sabato 4 ottobre 2014

Savu Savu (Vanua Levu - Fiji)

 

16:46.58S 179:19.72E

All’alba di martedi 13 settembre lasciamo Bay of Island per una tappa di 65 miglia; l’uscita dalla pass di Qilaqila e’ facile: l’alta marea copre il paletto che segna la secca a sud della pass, ma abbiamo la traccia registrata due giorni fa che ci indica la rotta di uscita.

Il trasferimento procede veloce grazie ad un bel vento da SE sui 15-20 nodi; con la pesca siamo invece sfortunati: prendiamo tre barracuda che rigettiamo in mare uno dopo l’altro, la quarta presa e’ qualcosa di grosso, che si abbocca mentre stiamo viaggiando a circa 7 nodi, nemmeno il tempo di prendere in mano la scotta per ridurre il genoa, con uno strattone violento il pescione si porta via tutto, rimangono poche decine di metri di filo sul mulinello!

Alle 14.30 arriviamo a Matagi Island, in una bella baia rivolta a Nord, senza reef esterno; la manovra di ancoraggio  richiede un po’ di tempo, il fondo e’ disseminato di coralli, con alcune chiazze di sabbia, troviamo un buon punto nella parte Est della baia, su un fondale di 10-12 metri (16° 43.771 S – 179° 44.591 W). Per tenere la catena sollevata dal fondo, secondo il sistema gia’ sperimentato alle Tuamotu, mettiamo una boa a 25-30 metri dall’ancora; l’acqua e’ di una limpidezza eccezionale ed i coralli sono molto belli, sul fondo della baia una grande spiaggia, con una piccola costruzione in legno, c’e’ anche un discreto segnale internet.

Il giorno seguente scendiamo a terra col dinghy, ma in bassa marea non e’ facile trovare un varco tra i coralli affioranti; fortunatamente vediamo arrivare una barca locale che punta dritto sulla spiaggia, la seguiamo a ruota e atterriamo anche noi. I due fijiani (dipendenti del resort che si trova sul lato Ovest dell’isola) sono li’ per riordinare la casetta e pulire un po’ la spiaggia (dalle foglie). Ci dicono che tutta l’isola e’ privata, che possiamo stare liberamente, ma alle 13.00 dovremo lasciare  la spiaggia perche’ ci sara’ un “picnic privato”. Evidentemente il resort ha promesso ai suoi ospiti un esclusivo “picnic su spiaggia deserta”, e tale deve essere.

Aggiornamento della lista inconvenienti: nell’ultimo giorno trascorso a Vanua Balavu si e’ bruciato l’inverter acquistato appena un anno fa a Papeete. Ne avevamo un altro piccolino che, purtroppo, ha retto solo una mezz’ora e poi e’ spirato pure lui. L’inverter, che trasforma i 24 V delle batterie in 220 V, e’ un apparecchio molto utile per la vita di bordo, ma purtroppo anche altrettanto delicato: negli ultimi due anni ne abbiamo bruciati quattro! Ora per usare il pc siamo costretti ad accendere il generatore da 7 kw. Bisognerebbe averne almeno due di scorta, speriamo di trovarli quando arriveremo al prossimo centro “evoluto”, Savu Savu.

Giovedi’ 25 settembre alle 7.10 lasciamo la bella baia di Matangi Island e percorriamo velocemente il largo canale tra Vanua Levu e Taveuni; alle 10.00 siamo a Somo Somo, centro principale di Taveuni Island; l’ancoraggio segnalato dal plotter e’ molto profondo, oltre 22 metri. Ci spostiamo 300 metri a NNE della foce di un piccolo torrente su un fondale di 13-15 metri (16° 46.158 S – 179° 58.299 W). Il cielo e’ coperto e non si vede il fondale, ma la presa dell’ancora con 50 metri di catena e’ buona. Il posto non ha molte attrattive, il motivo di questo ancoraggio e’ che la nostra cambusa piange, e qui siamo a due passi da un grosso supermercato della catena MH. Ancora una volta la discesa a terra con la bassa marea non e’ semplice, molti coralli ostacolano il percorso e gli ultimi 50 metri sono davvero bassi, bisogna scendere dal dinghy e trainarlo, col motore alzato. Dopo la spesa, vista la giornata grigia che non ci permetterebbe di apprezzare nemmeno il piu’ bello degli ancoraggi, decidiamo di fermarci per la notte e rinunciamo alla sosta che avevo previsto a Viani Bay, distante da Somo Somo 8 miglia.

