Salpiamo
alle 12.40 di lunedì 27 luglio. La distanza da coprire è di circa 105 miglia,
ma navigheremo di bolina e dovremo fare almeno due bordi. Il vento è meno teso
delle tappe precedenti, all'inizio sui 20-22 nodi, poi verso sera sui 15-20,
sempre da ESE; l'onda è sui 2,5-3 metri, ma in alcuni tratti, sottovento alle
isole di Ambrym, Epi ed Emae, cala a circa un metro e mezzo.
Questa nuova
navigazione notturna, a distanza di 12 giorni dalla precedente, risulta più
agevole anche per Lilli; oltre tutto una luna crescente e quasi piena illumina
il mare fino alle 4 del mattino.
Alle 9 siamo
già praticamente arrivati. Prima di entrare al marina, approfittiamo delle
calme acque della grande baia Mele per fare la taratura della bussola
elettronica del pilota automatico, che aveva un errore di 20°: due giri
completi tenendo una velocità inferiore a 2 nodi, nuovo allineamento con la bussola
magnetica e la taratura è completata; alle 9.30 ormeggiamo al pontile dello
Yachting World Marina, il log segna 135 miglia percorse.
Questo posto
ci ricorda ovviamente la preoccupazione e la paura che qui abbiamo avuto per
Luciano. Da quando è tornato in Italia abbiamo sempre avuto notizie della sua
povera gamba, e per fortuna (ma ci sono voluti due mesi) la sua tremenda
infezione è risolta.
I giorni di
sosta passano velocemente, e capitiamo proprio quando si festeggia il 35esimo
anniversario dell’indipendenza delle Vanuatu dal “condominio” anglo-francese.
Ma oltre al
relax ci sono diversi lavoretti da fare, tra cui i più importanti: verniciare
le bombole del gas, che sono ormai impresentabili per la ruggine che continua
ad aumentare; modificare il passaggio dei cavi dei pannelli solari, che
disturbano il segnale AIS del nuovo plotter; montare il nuovo fishfinder,
gentile omaggio che abbiamo ricevuto dalla Navionics grazie alla casa editrice
di Antonio Penati, il Frangente.
A Port Vila
ritroviamo gli amici di Dream Time e anche Antonio di By Myself, che insieme ai
suoi due giovani ospiti, Nadj e Sabele, avevamo salutato a Wangharei. Loro
avevano lasciato la Nuova Zelanda un giorno prima di noi, diretti alle Tonga.
Passiamo insieme alcune belle serate.
Ormeggiato
vicino a noi un altro Amel, Pacific Cool. L'armatore, il simpatico Bill, è una
vecchia conoscenza; lo abbiamo incontrato la prima volta a Raiatea, due anni
fa, quando aveva appena comprato la barca che era in vendita presso il cantiere
CNI; Bill non aveva nessuna conoscenza delle barche Amel, nessuno gli aveva
dato istruzioni. Pacific Cool gli era piaciuta e l'aveva acquistata, ma quando
è stato il momento di metterla in acqua si è trovato subito in difficoltà per
far funzionare l'elica di prua (per fortuna ero vicino e sono corso sulla sua
barca per dargli un aiuto). Lo abbiamo poi ritrovato in Nuova Zelanda, e qui a
Port Vila un mese e mezzo fa; ora parte in solitario per l'Australia, dove lo
raggiungerà la moglie.
Per qualche
ragione ho sempre considerato Bill un audace fortunato, ed i fatti recenti
confermano questa mia sensazione: già il giorno della partenza, salutati tutti
e mollati gli ormeggi, ritorna in banchina dopo un paio d'ore, con una lunga
scucitura sul genoa e l'alternatore di potenza che si era allentato; ha potuto
rimediare comodamente in banchina ed è ripartito il giorno seguente.
Oggi
riceviamo una lunga mail dove Bill ci racconta le disavventure di questa
traversata in solitario:
è caduto in
acqua mentre cercava di portare in coperta il dinghy che aveva appeso alle
gruette di poppa, per fortuna era legato e così è riuscito a risalire, ma
quanta paura e quanta fatica...
Poi si è
spento il motore, ma con il manuale ha capito che si trattava del filtro
gasolio e pur non avendolo mai cambiato è riuscito a far ripartire il motore,
infine anche il generatore non ne voleva sapere di accendersi, ma la
determinazione di Bill ha fatto sì che individuasse uno spinotto un po' aperto
e che risolvesse anche questo problema; ha passato brutti momenti, ma alla fine
tutto è andato bene.
Vicino a noi
anche un grosso catamarano americano, con a bordo 6 bambini dai 4 ai 10 anni,
che hanno rallegrato le giornate di tutta la banchina: iniziavano i giochi alla
mattina alle 7 e finivano alle 5 del pomeriggio, inventandone ogni giorno di nuovi,
non erano troppo chiassosi, anzi Lilli ed ci divertivamo spesso a guardarli.
Ora siamo
tutti in attesa della finestra giusta per partire: Dream Time per la Nuova
Caledonia, By Myself per il nord (Torres, Timor e Oceano Indiano), noi per le
Fiji; il 5 agosto si apre la finestra per By Myself ed il 7 anche quella di
Refola.
La nostra
permanenza alle Vanuatu è durata 80 giorni: abbiamo navigato molto, toccando 20
isole con 31 diversi ancoraggi. A parte il marina di Port Vila, siamo stati
sempre in baia. Se all'inizio eravamo un po' perplessi, un po' alla volta le
Vanuatu ci hanno conquistato: la gente innanzitutto molto gentile ed
amichevole, ancoraggi protetti ed acque cristalline, le isole sono talmente
tante e vicine che quasi tutti gli spostamenti si possono fare con tappe
giornaliere. Nonostante il tempo sia stato abbastanza variabile, abbiamo avuto
sempre vento e raramente abbiamo saltato un bagno. In conclusione le Vanuatu
non hanno nulla da invidiare alle isole più note (tipo Fiji e Polinesia),
e meritano senz'altro un posto tra le star del Pacifico e tra i luoghi
più belli al mondo.