piuttosto faticoso (le “canzoni” infatti
erano piuttosto brevi).
Il giorno seguente, con il dinghy, scendiamo a terra
sull'isola di Aore. In prossimità del moletto in cemento vediamo una costruzione
adibita ad officina, ci viene incontro un giovanotto ben vestito sui 35 anni,
che si presenta come il direttore della scuola, ci dà il benvenuto, ci informa
come ogni mercoledì c'è un piccolo mercato di verdure dagli isolani di Malo,
mentre al porticciolo una equipe di volontari australiani sta lavorando per
costruire uno scivolo per alare grosse barche; l'officina e lo scivolo
appartengono alla scuola, che estende la sua proprietà fin sopra la collina. Ci
chiede se desideriamo visitare la scuola, dichiarandosi ben lieto di farci da
guida.
La costruzione dello scivolo
Il “mercato” della verdura
La scuola
Naturalmente accettiamo l'invito. Il giovane direttore è
nativo delle Salomon, è venuto qui per lavoro, ha sposato una donna del posto
ed hanno 2 bambini. Camminando nel parco con l'elrba perfettamente rasata ed
una vista mozzafiato sulla baia e su Ratua, ci parla della scuola con orgoglio
ed entusiasmo: è una scuola privata, della chiesa Avventista del settimo
giorno. Ospita 240 studenti tra primarie e secondarie; è dotata di mense e
dormitori, dal momento che quasi tutti i ragazzi provengono da diverse isole,
anche lontane, come Tanna e le Banks.
Ci viene mostrata la biblioteca, l'aula attrezzata a
laboratorio di scienze, la sala computer (con collegamento internet, che il
direttore vorrebbe estendere alla biblioteca) e quella riservata agli
insegnanti. Alcune parti della struttura avrebbero bisogno di essere rinnovate,
molti aiuti giungono dal governo
australiano, ma il loro obbiettivo è di cercare di essere sempre più autonomi.
Alle spalle degli edifici scolastici, verso la collina, ci
sono i “garden”, gli orti dove si coltivano frutta e verdura per la mensa. Gli
studenti vi dedicano 2 ore al giorno per 3 giorni alla settimana, tutto serve
per ridurre i costi delle rette.
Gli chiediamo incuriositi a quanto ammontano queste rette,
ci risponde che variano a seconda dell'età dei ragazzi, 700-800 US $ per i più
piccoli, 1200-1300 US $ per i più grandi, spesa annuale che comprende vitto e
alloggio.
Sono cifra impegnative se si considerano le difficoltà a
guadagnare denaro e il fatto che le famiglie da queste parti sono molto
numerose … sicuramente una scuola del genere non è alla portata di molti.
Ci congediamo dal nostro simpatico e zelante direttore, che
ci scatta una foto con la baia di Ratua - e Refola - sullo sfondo.
La nostra esplorazione prosegue con un po' di
snorkelling tra i coralli davanti a
Ratua, veramente belli e ricchi di pesce (aveva ragione il gestore del resort,
che quando siamo arrivati ci si è avvicinato con una barca a motore,
raccomandandoci di mettere l'ancora nell'area sabbiosa, per evitare di rovinare
il corallo).
Completiamo la nostra escursione con una passeggiata a piedi
sull'isola di Ratua.
il resort si estende su tutta l'isola, i bungalow sono delle
suite esclusive arredate in stile orientale, isolati uno dall'altro ed ognuno
con una propria spiaggetta privata.
Sempre in foggia orientale, un gruppo di camere sono invece
disposte intorno ad un giardino ricco di piante e fiori, con una specie di
salotto comune che si affaccia sulla spiaggia. I vialetti, naturalmente non
asfaltati, sono bordati con grossi tronchi, i prati sono curati, numerosi
cavalli, a cui è dedicato un vero “ranch”, sono a disposizione dei clienti,
così come calessini e biciclette. C'è addirittura un piccolo aeroporto, o
meglio una striscia di prato, ritagliata in una grande distesa di palme.
La gestione del resort è davvero molto ospitale con i
navigatori: collegamento wi-fi gratuito, libertà di girare per l'isola e di
usufruire dei servizi. Il resort è uno dei più belli che abbiamo visto da
queste parti, costa una cifra, ovviamente, ma stranamente è pieno di ospiti …
anche i ricchi piangono, forse, ma non proprio sempre...