Peterson Bay è racchiusa ad ovest da Espiritu Santo ed a est
da una serie di piccole isole contigue; la più grande è Oyster Island, la cui punta SW divide la
baia in due parti: Peterson Bay Nord e Peterson Bay Sud.
Con la bassa marea il reef
tra le isole è affiorante, ma ci sono due pass: una a nord, non
segnalata, tra Oyster Island e Malvapevu Island, stretta e con fondale minimo di 1 metro e 60;
l'altra a sud, più ampia e segnalata, con fondale minimo di 4,8 metri per il
passaggio più esterno e di 1 metro e mezzo per quello più interno.
Ovviamente, per il nostro pescaggio, dobbiamo accedere a
Peterson Bay da sud.
Il primo passaggio, indicato da una coppia di gavitelli
verde e rosso, non crea problemi anche con la bassa marea; entriamo ed ancoriamo tra le isole di Malolo e Malwape,
su un fondale di 16 metri di sabbia (15°22.811'S 167°11.670'E).
La sosta è forzata per attendere l'alta marea, dal momento
che la pass successiva ha un fondale minimo di 1,5 metri ed il nostro pescaggio
è 2,05. Frank e Dora, gli amici tedeschi incontrati a Thion, ci raggiungono
allo stesso ancoraggio una mezz'ora dopo il nostro arrivo.
L'alta marea dovrebbe essere intorno alle 18, orario non
felice perché a quell'ora, da queste parti, è già buio. Con il loro Morgan
Elan, che pesca 1 metro e 40, Frank e Dora salpano ed entrano alle 16.45. Siamo
in contatto con la radio VHF e dopo il passaggio Frank ci comunica che ha
registrato un fondale minimo di 2 metri e 30. Bene, avremo almeno 25 centimetri
di acqua sotto la chiglia! Salpiamo velocemente anche noi ed alle 17
affrontiamo la pass, che essendo piuttosto tortuosa è segnalata da tre coppie
di gavitelli verdi e rossi. In corrispondenza dell'ultima coppia troviamo il
fondale minimo, di 2 metri e 70. Siamo dentro!
Ormai in acque sicure, procediamo in direzione nord per
mezzo miglio ed ancoriamo ad ovest di Oyster Island, su un fondale sabbioso di 10 metri (15°22.380'S
167°11.468'E); ci sono altre 5-6 barche, il mare è piatto.
Peterson Bay offre numerosi ancoraggi, ma il più gettonato è
proprio questo di Oyster Island, per molteplici motivi: è il più riparato, si
può accedere gratuitamente ad internet grazie alla connessione del resort, si
può andare facilmente sulla sponda di Santo usufruendo del traghettino del
resort oppure col dinghy, in questo caso utilizzando (sempre gratuitamente) un
ingegnoso sistema messo a disposizione dal resort, che permette di legare il
dinghy ad un circuito chiuso rinviato a
terra, in modo tale da non doverlo trascinare all'asciutto e di poterlo
recuperare in qualsiasi momento, indipendentemente dalle escursioni di marea.
Ma oltre alla sua buona fama, ci ha spinto qui anche la
curiosità. Tre settimane fa, quando eravamo a Luganville, in un supermercato
abbiamo trovato una giovane coppia di italiani da tempo residenti in Australia,
in vacanza alle Vanuatu. Ci avevano detto di aver affittato una casa proprio in
questa baia, a Malvanua Island, e invitato ad andare lì con la barca, avremmo
mangiato insieme una bella pastasciutta! Mentre noi soffrivamo l'ancoraggio
rollante di fronte al Beachfront Resort, loro ci dicevano che a Malvanua non
c'era onda e nemmeno un alito di vento! Erano accompagnati dal proprietario
della casa, che a sua volta ci sollecitava ad ancorare lì per qualche giorno;
noi avevamo in programma di risalire verso le Banks, e abbiamo declinato
l'invito, restando comunque incuriositi dalle tanto decantate attrattive di
Peterson Bay.
Ebbene, una volta qui andiamo col dinghy a Malvanua, a
trovare Torquil, il proprietario della Guest House! Ci accoglie calorosamente e
ci mostra la sua bellissima casa, con una vista eccezionale sulla baia. Gli
ospiti italo-australiani sono partiti, ed è in attesa di nuovi clienti. Ci
racconta la sua storia: scozzese, poliziotto, ritiratosi dal lavoro si è
trasferito prima in Nuova Zelanda, dove è rimasto 10 anni, da cinque anni è alle
Vanuatu. Ha sottoscritto con un chief (capo villaggio locale) un contratto di
leasing ed è diventato per 75 anni proprietario di due isole legate da un reef;
una l'ha lasciata intatta, su Malvanua ha costruito due case, una per sé e
l'altra, con quattro posti letto, che viene affittata a 330 $ australiani per
notte; alla scadenza del leasing dovrebbe essere rimborsato per quello che ha
costruito, in alternativa viene prolungato il leasing.
Il contratto di leasing gli è costato 450.000 $ australiani,
da pagare a rate, più una rata annuale di 70.000 vatu (circa 600 €); ci è
sembrato soddisfatto della sua scelta, ed a ragione diciamo noi! Il posto è
incantevole, in mezz'ora può andare a Luganville e rifornirsi di ogni cosa, con
un minimo di presenze ha anche la possibilità di guadagnare; gli facciamo i
complimenti e per chi volesse saperne di più questo è il suo sito web: www.
Malvanuaisland.com.
Nella Paterson Bay sfociano due fiumi, uno nella parte nord
di fronte ad Oyster Island, l'altro nell'estremo sud; entrambi si possono
risalire con il dinghy per circa un miglio e mezzo fino alla sorgente, che
giustamente viene chiamata Blue Hole (buco blu). Si tratta infatti di una
specie di laghetto (una ventina di metri di diametro), dove l'acqua, dolce e di
un'incredibile trasparenza, appare di un blu intenso a causa della profondità.
Abbiamo fatto entrambe le escursioni, e siamo restati davvero incantati non
solo dalla sorgente ma anche dal percorso sul fiume; mai vista acqua così
chiara, in cui si specchiava la foresta tropicale. Normalmente la visita agli
Blue Hole costa 500 vatu (circa 4,5 euro) a testa, noi siamo stati fortunati e
non abbiamo pagato niente, perché non c'era nessuno a chiederci i soldi. Unica
accortezza: ci sono un paio di passaggi poco profondi, soprattutto nella parte
iniziale della risalita, meglio aspettare almeno mezza marea per evitare di
toccare con l'elica.
E infine ecco il Blue Hole
Prima di partire salutiamo invitandoli per un drink gli
amici tedeschi Frank e Dora, che ci hanno indicato questo ancoraggio e ci sono
stati preziosi per l'ingresso. Anche loro
stanno facendo lentamente il giro del mondo, hanno acquistato la barca
in Florida, ed ora, dopo le Banks, faranno rotta per l'Australia.
La nostra sosta ad Oyster Island si conclude con un'ottima
cenetta al Resort.
Domani sveglia alle 6, perché alle 7.15 abbiamo
l'appuntamento con l'alta marea, per poter uscire dalla pass.