mercoledì 4 maggio 2016

ARRIVATI AD ANEYTIUM

20°14.409' S 169°46.679' E
Per tutta la traversata il vento non ci è mai mancato; negli ultimi due giorni frequenti groppi, con rinforzi a 25-30 nodi, si alternano a periodi più calmi a 12-14 nodi; il mare è sempre abbastanza formato con onde di 3-4 metri al traverso-lasco. La media giornaliera si mantiene alta; il 4° giorno filiamo 175 miglia e per evitare l'atterraggio notturno riduciamo la velatura in modo da rallentare e ritardare di qualche ora l'arrivo; il 5° giorno percorriamo infatti 157 miglia, e all'alba del 6° giorno, cioè il 2 di maggio, entriamo nelle acque piatte della baia Anelghowhat di Aneytium.
Siamo soddisfatti e nemmeno troppo stanchi: 5 giorni e 20 ore per coprire una distanza di 959 miglia, alla media di 6,85 nodi. Sicuramente la traversata più veloce delle quattro fatte da e per la Nuova Zelanda.
L'emozione dell'arrivo, già di per sé entusiasmante, è ulteriormente arricchita dalla pesca. Caliamo la traina a 3 miglia dalla meta, e dopo pochi minuti il sibilo del mulinello richiama la nostra attenzione: 50 metri di lenza volano via prima che io riesca a bloccare la frizione; velocemente avvolgiamo il genoa e riduciamo la randa ad un fazzoletto; ciononostante Refola fila ancora a 4 nodi, a turno Francesco ed io fatichiamo non poco per portare la preda sotto la barca; è un bel tonno pinna gialla circa 15 chili.
Con il raffio Francesco porta il pesce in coperta, mentre io con un cordino faccio un parlato sulla coda per appenderlo fuori bordo; la doppia sfiga vuole che il nodo, malfatto, si sciolga e che mentre il tonno ricasca in acqua la lenza si strappi prima della girella, lasciandoci esterrefatti ed a bocca asciutta!! Siamo profondamente delusi, ma ci consoliamo pensando di aver contribuito a sfamare qualche pesce più grosso, visto che già infilzato dal raffio, quel povero tonno non ne avrebbe avuto per molto.
Contemporaneamente al nostro atterraggio arriva la nave da crociera che fa scalo ad Aneytium per concedere ai turisti una giornata nell'isoletta di Mistery Island, che racchiude la baia a sud-est. Ancoriamo davanti alle mede di allineamento della rotta di ingresso, su un fondale di sabbia di 10 metri (20°14.409'S 169°46.679'E).
Aliamo il dinghy e ci rechiamo a terra per le formalità. Via e-mail avevamo chiesto ed ottenuto dalla custom il permesso di atterrare ad Aneytium, che non è un vero e proprio porto di ingresso delle Vanuatu. Ma gli uffici sono chiusi perché gli agenti sono a bordo della nave da crociera, ed inoltre la banca è chiusa fino al 5 maggio per la festa di Pentecoste. Ciò significa che non abbiamo la possibilità di cambiare: come faremo a pagare dogana, immigrazione e biosecurity? Torniamo in barca senza aver combinato nulla.
Nel pomeriggio la piccola barca a motore delle "autorità" ci accosta e ci consegna alcuni moduli da compilare. Facciamo presente che siamo sprovvisti di valuta locale, ci dicono che la giovane e intraprendente gestora di un negozio, che tutti chiamano la "Lady" e che è a bordo con loro, può darci Vatu (la moneta locale) in cambio dei nostri euro e dollari neozelandesi. Un'altra nave arriverà domattina, loro saranno di nuovo impegnati tutto il giorno: concordiamo quindi di vederci a Mistery Island.
E così la mattina del 3 maggio, mescolati ai turisti della nave appena arrivata, ci rechiamo all'appuntamento col dinghy. Troviamo lo stand della "Lady" che, molto gentilmente, ci aiuta a ripristinare le comunicazioni (la nostra sim-card Digicel dell'anno scorso è ancora attiva, ma la connessione è limitata e lenta), però in compenso ci propone un cambio un po' strozzino, che cortesemente rifiutiamo. Riusciamo poi a convincere gli addetti di dogana, immigrazione e biosecurity che concluderemo le formalità e pagheremo tutto a Port Vila, la capitale. L'ufficiale della Custom ci consegna un permesso di navigazione provvisorio, raccomandandoci di tenere la bandiera gialla fino a che l'ingresso non sarà regolarizzato.
Il fatto di non avere Vatu comporta che non avremo la possibilità di visitare il vulcano di Tanna: ci dispiace soprattutto per Francesco, anche se noi pure l'avremmo rivisto volentieri.
Durante la sosta delle navi l'isoletta di Mistery Island, normalmente disabitata, diventa un parco divertimenti per i numerosissimi turisti che a centinaia la raggiungono a bordo delle lance. In pratica tutta la popolazione di Aneytium vi si trasferisce per un giorno, a lavorare in mille modi diversi: un mercatino con decine di stand di souvenir, articoli da regalo ed artigianato, escursioni con barche locali, noleggio di attrezzature per snorkelling, massaggi, acconciature e addobbi ai capelli, orchestrine e canti ... c'è perfino un piccolo aereo da turismo, che decollando dalla pista in erba sorvola l'isola a beneficio dei clienti più esigenti ed ovviamente più facoltosi.
Apprendiamo che quest'anno le soste delle navi da crociera sono molto frequenti: 11 nel mese di maggio, 7 nel mese di giugno, ma nei mesi da ottobre a gennaio vi è un traffico ancora più intenso. Ogni nave (mai più di una al giorno, Mistery Island è piccolissima!) arriva all'alba e riparte al tramonto. Certo è che gli abitanti di Aneytium sono tra i più fortunati delle Vanuatu, potendo gestire direttamente, senza intermediari, una presenza di turisti che assicura loro introiti in denaro che seppure modesti sono assolutamente impensabili in molte altre isole.
Da parte nostra, quando vediamo questi giganti del mare scaricare migliaia di turisti che assaltano come cavallette le strutture predisposte per il loro arrivo, ci sentiamo davvero privilegiati, perché navigando per conto nostro, a vela, possiamo scegliere liberamente dove andare, vedere i posti più belli in tutta quiete, quando non c'è ressa, senza orari prefissati...
Sempre il 3 maggio, a sera, arriva un'altra barca, un Benetau 393 con a bordo una coppia canadese: partiti come noi il 26 aprile dalla Nuova Zelanda, hanno avuto la rottura del pilota automatico e hanno tribolato non poco con i turni al timone.
Purtroppo la nostra sosta ad Aneytium è breve. Il 4 maggio, alle 7.15, salpiamo dalla baia che con le sue acque calme ci ha donato dopo sei giorni di navigazione un relax eccezionale. La prossima meta è Tanna.