17:10.65S 179:01.11W
Mercoledì 17 settembre, per le 60 miglia da Lakemba a Vanua Balavu, il vento sui 15 nodi ci regala una bella veleggiata a vele spiegate. Con il sole sorto da poco, peschiamo un bel dorado sui 10 kg, e alle 12.00 siamo alla Tongan Pass, l’accesso sud al gruppo di isole (la maggiore delle quali è appunto Vanua Balavu) circondante da un’unica barriera. Non c’e’ corrente ed il passaggio è facile, pur avendo il cielo a tratti coperto da nuvole, si distingue il reef a sinistra ed il basso fondale a destra, la rotta di ingresso va da wp 17°20.068’S 178°49.375’W a wp 17°19.512’S 178°49.627’W; da qui proseguiamo verso ovest per circa 6 miglia, passando tra alcuni bassi fondali corallini, ben segnalati sulla cartografia C-map, fino all’isola Susui.
Alle 13.20 ancoriamo nella baia davanti al paese, aperta a nord, ma egregiamente protetta dal vento da est di questi giorni, fondale di sabbia e fango sui 9-10 metri (17°20.405’S 178°56.946’W) e finalmente c’è un buon segnale internet!
Nel pomeriggio scendiamo a terra per il “sevu sevu”: ci accoglie Jacob, citato nel Compendium come incaricato dal villaggio a tenere le relazioni con i navigatori, e dopo due chiacchiere ci conduce dal capo villaggio, che con una breve cerimonia ci porge il benvenuto e ci autorizza a girare liberamente nel villaggio e nell’isola. Jacob ci spiega che a Susui non viene richiesta alcuna “tassa di ancoraggio”, ma un libero contributo per finanziare il progetto di sviluppo e ampliamento della loro scuola sarebbe molto gradito … versiamo il nostro obolo di 50 $ fijiani (20 €) e poi, sempre accompagnati da Jacob, visitiamo la scuola e conosciamo uno dei due insegnanti.
Jacob ci racconta che le lagune di Susui sono ricche di ostriche, che loro mangiano solo in occasioni speciali; vengono a raccoglierle (dopo aver chiesto l’autorizzazione al capo villaggio) anche dai villaggi vicini. Incuriositi, ci accordiamo per una escursione l’indomani: giro delle lagune con la lancia a motore del villaggio e picnic a base di ostriche.
Le lagune sono in realtà tre grandi baie immediatamente ad ovest del villaggio, molto chiuse e contorte, la più ad ovest con acque più profonde (potrebbe essere un rifugio da uragano).
Nella prima Jacob ci mostra la quantità di ostriche che si sviluppano sulle rocce e tra le mangrovie, poi ci lascia in una bella spiaggietta ombreggiata (latte di cocco fresco a volontà), mentre lui ed il paesano che lo accompagna vanno a raccogliere le ostriche, che vengono staccate con scalpello e martello. Tornano con un enorme sacco pieno, allestiscono un fuoco sulla spiaggia e arrostiscono sulle braci prima le radici di kassava (sorta di tuberi simili a patate), poi le grosse ostriche, giusto per facilitarne l’apertura; una volta estratti i molluschi, vengono sciacquati nell’acqua di mare e poi serviti in succo di arancio e peperoncino … squisite!!! la kassava dal sapore di castagna arrostita smorza il piccante del succo, ne mangiamo in quantità industriale, fino ad essere completamente sazi (non sapendo di preciso che cosa ci aspettasse, per prudenza ci eravamo portata la “razione del marinaio”, fagioli e tonno, ma non c’è ne è stato bisogno). Al ritorno in barca chiediamo quanto dobbiamo pagare per l’escursione, ci risponde “fate voi”, diamo loro 100 $ fijiani (pari a circa 40 euro) e dai loro sorrisi comprendiamo che sono soddisfatti.
Il giorno seguente Jacob ci accompagna per una passeggiata sulla lunga spiaggia a sud che costeggia quasi tutta l’isola: enormi alberi secolari, rocce e scogli frastagliati, bellissima anche questa escursione.
Nel pomeriggio con la barca del villaggio ci rechiamo a Loma Loma, il villaggio principale di Vanua Balavu, dove c’è il molo per l’attracco della nave; siamo a corto di cambusa e quindi alla ricerca di rifornimenti … ma c’è poco da scegliere: prendiamo farina, pane, burro, cipolle, la verdura è terminata ed anche un coltivatore che siamo andati a trovare ne è sprovvisto, rimediamo però un po’ di limoni da un signore che ci viene presentato come il rappresentante del governo a Vanua Balavu. In pratica spendiamo di più per l’utilizzo della barca (50 $), che per gli acquisti che riusciamo a fare!
