17:40.86S 177:23.15E
Venerdi 17 ottobre salpiamo per Navadra a 15 miglia, c'è un bel vento sui 15 nodi da ESE, che ci permette di fare tutto il percorso a vela; alle 10.15 ancoriamo ad ovest di Navadra, su fondo sabbioso di 21 metri (17°27.486'S 177°02.563'E).
Ci sono altre 4 barche ancorate, il posto è davvero bello, come avevamo sentito da amici e navigatori . La baia è chiusa ad est da Navadra, a sud da Vanua Levu ed a ovest dall'isolotto alto e massiccio Vanua Lailai, la protezione dai venti dominanti è buona; solo quando il vento è debole, entra onda da nord e si rolla un po'.
Cristiano durante il tragitto ha pescato un bel tonnetto, così organizziamo un barbecue sulla bellissima spiaggia di Vanua Levu, il fuoco davanti ad una grotta ed il tonno sulle braci tenero e gustoso; il giorno seguente lo dedichiamo allo snorkeling tra i coralli.
Domenica 19 alle 7.30 salpiamo alla volta di Mana a 19 miglia; il vento questa volta quasi assente ci costringe ad andare a motore. Con una piccola deviazione, passiamo davanti a Monuriki, una piccola isola resa famosa dal film Castaway con Tom Henke, girato qui.
La pass di Mana Island ci era stata descritta da altri navigatori come difficile e contorta. La giornata è un po' nuvolosa, la visibilità non eccellente, quindi decidiamo di avvicinarci all'ingresso e, in caso le condizioni non fossero buone, proseguire. Alle 11.00 siamo davanti alla pass: quello che nessuno ci aveva detto è che è ben segnalata! Seguendo le coppie di paletti, rossi a sinistra e verdi a dritta, anche con un percorso ad ?esse? tra i reef, si arriva facilmente all'interno della laguna; con la bassa marea, troviamo un fondale minimo di 3,9 metri.
Ancoriamo su circa 12 metri di fondo sabbioso (17°40.885'S 177°06.682'E); l'isola è famosa per i numerosi resort che si affacciano sulla laguna e sulla costa nord dell'isola, c'è l'areoporto ed anche un potente segnale internet.
Nel pomeriggio andiamo a terra ed assistiamo ad un originale matrimonio: celebrato sulla spiaggia dove era stata preparata la ?sala?, tutti gli invitati seduti su poltroncine appositamente allestite, pazientemente in attesa con lo sposo, la sposa che con i classici 15' di ritardo arriva dal cielo a bordo di un idrovolante; dopo l'ammaraggio l'idrovolante si avvicina alla spiaggia, due energumeni fijiani in abito tradizionale prendono in braccio la sposa e la consegnano allo sposo.
La sera ceniamo al ristorante a terra, 12 ? a testa per un piatto unico e birra, dove assistiamo all'esibizione di un gruppo di giovani ragazzi che cantano e ballano; la festa si conclude con i fuochi d'artificio, e al rientro in barca, finalmente dopo tante notti danzanti, dormiamo una notte su Refola immobile, come fosse a terra.
Lunedi 20 salpiamo alle 8.15, salutiamo Libero e Waki che rimangono a Mana: noi abbiamo prenotato un posto al Vuda Marina, per fare alcuni lavoretti prima della partenza per la Nuova Zelanda.
Il vento è ENE sul naso, a motore passiamo all'interno di Malolo Island, anch'essa famosa per i suoi resort; la maggior parte dei reef sono segnalati cosicchè il percorso all'interno della laguna risulta abbastanza facile.
Sempre a motore percorriamo le ultime 15 miglia che ci separano da Vuda Marina. Arriviamo alle 12.30 davanti al canale dragato e segnalato che porta all'interno della barriera, chiamiamo al VHF canale 16 il marina, che ci risponde di aspettare fino alle 14.00 per l'ingresso.
Per entrare al marina, ci sono disposizioni precise: attendere l'autorizzazione per percorrere lo stretto canale, velocità massima 3 nodi, una volta all'interno si ormeggia provvisoriamente ad una boa rossa posta al centro del bacino, fino all'arrivo del marinaio che assegnerà il posto e presterà assistenza per l'ormeggio.
Il marina non è molto grande ed è affollato, c'è un po' tutto, lavanderia a gettoni, un piccolo negozio di generi alimentari, un negozio di articoli nautici, distributore di carburante ed un buon ristorante a prezzi modici.
I giorni a Vuda Marina passano veloci, con un caldo asfissiante senza aria, e mille cose da fare; qui ritroviamo anche Leopoldo che ha fatto la stagione alle Fiji, ritroviamo anche gli amici di Cassiopee, Amel SM gemello del nostro, conosciuti 9 anni fa a Monastir.
Ripuliamo il serbatoio del gasolio dalla morchia che già una volta aveva sporcato il filtro, ma l'impegno più grande è lo studio della situazione meteo, per trovare la finestra giusta per la tratta Fiji - Nuova Zelanda. Questo e' l'argomento principale di discussione tra le barche, dal momento che quasi tutte come noi sono dirette in Nuova Zelanda per uscire dalla zona uragani.
A Vuda peraltro, c'è la possibilità di mettere la barca a terra in una buca, e a detta di molti la sistemazione è a prova di ciclone.
Per questa traversata partecipiamo al Rally ?All Points 2014?, del tutto particolare: iscrizione gratuita, nessuna data fissata per la partenza, ognuno parte da dove vuole (Fiji, Tonga, Vanuatu, Nuova Caledonia). Si arriva tutti ad Opua, nell'isola nord della Nuova Zelanda, dove dal 15 novembre si da' avvio ai festeggiamenti, che culminano il 23 con l'estrazione (una sorta di lotteria) dei premi per le barche registrate all'arrivo. Peccato che noi, il 15 novembre, avremo già tirato la barca a secco a Whangarei, il 20 saremo in Italia e quindi non abbiamo nessuna possibilità di vincere ?.
Dopo vari approfondimenti sul meteo, rimangono due date possibili per la partenza: venerdì 24 e lunedì 27 (sostenuta con convinzione da Gerard di Cassiopee); per toglierci qualche dubbio chiediamo informazioni via e-mail a Bob Mc Davitt, il guru della meteo nel Pacifico, il quale risponde che non ci sono controindicazioni per partire venerdì 24.
Il mattino di venerdì 24 ottobre finalmente sciogliamo ogni riserva sulla partenza, ci presentiamo all'ufficio della dogana, che funziona su prenotazione al Vuda Marina (60$ per la prenotazione), e formalizziamo l'uscita dalle Fiji, con l'obbligo lasciare la terraferma entro un'ora e le acque territoriale entro 24 ore.
In realtà facciamo rifornimento al distributore alle 14.30 e lasciamo il Marina verso le 15. Dopo due mesi passati in acque protette, dovremo riabituarci alla navigazione in mare aperto, e pertanto decidiamo di fermarci per la notte a Malolo, a 15 miglia, in modo tale da ripartire il mattino seguente e avere un'intera giornata per riprendere il ritmo oceanico.
A Malolo incontriamo nuovamente Cristiano e Giorgio, che vengono col dinghy a salutarci. Stanno andando a fare un barbecue sulla spiaggia, e ci invitano a unirci a loro ? ma noi, ormai del tutto immersi nello spirito della partenza per la traversata, decliniamo.
Sabato 25 alle 7.30 salpiamo da Malolo per affrontare le 1100 miglia che ci separano da Opua in Nuova Zelanda.