lunedì 13 luglio 2015

BANKS - VANUA LAVU Sola Bay


Martedì 7 luglio partiamo di buon'ora, anche se abbiamo solo 27 miglia da percorrere; il vento intorno a mezzogiorno calerà e dobbiamo fare economia di gasolio.
Riusciamo a fare tutto il percorso a vela e alle 12.30 diamo ancora a Sola Bay, sul lato sud di Port Patterson, su un fondale di sabbia di 5-6 metri (13°52.430'S 167°33.203'E).
Sulla guida abbiamo letto che qui ci sono i coccodrilli, ma ciononostante mi tuffo per controllare l'ancora e il fondale nei dintorni; l'acqua non è limpidissima, ma si distingue il fondo di sabbia e non ci sono coralli. Per sicurezza evito di restare a lungo in acqua . non vorrei fare brutti incontri.
Sola è il villaggio principale di Vanua Lavu ed anche il centro amministrativo della provincia formata dalle Isole Torres e Banks, che viene chiamata "TORBA". Vi hanno sede una stazione di Polizia, un ufficio postale, una banca, un tribunale; era presente anche un ufficio della dogana, attualmente chiuso per mancanza di personale.
Notiamo subito una differenza dalle altre isole: non si avvicinano canoe a darti il benvenuto, ed anche per le strade la gente ti saluta con meno cordialità . ne restiamo un po' delusi.
Poco dopo di noi arriva un catamarano d'altri tempi, tipo Warrant, con a bordo un gruppo di 8 fijiani; osserviamo la loro manovra di ancoraggio e restiamo colpiti dal timone a barra, costituito da un lungo palo, fissato allo scafo con delle cime, con la parte terminale a forma di pala. Il motore è costituito da due eliche fissate ad un asse sospeso tra i due scafi: quando si prevede l'uso del motore, l'asse viene abbassato fino ad immergere le eliche, azionate dalla corrente delle batterie.
Più tardi , a terra, incontriamo uno dei marinai; ci spiega che a bordo ci sono inviati del governo delle Fiji, la cui missione è organizzare incontri e seminari ad operatori locali, in tutte le Vanuatu. Chiediamo notizie sul catamarano: non hanno né frigo, né dissalatore, né generatore, né pilota automatico ... solo un paio di pannelli per caricare le batterie, eppure solcano l'oceano, e sono venuti dalla Nuova Zelanda, come noi!
Il litorale della baia ha una grande spiaggia, al centro della quale si trova un resort ben curato, con Yacht Club (ormai abbiamo capito che qui "Yacht Club" non significa servizi per le barche, ma che gli equipaggi sono i benvenuti per mangiare qualcosa, scambiare libri e informazioni). Robert, il proprietario, è una persona estremamente gentile e disponibile e si dà da fare per incrementare il turismo; ci informiamo subito sulla presenza di coccodrilli: lui ce la conferma, ma solo nella parte nord di Port Patterson, in prossimità di Nawono Bay. Ci dice, rassicurante (?), che se non sono molestati non attaccano le persone, anche se sono grossi, alcuni esemplari arrivano a 6 metri di lunghezza.
Quando gli chiediamo se ha una connessione internet, ci dice che era disponibile fino a quando si è guastato il trasformatore 24/12 V e se ne abbiamo uno disponibile si può ripristinare. Purtroppo ne siamo sprovvisti, ma lui si offre per accompagnarci al Centro Amministrativo della provincia di TORBA, ed intercedere affinché ci consentano di usare la loro rete.
Detto fatto ci rechiamo in questi uffici, dove veniamo presentati ad un europeo (tedesco? non abbiamo ben capito, ha girato mezzo mondo) che risulta essere un consulente volontario che lavora qui da un paio di anni. Persona altrettanto gentile e disponibile, che ci mette a disposizione un pc; noi speravamo di ottenere la password della loro rete, ma questo era proprio tabù.
Allo Yacht Club ci fermiamo per il pranzo: pesce al curry con due ciotole di riso e verdura, cocco fresco come bevanda. Robert ci chiede, e sembrava imbarazzato, 300 vatu a testa (circa 2,7 ?). Incredibile!
Durante la nostra passeggiata siamo avvicinati da un giovane sulla trentina. Dopo le solite presentazioni, Richy ci racconta i suoi progetti (per ora solo sogni): la moglie che ora è in maternità, lavora per il governo nel settore turistico, il suo desiderio sarebbe di incentivare il turismo mettendo a disposizione servizi e strutture adeguate. Lui è originario dell'isola di Gaua, dove il padre è proprietario della cascata attigua al grande lago; purtroppo ora tutta l'area, troppo distante dalla costa, viene visitata solo raramente, non ci sono strade di accesso, ma solo sentieri da percorrere necessariamente a piedi. Ebbene, lui vorrebbe organizzare un servizio di idrovolante, che può ammarare sul lago e fare un giro panoramico su tutte le isole! Una bellissima idea, molto ambiziosa, gli abbiamo detto, ma lui era fiducioso anche perché ha delle conoscenze che lo possono aiutare; gli abbiamo augurato davvero sinceramente di poter realizzare i suoi progetti.
Il giorno seguente, approfittando della calma di vento, facciamo un'escursione con il dinghy alle isolette che si trovano a 3 miglia dal nostro ancoraggio, Kwakea e Nawila, separate da Vanua Lava da uno stretto canale di 0,4 miglia, Maseunar Channel. Le due isolette sono contornate da un'unica barriera corallina, ma sulla parte di Kawakea che si affaccia sul canale c'è una bellissima spiaggia, con sabbia bianca e acqua limpidissima.
Credevamo che l'isola fosse disabitata, ma una volta a terra vediamo un piccolo resort (chiuso ed in stato di abbandono) e troviamo due giovanotti, che in un inglese molto approssimativo ci informano che tutta l'isola ed il resort sono di proprietà di un ricco australiano, che altre persone vivono insieme a loro, ma ora sono a Sola. Non sembravano soffrire di solitudine, e d'altra parte il posto è davvero bellissimo.
Un po' di snorkeling (abbiamo visto di meglio) e rientriamo in barca per pranzo.
Domani, venerdì 10 luglio, ritorna il vento, così riprenderemo la navigazione verso l'ultima isola delle Banks, Ureparapara.