18:40.70S 178:37.59W
Lunedi' 8 settembre, un po' a malincuore, ci prepariamo a lasciare la bellissima Fulanga. Per studiare l'andamento della corrente di marea (e godere del posto ancora un po') alle 10.30 ancoriamo in prossimita' della pass. La minima di marea e' prevista intorno alle 11.30; alle 11.00, osservando la pass con il binocolo, ho la sensazione che le onde sul lato esterno siano diminuite. Cosi' salpiamo e infiliamo la pass: man mano che avanziamo, la corrente -uscente- aumenta fino a 2,5 nodi; abbiamo il sole davanti, tuttavia il reef laterale si distingue abbastanza bene e comunque scrutiamo attentamente le diverse increspatura dell'acqua.
In breve tempo siamo alla fine della pass e di colpo realizziamo che le increspature che prima vedevamo distanti sono delle vere e proprie onde stazionarie, profonde e ripide, alte circa 1,5-2 metri, proprio davanti a noi. Veniamo colti di sorpresa: Lilli, che era a prua a controllare il fondale, si attacca saldamente allo strallo ma non riesce ad evitare l'ultimo bagno nelle acque di Fulanga (provocato dagli spruzzi). Il tutto dura pochi minuti, le onde si esauriscono in un centinaio di metri; niente di pericoloso, ma se avessimo aspettato la marea entrante quelle onde non le avremmo incontrate ?
Il percorso per Ongea e' breve, solo 5 miglia separano le due isole: con due bordi entriamo nella ampia pass e alle 13.30 ancoriamo ad ovest dell'isola principale, in un'ampia baia protetta da una scogliera alta e rocciosa, fondale di sabbia sui 10 metri (19°09.730'S 178°25.777'W).
La tratta e' stata breve ma non monotona: poco prima dell'arrivo mi accorgo di un guasto al motore rulla randa, che avvolge nell'albero la randa. Per ammainare la vela, scolleghiamo il motore ed avvolgiamo con la maniglia a mano; una volta arrivati, smontato il motore, riscontreremo che il guasto e' nel riduttore e precisamente nella ruota dentata consumata; grazie alla ben fornita batteria di pezzi di ricambio, l'indomani mattina il rulla randa e' rimontato e funzionante.
L'ancoraggio di Ongea che abbiamo segnalato, ben riparato dal vento e dall'onda con la bassa marea, diventa invece rollante con la alta, percio' nel primo pomeriggio di martedi 9 settembre ci spostiamo ad ovest di Ongea Driki, la piccola isoletta piu' a sud, racchiusa nella stessa barriera; anche qui troviamo un bel fondale di sabbia sugli 8-10 metri (19°12.315'S 178°26.049'W), e rolliamo decisamente di meno, anche con l'alta marea.
Il villaggio di Ongea, leggiamo sul Compendium, si trova nella baia rivolta a SW dell'isola principale; per atterrare con il dinghy, con la bassa marea, c'e' un lungo tratto da percorrere a remi con il motore sollevato; in questi giorni la alta e' intorno alle 6 del mattino o alle 18 di sera, e pertanto rinunciamo a fare il ?sevu-sevu? e programmiamo di partire il mattino seguente.
Con un vento al lasco sui 15-18 nodi, mercoledi 10 settembre, percorriamo velocemente le 25 miglia che ci separano dalla pass di Yangasa, unico atollo disabitato delle Lau meridionali; la pass e' rivolta a nord ed e' ampia, non c'e' corrente, rotta di ingresso da 18°53.236'S 178°32.182'W a 18°53.782'S 178°31.586'W, circa 2 miglia all'interno si passa in mezzo a due grossi banchi di corallo affioranti, distanti mezzo miglio l'uno dall'altro, la cui posizione e' correttamente mostrata nella cartografia C-map.
Alle 11.50 ancoriamo ad ovest di Yangasa Levu (18°56.883'S 178°27.291'W), fondale di sabbia di 8-9 metri, a NE di un piccolo isolotto, la costa e' rocciosa e fino a pochi metri da riva ci sono ancora 3 metri di fondo sabbioso.
La protezione e' buona, il vento da est sui 15-18 nodi proprio non si sente, solo con l'alta marea avvertiamo una piccola onda di beccheggio.
Durante la nostra permanenza ci si sono avvicinate 2 barche di pescatori, provenienti da isole vicine, con una di loro abbiamo scambiato due pesci di piccola taglia pescati da loro con due scatolette di carne; facciamo un po' di snorkeling intorno al vicino isolotto: l'acqua e' limpidissima, diversi tipi di corallo, molti pesci ? bello!!!
