Salpiamo da
Waterfall Bay alle 20.20 di martedì 14 luglio. Partire con il buio fa sempre un
po' di impressione, ma dopo qualche miglio ci si abitua all'oscurità , gli
occhi si adeguano e si riesce ad orientarsi.
E' la prima
navigazione notturna dopo oltre due mesi di brevi tappe giornaliere; anche se
solo per una notte, Lilli fatica un po' a riprendere il ritmo dei turni. La
prima guardia tocca a lei, dalle 21 alle 24. Il vento nelle prime due ore è sui
15-20 nodi e procediamo di bolina con genoa e randa ridotti, poi cala a 10-12
nodi, sempre da SE, ma con l'apparente riusciamo a mantenere un velocità media
decente, sui 5 nodi.
Alle 10.00
del mattino dopo arriviamo a Thion Island, una piccola isola molto vicina alla
costa nord-orientale di Espiritu Santo. Ancoriamo 300 metri a SE dell'isolotto
di Becephale (che sulla cartografia Navionics non esiste, ma per fortuna è
riportato sulla guida Tusker), su un fondale sabbioso di 14-15 metri
(15°02.152'S 167°04.997'E).
Il posto è
molto bello, siamo contornati da spiagge bianche…
… e l'acqua
assume tutte le tonalità del blu, dell'azzurro e del turchese.
Con la bassa
marea si può camminare a piedi sul reef emerso da Thion fino alla terraferma
dove c'è il villaggio.
L'insenatura,
che esploriamo col dinghy, prosegue per quasi un miglio, fino alla foce di un
fiume. La parte più interna della baia prende il nome di Port Orly, dove si può
ancorare dopo aver attraversato un reef con fondale minimo sui 5 metri.
Atterriamo
in prossimità del moletto in cemento di Port Orly; da lì una stradina conduce
al villaggio in cinque minuti.
Incontriamo
una coppia di navigatori tedeschi che sono alle Vanuatu da un anno, Frank e
Dora. Saputo che siamo diretti a sud, ci consigliano un altro bellissimo ancoraggio,
Oyster Island, a circa 25 miglia, dove loro stessi sono diretti; ci forniscono
utilissime e precise indicazioni sull'ingresso, che si può fare solo con l'alta
marea.
Il villaggio
è meno attraente di altri visti alle Vanuatu: le abitazioni sono metà casa/metà
capanna, con pareti in blocchetti di cemento grezzo e tetto di paglia, e poco
curate.
In compenso
c'è una banca, una chiesa con campanile, una grande scuola con primarie e
secondarie; il negozio principale vende solo cibo in scatola, il pane – ci
dicono – sarebbe stato disponibile in serata.
Dopo le
“fatiche” della navigazione notturna, ci concediamo una giornata di riposo;
venerdì 17 riprenderemo il mare con destinazione Oyster Island.