giovedì 28 febbraio 2013

Isole San Blas

09:37.76N 78:51.62W

Giovedi 21 febbraio alle 9.45 salpiamo dalle Islas del Rosario: la nostra meta e' adesso il famoso (per i velisti in questi mari) arcipelago delle isole San Blas. Tutti ne parlano come di un posto meraviglioso, in cui fermarsi per mesi ….
Il vento da N-NE sui 15-20 kn ci regala un'andatura al traverso-giardinetto che ci permette di tenere a riva tutte le vele (genoa, randa, mezzana); il mare, all'inizio sui 1-2 mt, si alza in seguito fino a 3,5 mt, per poi diminuire nell'ultimo tratto sui 2-3 mt; belle onde, ma niente a che vedere con quanto passato a largo di Branquilla.
Sicuramente abbiamo fatto bene a rimandare di un giorno la partenza, la notte con la luna a ¾ in crescita passa tranquilla, con una buona visibilità.
Alle 13.30 di venerdi 22 ancoriamo al Cayo Holandes Est (9°35.11'N 78°41.58'W): quando si arriva qui per la prima volta fa un bel po' di impressione passare vicini a secche e fare slalom tra i bassi fondali. La cartografia elettronica è solo un piccolo ausilio: per l'atterraggio, come abbiamo più volte ricordato, è soprattutto necessario avere una buona luce; il portolano "The Panama Guide" di Nancy e Tom Zydler ha delle mappe ben dettagliate e fornisce un buon contributo per individuare le zone di ancoraggio e le pass.
Le San Blas sono una miriade di piccole e piccolissime isolette, piatte, piene di palme, sabbia bianchissima. Tutte sono circondate e protette da estese barriere coralline, su cui in continuazione frangono le onde dell'Atlantico. Gli ancoraggi sono quindi sempre al riparo dall'onda, mentre il vento è costante 10-12 kn, quel che serve per smorzare il caldo del sole anche nelle ore centrali. L'acqua ha i tipici colori caraibici, con mille sfumature di celeste, azzurro e verde smeraldo. Se proprio bisogna trovare difetti in questo posto, ci hanno detto che tutta la plastica che circola in Atlantico (ed e' tanta) viene a finire tutta qui ed in effetti ne abbiamo vista moltissima … anche il tempo non e' dei migliori, un cielo spesso nuvoloso toglie al paesaggio molta parte del suo fascino, solo nella stagione secca (da dicembre a marzo) la situazione migliora.
Sabato 23 rimaniamo quindi in sosta al Cayo Holandes ed esploriamo i paraggi con il tender. Piano piano siamo contagiati dal ritmo lento e pigro di questa parte del mondo … quel che non si fa oggi si fara' domani …
Sul canale 68 vhf, il 90% delle comunicazioni è tra barche italiane, e cosi' prendiamo contatto con Bobo e Mary di Eccola IV, con Paolo di Felicite, Enzo del Gardellin, che conoscevamo solo nelle comunicazioni in SSB, conosciamo ancora Marzia, Spartaco, Amedeo, Simonetta, tutti velisti italiani sparsi un po' dappertutto nell'arcipelago.
Domenica 24 ci spostiamo a Cayo Lemon Est a 12 M, ormai abbiamo preso dimestichezza con questa navigazione breve e con le passe, peraltro abbastanza facili e spesso ampie; ancoriamo su 6mt. di fondale sabbioso (9°33.69'N 78°51.75'W). Passiamo una simpatica serata con Bobo e Mary, che bazzicano qui da più di un mese e ci trasmettono tutte le loro conoscenze sul luogo: apprendiamo che da qui si può raggiungere Panama in circa 4 ore, prendendo una lancia (water taxi) che ti porta sulla terraferma e poi un auto, costo circa 30$; a Polvenir, isoletta a 6 M ad ovest, c'è una stazione di polizia, dogana ed immigrazione, si può fare un permesso provvisorio di navigazione per Panama, c'è anche un piccolo aeroporto, 2 ristoranti ed un albergo, si possono acquistare le schede telefoniche locali.
Lunedì 25 ci rechiamo a Polvenir; compriamo una sim locale (le nostre non prendono alcuna rete) per prendere contatto con un agente per fare le pratiche per il passaggio del canale, prenotare un posto barca a Colon. Abbiamo avuto notizie che le procedure per il passaggio sono lunghe ed anche il posto barca a Colon non è scontato. Gli uffici invece sono deserti perche' i funzionari sono riuniti al congresso dei Kuna, la popolazione locale. Cogliamo l'occasione per fotografare alcuni Kuna in abiti tradizionali, ed il "congresso" che si svolgeva nel ristorantino in cui avremmo voluto mangiare (ci avevano detto per 4,5$ a testa!).
Nel pomeriggio ci spostiamo a Cayo Chichime', anche questo bellissimo ancoraggio tra 2 isolette di palme e con la barriera corallina che ripara dal mare esterno, diamo fondo su sabbia in 9-10 mt d'acqua (9°35.23'N 78°52.97'W).
A Chichime' incontriamo Marzia ed Alessandro, armatori di Parmelia, che partiranno l'indomani per Colon: hanno in progetto come noi di raggiungere la Polinesia francese, sono qui da più di 2 mesi e sono già avanti con le pratiche per il canale ed il permesso per le Galapagos, così facciamo tesoro delle loro ricerche, raccogliendo appunti ed i nominativi degli agenti per le pratiche doganali.
Concordiamo con una simpatica famigliola di Kuna la pulizia dell'opera viva della barca: il mattino seguente si presentano in canoa, babbo con 4 ragazzini di età compresa tra i 10 e 15 anni, armati di pinne, maschere e spazzole, contenti come fosse un gioco, in meno di 2 ore hanno fatto un buon lavoro; hanno chiesto 20 $, che sono stato ben felice di dargli, per l'entusiasmo che ci hanno messo.
Martedi' 26 torniamo a Cayo Lemon, dove nel frattempo sono arrivati Paolo e Sonia di Felicite, conosciuti via radio SSB; sono alle San Blas da un mese, ed il loro progetto è di risalire verso Cuba in marzo.
Noi nel frattempo siamo riusciti ad ottenere un posto barca per il 28 febbraio a Colon, Shelter Bay Marina, e ad avere un primo contatto con un agente: Eric Galvez (www.centenarioconsulting.com).
Anche per noi è dunque arrivato il momento di muovere verso Colon, anche perche' Wilma ha il volo di ritorno in Italia il 2 marzo da Panama City; sono circa 75 M che dividiamo in 2 tratte.
Mercoledi' 27 febbraio salpiamo da Cayo Lemon alle 8.30, con destinazione Isla Linton a 45 M. Forse ritorneremo alle San Blas, nelle prossime settimane, se il tempo di attesa per il passaggio del canale ce lo permetterà; nel frattempo possiamo dire che i pochi giorni trascorsi qui ci sono rimasti nel cuore … abbiamo capito perché tanti navigatori si fermano qui per mesi e spesso ritornano negli anni successivi: gli atolli, tanti, simili, ma uno diverso dall'altro, l'acqua limpida, la gente semplice ma rispettosa … ci si abitua a ad avere mille posti diversi a poche miglia l'uno dall'altro, e si girovaga da un cayo all'altro, sempre incontrando nuovi e vecchi amici con cui condividere serate e racconti …