venerdì 1 febbraio 2013

Bonaire

12:09.12N 68:16.73W
Lunedì 28 gennaio, di buon’ora alle 7.50, salpiamo da Mangrove Bay: la luce è ancora bassa e la visibilità non è delle migliori, ma vogliamo arrivare presto a Bonaire, soprattutto per trovare una connessione internet, che ci manca da quando abbiamo lasciato Grenada (20 gennaio); ci affidiamo perciò alla traccia del percorso di ingresso registrata sul plotter, e procediamo lentamente.
Quasi fuori dai bassi fondali, ormai completato il percorso di uscita, veniamo chiamati al VHF dalla Guardia Costiera, che ci dice di voler fare l’ispezione a bordo; tentiamo, pur con la difficoltà della lingua (loro parlano solo spagnolo, neanche una parola di inglese) di spiegare che abbiamo fretta di partire, che è pericoloso fermarsi dove siamo a causa dei bassi fondali, che il vento sta rinforzando, ma non c’è niente da fare, insistono per salire a bordo e quindi dobbiamo tornare indietro. Alle 8.30 ancoriamo su 3 mt, circa 500-600 mt ad ovest dell’isola.
Con il binocolo teniamo sotto controllo la piccola lancia davanti alla sede della Guardia, per vedere se si muove qualcuno; dopo 15 minuti chiamiamo (con l’aiuto di Martina che se la cava bene con lo spagnolo) per sapere quando verranno a fare questa ispezione, “5 minutos” è la risposta.
Il tempo passa e non succede niente, abbiamo l’impressione che si prendano gioco di noi, o che ce la vogliano far pagare perché abbiamo detto di avere fretta; comincio a pensare a come dovremmo comportarci se fosse davvero così: potrei anche partire, tanto non hanno un mezzo per inseguirci, però potrebbero segnalare alla casa madre il fatto e mandare qualche motovedetta a cercarci… scarto questa possibilità, meglio non rischiare.
Finalmente, verso le 9.15, vediamo 2 persone a bordo di un piccolo gommoncino di 2,5 mt, con un motore 2 CV, che si avvicinano a noi, quasi faticando anche se in favore di vento a restare a galla; sono 2 giovani ragazzi della Guardia Costiera, che avevano appena finito un’ispezione su un’altra barca.
Salgono a bordo con fare molto rispettoso e cominciano a scrivere su moduli prestampati (identici a quelli compilati dai loro colleghi di La Blanquilla); per fortuna ne avevamo una copia e così il più anziano dei 2, avrà avuto 25 anni, si limita a copiare i dati e a ripetere qualche domanda, la cui risposta era comunque già scritta nella copia d’ispezione della Blanquilla.
Dopo circa 15 minuti, mi fa firmare la copia del nuovo modulo e ci comunica che ha terminato, offriamo loro una coca-cola che accettano volentieri e per non farci perdere altro tempo si congedano.
Riprendiamo la navigazione issando il ballooner e con il vento in poppa la velocità è sugli 8-9 kn, misuriamo con l’anemometro portatile un vento apparente tra i 10 e 14 kn; alle 12.50, percorse 34 M, togliamo il ballooner e strambiamo, alle 15.40 prendiamo una boa davanti al centro di Kralendijk capitale di Bonaire.
Alcune note per l’atterraggio: l’ancoraggio è vietato ovunque, peraltro i fondali sono di 30 mt fino a poche decine di mt da terra; ci sono molte boe posizionate davanti alla cittadina, gestite dall’Harbour Marina Village che si trova circa mezzo miglio a nord; all’arrivo si va alla dogana (un unico sportello per dogana e immigrazione) che si trova in prossimità del North Pier, dove attraccano periodicamente le grandi navi da crociera. Volendo, si potrebbe anche attraccare provvisoriamente a questo pontile per fare la pratiche, ma il molo è molto alto e quindi meglio prendere una boa o recarsi al marina dell’Harbour Marina Village, per fare poi le procedure di ingresso.
Ci sarebbe anche il Nautico Marina, in prossimità del North Pier, un marina privato che gestisce una decina di posti barca, ma le profondità sono di circa 2 mt.; abbiamo più volte chiamato al VHF per maggiori informazioni, ma nessuno ha mai risposto, né abbiamo trovato presenze di barche o addetti al ricevimento.
Tutto sommato la boa è ancora, a nostro avviso, la sistemazione migliore, 10 $ al giorno, vicino al centro, per contro il marina chiedeva 1$/feet + acqua + elettricità + 6% tasse, e inoltre si trova a circa 1 km dal centro.
Un terzo marina 1,5 km a sud, il Plaza Resort Marina, è secondo il portolano occupato da barche locali e con fondali limitati.
All’arrivo tutto l’equipaggio della barca si deve presentare alla dogana con il passaporto e altrettanto occorre fare alla partenza, per registrare l’uscita.
A titolo di cronaca, ricordiamo che dal 2008 Bonarie ha scelto di essere una municipalità speciale d’oltremare olandese, nel 2010 si sono sciolte le Antille Olandesi ed ora la moneta ufficiale è il dollaro USA!
Giovedì 31 lo dedichiamo alla scoperta delle bellezze dell’isola, affittiamo un’auto e facciamo un tour; moltissimi i siti diving, la maggior parte dei sub noleggia un pick-up, carica tutta l’attrezzatura e via a fare immersioni.
Abbiamo visto le antiche (e tuttora attive) saline, dove l’acqua è di colore rosa, venendo dal mare si notano le montagne di sale che sono un facile punto cospicuo.
Un sito che ci è piaciuto molto è Lac Bay, si trova nella parte est dell’isola, una grande baia racchiusa da una barriera corallina affiorante, che impedisce l’ingresso dell’onda; paradiso dei surfisti, vento senza onda, ci fermiamo a mangiare in un simpatico bar ristorante, Jibe City, centro con noleggio di tavole, scuola di surf ecc..
Proseguendo il nostro giro, passiamo su strade sterrate in mezzo a lagune salate, ricche di mangrovie, abitate da fenicotteri rosa e bianchi, ovunque cactus di tutte le misure.
Complessivamente un’isola che vive di turismo, le grandi navi da crociera sono presenti tutte le settimane, perciò il centro abitato si è sviluppato vicino al porto, con negozi pronti a soddisfare gli interessi delle migliaia di passeggeri che sbarcano ogni volta; ma l’isola sta anche affermando una vocazione naturalista, a protezione dell’ambiente, delle acque e dei fondali.