lunedì 1 settembre 2014

DRAVUNI (Kandavu - Fiji)

18:45.50S 178:31.17E

La nostra sosta a Suva si è prolungata fino al 27 agosto, senza concludere molto riguardo alle riparazioni in corso: il velaio dopo aver sparato una cifra improponibile, si è dichiarato non attrezzato per fare la riparazione del balooner e ci ha consigliato di rivolgerci al velaio di Vuda Point; l’elettricista che aveva fatto un buon lavoro sul motore della pompa dell’autoclave, si è reso irreperibile quando è sorto il secondo problema, e cioè che il motore, dopo la riparazione, non ha più prodotto la pressione adeguata per far scattare il pressostato; unica cosa risolta, la zattera di salvataggio: l’abbiamo ritirata, con la prova di gonfiaggio e la tenuta di 24 ore, il controllo del peso della bombola, la sostituzione dell’acqua scaduta (abbiamo provato ad assaggiarla e faceva veramente schifo).
Finalmente giovedì 28 agosto, di buon mattino, lasciamo Suva Harbour con destinazione Astrolabe Reef a 34 miglia; appena usciti, il vento fresco sui 20 nodi al traverso ci fa volare velocemente a destinazione. Prima di mezzogiorno siamo all’ingresso all’Astrolabe, che si trova a nord ed è ampio, ma bisogna prestare attenzione ad una secca che si trova proprio al centro della pass ed è visibile solo da vicino; un volta dentro, ci si muove facilmente perchè la maggior parte dei coralli e scogli affioranti sono in prossimità della barriera esterna.
Astrolabe Reef è un atollo di forma circolare con un diametro di circa 3 miglia, l’unica terra emersa è un piccolo scoglio al centro del quale è stato posto un faro alto 29 metri; fa un certo effetto arrivando non vedere nulla se non questo faro, anche il reef intorno è visibile solo per piccoli a tratti, e da vicino. Nessun posto più di questo assomiglia al “the middle of nowhere”, al centro del nulla di cui parlano gli inglesi.
Il riparo con la bassa marea è discreto, le onde sono fermate dalla barriera, con l’alta marea (circa + 1,5 mt) e 20 nodi costanti, entra un po’ di onda e c’è un po’ di rollio; gettiamo l’ancora ad ENE su un fondale di sabbia di 12 mt (18°37.375S 178°32.847E).
L’acqua un po’ fredda ed il vento non ci invogliano ad esplorare la barriera, ci limitiamo ad un fugace bagno per il controllo del fondale intorno all’ancora.
Sabato 30 agosto ci spostiamo circa 10 miglia più a sud, all’interno della barriera di Kandavu. Nel percorso dall’atollo peschiamo un bel wahoo sui 8 kg; entriamo per la pass a nord, Usborne Passage, non ci sono i segnali indicati sulla cartografia elettronica di C-map e di Navionics, ma il passaggio è ampio e si distingue bene il fondale sul lato ovest che risale gradatamente verso il reef; una volta all’interno ci dirigiamo all’isola Dravuni, la navigazione è facile, poche sono le secche non segnalate, arriviamo in prossimità del villaggio, lasciando a dritta il segnale luminoso verde che sta su una secca ed alle 11.00 ancoriamo su un fondale di sabbia libero da coralli sui 7-8 metri, 300 metri ad ovest dei pali predisposti per allestire il pontile galleggiante utilizzato dalla nave da crociera che visita l’isola un paio di volte all’anno (18°45.503’S 178°31.174’E) .
Mettiamo in acqua il dinghy ed andiamo a terra. Siamo un po’ emozionati perchè per la prima volta faremo il “sevu-sevu”, il rituale di presentazione e omaggio al capo villaggio, che ci darà il permesso di fermarci nelle ‘sue’ acque, di visitare la ‘sua’ isola etc etc. Lilli ha letto numerose descrizioni del cerimoniale: si viene introdotti nella casa del capo villaggio, che fa sedere gli ospiti per terra; il dono di rito consiste in un fascio di radici della pianta del pepe, la kava, con cui i fijiani producono una bevanda leggermente narcotica dal sapore -dicono- nauseabondo, che viene offerta ai visitatori in segno di accettazione. Pensando di visitare numerose isole, abbiamo comprato 8 fasci di kava al mercato di Suva, per un totale di 140 dollari fijiani (56 euro). Preoccupata di non fare brutte figure, Lilli ci raccomanda di rispettare le norme di comportamento: non indossare cappelli nè occhiali da sole, vestirsi bene (gli uomini coprendo le ginocchia e le donne con abiti femminili, NON pantaloni, nè lunghi nè corti), sedersi a terra con le gambe incrociate e porre a terra la kava, pronunciando le seguenti incomprensibili parole: NOKU SEVU-SEVU GOR.
Appena atterrati due uomini del villaggio ci vengono incontro e ci danno il benvenuto, io presento il mazzetto di Kava e pronuncio sevu-sevu, i due uomini annuiscono e ci conducono alla casa del capo villaggio, che però è assente, c’è la moglie, che ci fa entrare in casa e ci fanno sedere per terra con le gambe incrociate.
La moglie parla un buon inglese e ci informa che dovremo tornare alle 16.00 quando rientra suo marito, nel frattempo ci chiede alcune informazioni sulla nostra provenienza, e sulle nostre famiglie, ci chiede se abbiamo pescato e Lilli che moriva dalla voglia di regalarle il bel wahoo pescato il mattino mentre uscivamo dall’Astrolabe Reef, risponde affermativamente e chiede se avrebbero avuto piacere a riceverlo in regalo, la risposta è stata immediata ed accompagnata da un eloquente sorriso, ok dico torniamo alle 16 e vi portiamo il pescato.
Alle 16.00 l’incontro con il capo villaggio, una persona sulla cinquantina, di poche parole, che ha controllato il nostro permesso di navigazione (l’autorizzazione a visitare le varie isole) e finalmente ci da’ il permesso di girare liberamente sull’isola; lo abbiamo preso in parola e con Lilli e Gianca facciamo una passeggiata sulla cima più alta, mentre Angelo, poco amante delle arrampicate, si ferma sulla spiaggia a filmare i ragazzini, felici ed entusiasti di incontrare persone nuove.
L’ancoraggio di Dravuni si è dimostrato molto più riparato del precedente ad Astrolabe, non solo dall’onda, ma anche le raffiche di vento sono ridotte sotto l’isola.
Il segnale internet non è potente, ma sufficiente per scaricare la posta ed il meteo, infatti un volta viste le previsioni, programmiamo di fare rotta l’indomani su Fulanga, nelle Lau meridionali.
Ma la mattina dopo, una brutta sorpresa: un nuovo inconveniente alla pompa dell’acqua dolce ci costringe a tornare a Suva a cercare un pezzo di ricambio. Rassegnati, alle 7 del mattino del primo settembre rimettiamo la prua verso la capitale delle Fiji.

Il ‘nulla’ dell’Astrolabe Reef

Il nostro bel wahoo

La spiaggia di Dravuni

Il capo villaggio controlla i nostri documenti

La salita sulla collina



I bambini di Dravuni