Il giorno seguente, venerdi 26, salpiamo alle 6.00 e l’ancora viene su senza alcuna difficolta’. L’alta marea e’ alle 7.30, percio’ navighiamo con il favore della corrente SW che si sviluppa nel canale di Somo Somo, per effetto della marea crescente; dopo, quando la marea comincia a calare,  la corrente gira a NE. Alle 7.10 siamo fuori dal canale e termina per noi l’effetto corrente, che ci dava circa 2-2,5 nodi di spinta; purtroppo anche il vento scende a 5 nodi, siamo costretti a dare motore.

Verso le 12.00 arriva un bel SE sui 15-18 nodi, percorriamo velocemente le ultime 15 M ed alle 13.40 siamo a Savu Savu.

Cristiano, che sentiamo per radio SSB, e’ arrivato 2 giorni prima di noi e ci ha prenotato una boa: cosi’, non appena entriamo nella baia, ci viene incontro il marinaio per assegnarci la boa e assisterci nell’ormeggio.

A Savu Savu ci sono due marina (piuttosto affollati di questi tempi), super protetti nel canale tra l’isola principale (Vanua Levu) e l’isolotto di Nawi Island: percorrendo il canale si incontra per primo il Waitui Marina, piu’ esterno, molto ruspante, mentre poco piu’ oltre c’e’ il Copra Shed Marina, decisamente piu’ lussuoso, con una decina di posti barca in banchina con elettricita’; entrambi hanno il pontiletto per il dinghy. I prezzi non differiscono di molto, rispettivamente 10 $ e 11 $ fijiani (4-4,2 ) per una notte alla boa; si puo’ prendere carburante con le taniche al distributore appena fuori dal marina, fare acqua al pontile per 5 $ (in alta marea), il segnale internet e’ veloce.

Savu Savu e’ una ridente cittadina che si sviluppa lungo la strada principale che costeggia il mare: ci sono diversi supermercati, ben forniti, un bel mercato di frutta e verdura, e diversi negozi di ferramenta; a circa 4 km si puo’ raggiungere con il taxi la stazione Fiji gas, che carica le bombole di gas butano (3,75 $/kg).

Ci sono anche due tecnici riparatori di elettronica, ai quali abbiamo portato i nostri due inverter guasti: hanno individuato il guasto, ma non hanno potuto eseguire la riparazione per mancanza dei pezzi di ricambio. Fortunatamente ne abbiamo trovato uno nuovo (cinese) per 280 $, che ha risolto comunque le nostre esigenze.

Anche il motore, che ci aveva dato problemi (non superava i 2000 giri) dopo la sostituzione del filtro gasolio, ha ripreso a funzionare regolarmente.

Domenica giornata di riposo anche per noi: con gli amici brasiliani di Cristiano, ci facciamo il nostro Happy Hour, conosciamo un altro “olandese volante”, che naviga in solitario con una barca di 10 metri (la precedente era di 8) a velocita’ da record (ha impiegato 4-5 mesi dalla Spagna a Tonga).

Martedi 30 settembre, con riparazioni fatte e cambusa piena, saremmo pronti a ripartire, ma il tempo non e’ dalla nostra parte: poco vento, per giunta sul naso, cielo coperto e pioggia, ci convincono a rimandare la partenza e cosi’ approfittiamo per fare una gita con il taxi a Lambasa, la principale citta’ di Vanua Levu, circa 90 km a nord di Savu Savu. La strada e’ larga e ben tenuta, si passano due montagne ricoperte di vegetazione fittissima e si arriva su un altipiano a circa 10 km dalla costa settentrionale dell’isola. Lambasa e’ molto piu’ grande e “occidentalizzata” rispetto a Savu Savu, con una presenza notevole di indiani, un grande mercato di spezie e ortofrutta, moltissimi negozi. Dopo questo tuffo nella folla, non ci dispiace tornare nell’ambiente piu’ raccolto e familiare del nostro piccolo marina. 

Mercoledi 1 ottobre, nonostante il tempo ancora non invogli (pioggia a catinelle e cielo coperto), lasciamo la simpatica Savu Savu e riprendiamo il mare, per una piccola tappa di 25 miglia fino a Namena Island.

Alessandro

 

L’ingresso nella baia di Savu Savu

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Il campo boe del Waitui Marina

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Happy hour al Waitui Marina

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L’animata cittadina di Savu Savu

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Qui siamo invece nella “metropoli”, Lambasa …

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… col suo coloratissimo mercato

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