12:04.83N 68:51.41W
Venerdì 1 febbraio, alle 9.50, lasciamo le limpide acque di Bonaire con destinazione Curacao, vento da ENE sui 15-20 kn, genoa tangonato e mezzana; teniamo una buona media, sui 6,5-7 kn, ed alle 15.30 imbocchiamo il canale che porta a Spanish Water.
Avevamo fatte molte ricerche su internet per sapere di più di questo posto, non essendo disponibili un portolano e carte dettagliate; le informazioni erano comunque datate e non molto precise, sembrava che ci fosse l’imbarazzo della scelta per i marina, boe ed ancoraggi.
In realtà, dopo aver percorso in lungo ed in largo, laddove i fondali lo permettevano, tutta la laguna di Spanish Water, abbiamo capito che di marina ce n’è uno solo, o meglio 2 gestiti dalla società Santa Barbara Resort: il Seru Boca, che si trova nella prima baia a destra dopo la fine del canale, e Santa Barbara Beach, che si trova all’ingresso del canale; la tariffa del primo è di 1,5 US$ al piede, quando abbiamo chiesto la disponibilità ci hanno risposto che era tutto esaurito, proponendoci il secondo, dove si pagano 3 US$ al piede, praticamente 160 US$ a notte più accessori!
Lo Yacht Club Curacao, il primo ben visibile alla fine del canale verso nord, ha posti riservati ai soli soci, ed era tutto pieno; il Kima Kalki Marina, nominato anche nel sito Noonsite di Jimmy Cornell, è costituito da pochi posti barca, peraltro esauriti, bassi fondali, massimo 2-2,5 mt per qualche posto verso l’esterno; infine altri 2 porticcioli nella baia NW entrambi con fondali inferiori ai 2 mt.
Alla fine della nostra ricerca, scegliamo un ancoraggio circa 200 mt a NW dello Yacht Club Curacao, fondale 4-6 mt con fango ottima tenuta, ben riparato da onda e vento, ma soprattutto abbiamo una connessione gratis da 5 tacche! Wp 12° 04.83’N 68° 51.41’W.
Sabato ci rechiamo alla capitale dell’isola, Willemstad: dinghy fino a Fisherman Harbour, baia NW di Spanish Water, il bus lo abbiamo atteso invano, abbiamo preso un taxi per 25 $.
A Curacao la moneta ufficiale è il Guilder (fiorino olandese), che vale circa 0,5 €, ma tutti accettano anche gli U.S. $ come moneta corrente.
Ci rechiamo alla dogana ed all’immigrazione per fare l’ingresso; anche qui, come a Bonaire, gli ufficiali dell’immigrazione vogliono veder tutto l’equipaggio al completo.
Espletate le pratiche, ci dedichiamo a fare i turisti.
Il centro pedonale (Punda) è pieno di negozi soprattutto di abbigliamento, gioielli ed orologi, anche di grandi marche, sicuramente orientati al turismo delle grandi navi da crociera.
La città occupa una grande baia con isolotti collegati da ponti mobili di varie dimensioni, che si aprono per permettere il passaggio delle imbarcazioni.
Le strade sono curate e pulite; le case, come descritto in tutte le guide, hanno colori vivaci e sgargianti, e l’inconfondibile foggia olandese.
Abbiamo pranzato all’Old Market, un grande capannone una volta adibito a mercato ed ora occupato da cucine da campo e tavoloni con panche, dove si mangiano piatti tipici locali con 10 $ a testa.
Domenica siamo andati con la barca a Caracas Bay, 3 M più a nord: la baia è parzialmente occupata da una grande piattaforma posa cavi, l’acqua è limpidissima e la barriera corallina arriva con ampie profondità vicino alla costa, si può ancorare in 3-8 mt sulla sabbia, sulla parte NE.
In fondo alla baia è già costruito, ma non ancora in funzione, un villaggio turistico con annesso marina per le barche. Facciamo il bagno, uno spuntino, e rientriamo per la notte a Spanish Water.
Lunedì torniamo in città per fare dogana di uscita e la spesa, martedì 5 lasceremo Curacao prendendo la rotta costiera per Cartagena.