Giovedì 27 alle 7.30 salpiamo da Yandua. Abbiamo 53 miglia
da fare e c'è un bel vento, sui 15-20 nodi; la giornata si presenta bella ed
interessante: scapolati i reef davanti alla baia, abbiamo un altro passaggio a
4 miglia fra scogli ed un altro ampio reef, prima di arrivare nelle Bligh
Water. Anche qui siamo già passati lo scorso anno, perciò grazie alle tracce
andiamo sul sicuro; poi un tratto di mare aperto fino a 10 miglia dall'arrivo,
dove dovremo attraversare una serie di reef basandoci sulla cartografia
elettronica e soprattutto sui nostri occhi.
Le Bligh Waters sono una sorta di mare interno delle Fiji,
racchiuso tra le barriere coralline delle due isole maggiori, Viti Levu e Vanua
Levu; si estendono per circa 50 miglia in longitudine e 20 in latitudine, con
una profondità di circa 500 metri. Devono il nome al famoso capitano Bligh,
comandante della nave Bounty, che dopo l'ammutinamento fu abbandonato alle
isole Tonga su una scialuppa di 22
piedi, con le 18 persone che gli erano rimaste fedeli e pochi viveri. Era il
1789; Bligh, passando per queste acque senza fermarsi (i cannibali c’erano, a
quel tempo) compì la memorabile impresa di colmare in 47 giorni le 3.800 miglia
(in linea d’aria) dalle Tonga all’Indonesia, sbarcando incolume tutto
l’equipaggio a Kupang, nell’isola di Timor.
Peter di Bonaparte è dietro di noi circa 1,5 miglia. Quando
il giorno precedente ci aveva detto “anche noi andiamo a Sawa I Lau, vi
seguiamo” dentro di me sorridevo: competizione assicurata, vediamo se ce la fa
a starci dietro, ne faremo un boccone.
Bonaparte è un Benetau 50, con armo frazionato. Lo seguo
sull'AIS, con il binocolo vedo la sua randa ridotta, Refola è nelle migliori
condizioni, vento e mare al traverso, viaggiamo a 8 nodi, ma Bonaparte non si
stacca … tiro fuori tutta la randa e metto anche la mezzana, ma Bonaparte è
sempre lì dietro, incollato, anzi orza un po' e ci rosicchia qualche centinaio
di metri … altro che boccone!
Alle 15.30 arriviamo comunque per primi nella baia ad ovest
di Sawa i Lau, ma prima della pass Bonaparte ci aveva recuperato mezzo miglio. È bravo Peter, e sa portare
bene la sua barca.
Sawa I Lau la conosciamo, ha una baia profonda, 20-30 metri
mediamente; per trovare fondali meno profondi bisogna spostarsi nella parte NE,
dove ancoriamo su un fondale sabbioso di 15 metri (16°50.775'S 177°28.009'E).
Oltre a noi e Bonaparte, sono ancorate un'altra barca a vela (italiana!) ed una
nave da crociera.
Circa un'ora dopo l'ancoraggio il vento rinforza, le
raffiche aggirando la rocca di Sawa, alta 222 metri, entrano nella baia a 25-30
nodi. Abbiamo già filato 60 metri di catena, ma ora sotto la chiglia ci sono 20
metri d'acqua; ingrandisco l'immagine satellitare e vedo che la barca si trova
sopra una macchia scura che fa pensare ad un fondo di corallo... qui bisogna
andare a vedere, penso, se la catena si incattiva nel corallo durante il
brandeggio sono problemi.
Maschera e pinne e via, l'acqua è abbastanza limpida,
scendendo di qualche metro riesco a vedere il fondo: sotto la barca non sono
coralli, ma tratti di alghe, e la differenza di colore del fondale è stata
rilevata dalla foto satellitare. Perlustro tutta la lunghezza del calumo fino
all'ancora, non ci sono coralli … tiro un sospiro di sollievo.
Risalgo a bordo e caliamo altri 12 metri di catena, il
segnale dei 70 metri sfiora l'acqua, setto
l'allarme ancora a 0,026 M (48 metri) per evitare che suoni con il
brandeggio e trascrivo due rilevamenti a terra. Ora possiamo dormire sonni
tranquilli.
Il giorno seguente salpano prima la nave, poi la barca
italiana che avevamo deciso di andare a trovare per fare due chiacchiere (un
OVNI immatricolato a Genova, ma non siamo riusciti a vedere il nome); noi
abbiamo deciso di fermarci, la baia è ancora spazzata dal vento, ma dubito che
più avanti ci siano posti più riparati, qui abbiamo anche internet,
l'ancoraggio ormai è collaudato ed abbiamo un bel panorama.
Anche Bonaparte salpa e si avvicina per salutarci: “Bella
veleggiata ieri!”, Lilli mi fa da interprete “Complimenti Peter, hai una barca
molto veloce” lui fa un sorriso di conferma, “ci rivediamo più avanti, buon
vento”.