lunedì 23 aprile 2018

Maldive: RASDHOO - MATHIVERI - VIHAMAAFARU



Navighiamo per 25 miglia fino all’atollo di Rasdhoo, manco a dirlo, solo a motore. Ornella e Umberto sono a bordo di Refola da 10 giorni e non hanno mai visto aperte le vele. Per fortuna lo scenario che ci circonda ripaga la frustrazione di velisti senza vento.
Rasdhoo è un piccolo atollo di forma circolare, con un diametro di circa 4 miglia, cui si accede tramite due pass sul versante meridionale, poste ad est e ad ovest dell’isoletta che dà il nome all’intero atollo.
Avvicinandoci alla pass di accesso (quella orientale) ci rendiamo subito conto della differenza tra la cartografia C-Map, su cui avevo impostato la rotta, e l’immagine satellitare: su C-Map il canale risulta spostato ad ovest di circa 400 metri, e lo stesso vale per la cartografia Navionics!


La cosa non è affatto rassicurante, ma ci affidiamo alle immagini satellitari e soprattutto alla traccia di Zoomax; il WP di accesso è 4°15.769'N 73°00.009'E; superiamo facilmente la pass e poi, con un ampio giro per evitare i bassi fondali a nord del porto di Rasdhoo, andiamo ad ancorare a nord della adiacente isola Kuramathi, occupata interamente da un grande resort, dove i fondali sono più uniformi e c’è più spazio. Caliamo l’ancora su 17 metri di fondale sabbioso, con qualche macchia di corallo basso (4°15.732’N 72°58.759’E). Poco distante, sull’area a NE di Kuramathi, ci sono una decina di boe, per lo più già occupate da motoscafi e imbarcazioni per servizi turistici, diving e gite.
Il giorno seguente andiamo con il dinghy al villaggio di Rasdhoo, a circa mezzo miglio, per cercare un po’ di frutta e soprattutto acquistare nuovo credito per la SIM-Card delle Maldive, senza il quale non possiamo connetterci ad internet. Avvicinandoci osserviamo che le barche che entrano in porto sono costrette a seguire un percorso a zig-zag, segnalato da paletti; col dinghy noi andiamo diretti, ma in alcuni punti non abbiamo più di 50 centimetri d’acqua sotto la chiglia.
La prima impressione, appena scesi a terra, è di estremo ordine e pulizia: due signori stanno raccogliendo foglie e rari rifiuti dal piazzale sabbioso antistante il porto, intorno vediamo giardinetti con le immancabili palme e alberi del pane, nonché un variopinto parco giochi per bambini. 



Veniamo subito avvicinati da un altro locale in motocicletta che ci porge il benvenuto con qualche parola in italiano: è il proprietario di una guest-house in cerca di clienti, ma si rende subito utile con le informazioni di cui abbiamo bisogno (dove possiamo trovare un ATM per prelevare contante, un supermercato per frutta e verdura, dove ricaricare la SIM e dove pranzare).

Si nota subito la vocazione prettamente turistica dell’isola: negozi di souvenir, alberghi e numerosi centri diving. La nostra guida ci racconta che ci sono 37 guest-house e circa 1200 abitanti.
Andiamo un po’ a zonzo per le strade di sabbia, percorse esclusivamente da qualche motorino, facciamo provvista di frutta e verdura, rinnoviamo il credito della SIM-card e andiamo a mangiare davanti al porto alla locanda “Palm Shadow”, il solito menù (riso, pollo, pesce) e prezzi bassi.
Cielo coperto e piogge frequenti stanno caratterizzando il meteo di questi giorni; solo raramente compare un po' di sole, e l’assenza di luce non ci invoglia a fare bagni ed escursioni per vedere coralli e pesci.
Salpiamo il 20 aprile con destinazione Mathiveri, 18 miglia a WSW.
Mathiveri è una piccola isola che fa parte di uno dei più grandi atolli delle Maldive, Alif Alif (AA) o North Ari Atoll; l’ancoraggio ad est dell’isola è ben protetto da SW a NW, cioè dai venti dominanti degli ultimi giorni. Ancoriamo su un fondale di 14 metri, di sabbia con molte formazioni coralline (4°11.437’N 72°45.184’E); per evitare che la catena in bando si incattivisca su qualche corallo, vi fissiamo una boa che ne tiene sollevati gli ultimi 20 metri, vicino alla barca.
Prima di ancorare, in avvicinamento, vediamo una di quelle scene che fanno accapponare la pelle dei velisti: due alberi sghembi spuntano dall’acqua in prossimità del reef. Si vedono le sartie, le volanti, e la posizione degli alberi fa pensare che la barca, sott’acqua, sia spezzata in due. Nonostante la giornata cupa, aliamo il dinghy per andare a vedere il relitto, che si trova mezzo miglio più a nord. Solo Umberto ed io ci tuffiamo, mentre Ornella e Lilli rimangono sul dinghy, entrambe con un’espressione un po’ tesa sul volto. 


La visibilità sottacqua è ridottissima, a stento riusciamo ad intravvedere lo scafo appoggiato sul fianco sinistro, su un fondale sabbioso di circa 10 metri. Risaliamo sul gommone un po’ mogi. Una visione del genere fa sorgere sempre mille interrogativi: cosa sarà successo? Un’avaria, una distrazione, condizioni meteo difficili? Vista la poca distanza dall’isola diamo per scontato che l’equipaggio sia rimasto illeso, ma ciò non basta a mitigare il dispiacere.
Il giorno seguente decidiamo di spostarci; il posto dove siamo non è allettante, le acque sono un po' torbide, e poi c’è sempre quel relitto poco distante… unica nota positiva un bel segnale internet che viene dal villaggio di Mathiveri.
Sei miglia più a sud c’è una piccola laguna, Vihamaafaru, che offre una buona protezione da S a W; vi si accede da sud, ed il sole che finalmente è riapparso ci permette di vedere chiaramente il passaggio (WP di accesso 4°07.262’N 72°45.346’E, rotta 280°). 
In breve tempo siamo dentro, nel passaggio registriamo un fondale minimo di 14 metri. Risaliamo sul lato ovest della laguna, molto profonda, e la esploriamo verso nord in cerca di fondali più ridotti; vediamo però che a profondità meno elevate, sui 10 metri, aumentano le macchie di corallo. Per stare tranquilli, ancoriamo in acque profonde 26-27 metri, su sabbia (4°07.597’N 72°44.838’E).
Anche qui l’acqua non è trasparente, e i coralli visibili dove si alza il reef sono morti, anche se ricchi di pesci colorati; insomma un ancoraggio buono per la protezione, ma niente di più. 
Al tramonto decidiamo che non vale la pena sostare, domani ci sposteremo sul lato orientale dell’atollo di Alif Alif, nella piccola laguna di Maagaa.