Salpiamo da Savu Savu alle 10.30 di domenica 23 agosto, il
nostro piano di navigazione prevede di navigare verso ovest, tra la costa SW di
Vanua Levu e la barriera corallina, fino all'isola di Yandua. Questo tratto di
mare è ampio e con pochi cambi di direzione, i reef sono segnalati, si può
tranquillamente fare a vela; inoltre, navigando verso ovest, il vento predominante da ESE spinge la barca
dal traverso al lasco, praticamente senza onda. Dopo tanta bolina, è una
pacchia!
La prima tappa è di sole 24 miglia, fino a Nasonisoni
Bay, una profonda insenatura che si
estende per circa 1,5 miglia verso nord tra reef e mangrovie, classificata “hurricane hole”; il vento è
debole sui 10 nodi, comunque sufficiente per filare a vela 5-6 nodi. Alle 14.40
siamo a destinazione, caliamo l'ancora su un fondale sabbia/fango di 7-8 mt di
(16°55.559'S 179°0.948'E).
L'acqua è torbida e non invoglia certo a fare il bagno, il
panorama non è attraente, c'è comunque il segnale telefonico e internet.
Sulla costa ovest dell'insenatura c'è un villaggio; nel
tardo pomeriggio si avvicina una barca con a bordo un anziano signore con la
sua nipotina, facciamo due chiacchiere, ci racconta che il suo villaggio non ha
acqua dolce ed è in corso uno studio per risolvere questo problema, mentre
l'energia viene fornita a tempo da un generatore; parliamo dei posti che
abbiamo appena visitato, Levuka la vecchia capitale e Makongai, dove suo nonno
ha vissuto 15 anni.
Il giorno seguente salpiamo alle 8.10 per la seconda tappa,
di 37 miglia, fino a Bua Bay. Il vento è sempre debole sui 10 nodi. Verso le 12
una spiacevole sorpresa: accostando sulla rotta 325° per l'ultimo bordo di 15
miglia, il vento ci arriva in poppa e la velocità della barca scende a 3 nodi,
decido perciò di accendere il motore, ma … non parte! Il motorino di avviamento
non gira.
Scendo in sala motore e verifico la tensione sul morsetto
della bobina di lancio, sembra tutto a posto, ma quando si gira la chiave di
messa in moto non succede niente. Provo a battere con il martello sul motorino
(in passato, con il precedente motorino sostituito lo scorso anno a Raiatea,
questo antico metodo aveva funzionato), provo a fare il ponte direttamente
sulla bobina di lancio, niente da fare.
Lascio Lilli al timone e tiro fuori il libro di manutenzione
del motore (Yanmar 100 cavalli) per cercare qualche indizio, il motorino di
avviamento è nuovo, ha solo un anno... Non trovo niente di utile, buio
assoluto. Non mi resta che sostituire il motorino con il vecchio che ho fatto
revisionare, ma purtroppo il motore è ancora caldo ed è impossibile metterci le
mani. Bisogna arrivare all'ancoraggio e a questa velocità ci saremo verso le
17, ci sarà ancora un'ora di luce, eventualmente per l'ancoraggio ci aiuteremo
con il dinghy... Ho la mente piena di questi foschi pensieri, ma, giusto per prova, giro
nuovamente la chiave e questa volta … bruummm! il motorino parte ed il motore
si avvia.
Grande sospiro di sollievo, ma il problema non è risolto e non sarò tranquillo fino a quando
non avrò capito il motivo di questo inconveniente, perché ora ci è andata bene
(se non andava in moto avevamo comunque il tempo di arrivare all'ancoraggio a
vela e fare il lavoro in un posto riparato), ma se la cosa si ripetesse in
altre condizioni, magari con ventone e mare formato davanti a una pass?
Alle 14.50 siamo nell'ampia Bua Bay, ancoriamo nella parte
più interna su un fondale sabbia/fango di 5 metri (16°51.959'S 178°36.223'E),
l'acqua è anche qui torbida, tutta la costa è contornata da mangrovie, però
anche qui abbiamo segnale telefonico ed internet.
Terminato l'ancoraggio, ricomincio a pensare al problema
dell'avviamento e mi viene in mente quanto mi aveva raccontato l'amico Gianni
di Eutikia (un'Amel gemella di Refola): un problema analogo sul motorino di
avviamento era causato dal falso contatto del faston che porta corrente al relè
della bobina di lancio.
Provo allora a togliere il faston, c'è un po' di gioco,
potrebbe essere questa la causa. Stringo con la pinza il faston e ricollego,
provo più volte la messa in moto e tutto funziona... tutto finito allora? No,
d'ora in poi quando siamo in fase di atterraggio a vela, bisogna tener conto
che il motore potrebbe non accendersi e quindi bisogna avere il tempo e lo
spazio per fare la manovra a vela.
Dopo il tramonto si avvicina una barca di locali, con a
bordo 5 donne e 2 uomini di varie età. Hanno un atteggiamento molto cordiale,
ci dicono che stanno andando a pesca di granchi vicino alle mangrovie, sono
attrezzati di grosse torce. Le donne sono incuriosite della nostra barca e
senza chiedere il permesso salgono a bordo e cominciano a girare sulla coperta,
si stendono sulla tuga per guardare l'interno dall'oblò della dinette … Lilli è
un po' contrariata ma cerca di non darlo a vedere, tiene la conversazione con
un giovane sulla barca, mentre io seguo i movimenti delle donne … dopo circa un
quarto d'ora, è quasi buio, si decidono a tornare sulla loro barca e,
salutandoci calorosamente, si allontanano.
Martedì 25 agosto salpiamo alle 8.15 per una tappa di 24
miglia fino all'isola di Yandua, che si affaccia sulle Bligh Water, fuori dalla
barriera di Vanua Levu.
Il vento come da previsione è arrivato, il primo mattino sui
15-20 nodi, poi a 20-25 con raffiche a 28; in tre ore siamo già davanti alla
baia, dopo aver aggirato l'isola da nord.
Cukuvou Harbour, dove ancoriamo, si trova sulla costa ovest
di Yandua; l'ingresso è parzialmente ostruito da un basso fondale interrotto al
centro da un'apertura larga circa 100 metri. Il sole è alto, i reef sono ben
visibili, inoltre abbiamo su SasPlanet le tracce del nostro passaggio qui lo
scorso anno. Entriamo a motore (acceso per tempo) con la randa cazzata a ferro,
mentre il vento va dai 25 ai 30 nodi; alle 11.25 ancoriamo su un fondale
sabbioso di 13 metri (16°48.980'S 178°17.078'E).
Questo ancoraggio ci era stato segnalato lo scorso anno
dall'amico turco, che ci aveva parlato anche dei bei coralli che contornano la
baia: il posto ci era piaciuto, panorama, spiaggia, acque chiare, ma purtroppo
il cielo nuvoloso ed il vento non ci avevano permesso di apprezzare pienamente
le sue bellezze. Così abbiamo deciso di ritornarci anche quest'anno, ma la
situazione non è purtroppo cambiata di molto: il primo giorno un bel sole ma
con vento costante a 20-25 nodi, il secondo giorno il vento è calato a 10-15
nodi, ma in compenso il sole si nasconde... pazienza, ci consoliamo andando a
terra e facendo scorta di cocchi e papaie.
Dopo di noi è arrivata anche una barca di neozelandesi,
“Bonaparte”, partita come noi da Bua Bay; domani entrambi lasceremo Yandua,
attraverseremo le Bligh Water per approdare alle Yasawa Group.