Venerdi 12 riprendiamo la rotta verso nord fino a Komo Island, un piccolo atollo a circa 20 miglia: un vento fresco sui 15-20 nodi al traverso ci regala una bella e veloce veleggiata, allietata anche (non per Lilli) dalla pesca di un grosso barracuda, sui 7 kg. Alle 11.15 siamo davanti alla pass NE di Komo; il cielo e' nuvoloso, la visibilita' non e' delle migliori, ma le condizioni di vento e corrente sono buone. La pass e' larga circa 200 metri, la C-Map ci segnala nella sua parte finale (lato laguna) un reef semi affiorante, che si puo' lasciare sia a dritta che a sinistra. Ma avvicinandoci constatiamo che la C-Map posiziona il reef piu' ad ovest del reale. Quando vediamo, circa 100 metri davanti alla nostra prua, l'inequivocabile macchia marroncina del reef, accostiamo velocemente a dritta. La corretta rotta di ingresso sul braccio ad ovest della secca e' quindi da 18°38.658'S 178°38.467'W a 18°38.885'S 178°38.408'W; la navigazione all'interno della laguna e' libera da ostacoli
fino al punto di ancoraggio.
Caliamo l'ancora sul lato nord di Komo (18°40.703'S 178°37.598'W), su un fondale di 8 metri, sabbioso con qualche testa di corallo sufficientemente sommersa, in un'acqua limpidissima come non vedevamo da tempo, si possono contare gli anelli della catena fino ad una distanza di almeno 20 metri! Terminato l'ancoraggio, ci avvicina una barca di pescatori, a cui (con grande gioia loro, e di Lilli) regaliamo il grosso barracuda che avevamo pescato. Nel pomeriggio atterriamo col dinghy 200 metri piu' ad est, su una bella spiaggia, all'inizio della quale parte il sentiero che porta al villaggio, situato nel versante sud dell'isola; passata la sommita' della collina si arriva alla bella scuola del paese, dove una trentina di bambini di eta' compresa tra gli 8 ed i 12 anni sono intenti a giocare nel campetto centrale.
Dopo la scuola iniziano le prime case, ci fermiamo e chiediamo del capo villaggio per fare il sevu-sevu; i primi abitanti ci presentano ad un giovane fijiano sulla quarantina, di nome Maikeli, che educatamente si presenta e ci porge il benvenuto, fa avvisare il capo villaggio della nostra presenza e ci intrattiene nell'attesa che possa riceverci.
Parla un buon inglese, abbastanza comprensibile anche per me, naturalmente e' Lilli a tenere la conversazione.
Maikeli ha un ?negozio? in cui vende carburante, kava e tabacco; altri piccoli ?negozi? vendono agli abitanti i prodotti base: farina, latte in polvere, riso e poche altre cose. La nave dei rifornimenti arriva una volta al mese ed e' attesa per quello stesso pomeriggio. Avendo bisogno di latte e verdura, ci accordiamo per tornare l'indomani a fare ?shopping?.
Il vero problema di Komo, ci racconta Maikeli, e' l'acqua, che nella stagione secca, cioe' adesso, puo' diventare una vera emergenza. C'e' una piccola sorgente, che si trova peraltro sul lato nord, vicino al nostro ancoraggio, ma la quantita' di acqua non e' sufficiente per soddisfare tutto il paese e deve essere razionata.
Veniamo quindi introdotti nella casa del capo villaggio, una persona anziana, che officia un semplice cerimoniale con le frasi di rito e battuta di mani finale; oltre al consueto omaggio (il fascio di kava da cui loro derivano una bevanda leggermente narcotizzante che dovrebbe essere offerta agli ospiti, ma noi non abbiamo ancora assaggiato), regaliamo anche due scatolette di carne, una confezione di the ed un po' di caramelle, che l'anziano capo sembra apprezzare: ci rinnova il benvenuto e ci congeda con una calorosa stretta di mano.
Il giorno seguente,sabato 13, aggiriamo l'isola con il dinghy per raggiungere il paese sul lato sud: all'atterraggio veniamo accolti con calore dai locali e alcuni ci scortano dal nostro amico fijiano che ci sta aspettando; la nave, ci dice Maikeli, e' in ritardo di 24 ore e pertanto non c'e' niente da comprare nei negozi. In compenso, ci offre frutta e tuberi simili a patate di sua produzione (che paghiamo 20 $ fijiani, pari ad 8 euro).
Sarebbe stato bello restare piu' a lungo e approfondire la conoscenza di Maikeli e della vita del villaggio, ma ci sono ancora tante isole davanti a noi, e dobbiamo proseguire: domani 14 settembre partiremo alla volta di Oneata.
PS: ancora niente foto, dobbiamo aspettare di tornare nella ?civilta'? ?