16:48.94S 178:17.08E
L’uscita dalla pass di NW di Makongai è facile (seguendo la traccia dell’andata), nonostante il sole delle 6 del mattino, ancora basso, non ci faccia distinguere i colori del fondale; c’è poco vento e procediamo a motore: solo a mezzogiorno, superato il Vatu-I-Ra Channel, segnalato nel punto più stretto da due pali bianchi, arriva un SE sui 15 nodi che rinforza a 20 quando imbocchiamo il Nananu Passage per entrare nella barriera nord di Viti Levu.
Dalla pass alla nostra meta ci sono 5 miglia, che percorriamo con randa cazzata e motore su ampio canale tra bassi fondali.
Alle 15.10 ancoriamo nella baia a NW di Yanutha, la più meridionale di un gruppo di tre isole, collegate da reef affiorante in bassa marea; il fondale, sui 16 metri, è omogeneo, di sabbia fangosa (17°18.763’S 178°13.772’E).
L’ancoraggio è buono e protetto dall’onda, le raffiche solo a volte sono mitigate dalla bassa collina; ci sono altre quattro barche ancorate ma il posto non presenta particolari attrattive: non ci sono spiagge, solo mangrovie, unica nota positiva, un bel segnale internet veloce.
Sull’isola più piccola, mezzo miglio a nord, c’è un resort, con un lungo pontile e spiagge bianche, ma l’area risulta più esposta al vento e all’onda e questo, in aggiunta al cielo coperto da nuvole, ci induce a non cambiare ancoraggio e decidere di ripartire il giorno seguente per Yandua.
Domenica 5 ottobre alle 8.40, dopo aver scaricato le ultime previsioni meteo, salpiamo per una tappa di 33 miglia; Libero, la barca di Cristiano ed Eliane, ci ha preceduto di mezz’ora, un bel vento fresco sui 20-25 nodi al traverso ci fa correre a più di 8 nodi su un’onda corta e ripida di circa 1 metro e mezzo.
A vela varchiamo l’ampio passaggio della barriera che delimita a nord le Bligh Water e alle 13.15 ancoriamo a SE di Cukuvou Bay, davanti ad una bella spiaggia bianca, fondale omogeneo di sabbia , sui 14-16 metri (16°48.939’S 178°17.085’E).
Cukuvou Bay si trova sul lato ovest dell’isola di Yandua; il villaggio è dalla parte opposta dell’isola, scendiamo a terra per vedere se c’è un sentiero per raggiungerlo. Ci arrampichiamo fino sulla sommità della collina, in mezzo alle sterpaglie, ma niente da fare, il sentiero non lo troviamo, quindi rinunciamo e rientriamo. In compenso sulla spiaggia, nella parte centrale, tra le palme da cocco, troviamo molte piante di papaia e facciamo una buona scorta. L’isola ci era stata segnalata anche dagli amici di Alamic, incontrati a Vanua Balavu, per l’eccezionale snorkeling da fare fuori dal reef a NW della baia, ma purtroppo il brutto tempo non ci consente di fare questa escursione.
La baia comunque è aperta solo ad ovest ed è un buon solitario rifugio per tutte le altre condizioni. In questi giorni, la situazione meteo è molto variabile, una ampia zona di convergenza e’ stazionaria immediatamente a sud delle Fiji, cielo coperto e pioggie alternati a schiarite, i venti sono rafficosi con variazioni da 15 a 30 nodi.
Martedi 7 ottobre salpiamo di buon mattino, approfittando di un leggero calo di vento, alla volta delle Yasawa Group.
L’ancoraggio di Yanutha, senza infamia e senza lode
L’ancoraggio a Yandua, sotto un cielo bigio e grigio