Venerdì 19 è l’ultimo giorno a Susui, nell’accomiatarci Jacob ci chiede se possiamo regalare al villaggio 20 litri di gasolio per il generatore: hanno finito la scorta e grazie a noi potrebbero tirare avanti un’altra settimana. Ovviamente, accogliamo la richiesta.
Sabato 20 settembre lasciamo quindi il bellissimo e tranquillo ancoraggio di Susui e ci dirigiamo a nord, confortati dalle tracce che ci ha inviato Zoomax; ancoriamo prima in una stretta insenatura circondata da mangrovie (17°11.390’ S 178°57.143’W), che esploriamo con il dinghy addentrandoci all’interno per circa 1 miglio. Il secondo ancoraggio e’ all’esterno di Soso Bay, davanti ad una piccola spiaggia con bei coralli (17°10.616’S 178°59.938’W), infine chiudiamo la giornata prendendo una boa all’interno di Soso Bay, baia super protetta, in cui si può ancorare sul lato est, su un fondale di circa 10-12 metri, mentre sul lato ovest ci sono quattro boe gestite dallo “Royal Esploring Isles Yacht Squadron”. Un vero yacht club, con un pontile galleggiante, una bella e curata costruzione, ma …. deserto ! A terra non c’è anima viva, un sentiero sale dietro club e prosegue ripido nel bosco fino a raggiungere una casa sulla sommità del monte. Rinunciamo a percorrerlo perchè sentiamo in lontananza l’abbaiare di cani, in fondo siamo in proprietà privata.
In fondo alla baia, sul lato sud, c’è un altro pontiletto, dove troviamo un uomo impegnato a raccogliere l’acqua per abbeverare una mucca (c’è una sorgente di acqua dolce proprio nella roccia davanti al pontile), chiediamo dello Yacht club e il nostro interlocutore, che di certo non è un fijiano, ci dice che la proprietà è fijiana-australiana, che possiamo prendere la boa gratis e girare ovunque senza problemi, anche su per il sentiero che avevamo abbandonato. Ma ormai è tardi per inoltrarci nel bosco, così completiamo l’esplorazione delle insenature con il dinghy, quando rientriamo in barca il sole è già calato dietro l’alto costone roccioso.
Domenica 21 riprendiamo il nostro giro antiorario intorno a Vanua Balavu: in questo tratto il canale navigabile si restringe, una serie di quattro paletti da tenere a dritta indicano bassi fondali sul lato del reef , dopo circa 2 miglia siamo in prossimità della pass Qilaqila; si notano le due mede che danno l’allineamento 285° per uscire, 105° per entrare, viste le buone condizioni, usciamo dalla pass in modo da avere la traccia già registrata quando lasceremo Vanua Balavu. Una volta rientrati e dopo aver aggirato ad ovest Qilaqila Island entriamo in Bay of Islands, altro superbo ancoraggio in mezzo a decine di piccole isolotti rocciosi, che ci richiama Fulanga; l’acqua è ovunque generalmente profonda (20 metri), ma è necessaria un buona luce per distinguere i bassi fondali rocciosi, la cartografia c-map è precisa, ma scarsa di dettagli.
Ancoriamo su circa 9 metri, fondo di sabbia (17°10.657’S 179°01.107’W); non c’è segnale internet ed il segnale telefonico è debole ed intermittente, il posto però è stupendo.
C’è un’altra barca con bandiera svizzera, facciamo conoscenza con un aperitivo, Feni, Carla con il loro marinaio Deniz, sono alla seconda stagione alle Fiji e con molto piacere ci passano tutte le loro traccie salvate su Open CPN.
Qui finisce il nostro giro a Vanua Balavu che possiamo definire la regina delle Lau, per la quantità e qualità degli ancoraggi; martedì 23 settembre partiamo presto per un’altra tappa di 55 M, fino a Matagi Island.
Il “sevu sevu” col capo villaggio di Susui
La visita alla scuola, con Jacob, un insegnante e suo figlio
Una famigliola di Susui (nello sfondo, l’ancoraggio di Refola)
Una “via” del villaggio
Qui crescono le ostriche …
… che vanno sul fuoco per aiutarne l’apertura
… le mangia perfino il Gianca !!!!