19:09.18S 178:32.41W
Il ritorno a Suva e' veloce e piacevole: partiti lunedi 1 settembre alle 6.50 da Dravuni, alle 13.15, dopo 41 miglia, riprendiamo la stessa boa del Royal Suva Yacht Club, lasciata pochi giorni fa.
Per accelerare le operazioni, ci dividiamo i compiti: Lilli ed Angelo vanno in citta' per rifornire un po' la cambusa, mentre Gianca ed io andiamo in cerca dei ricambi. Entro sera, la pompa dell'acqua dolce e' di nuovo in funzione e siamo pronti a ripartire.
Martedi 2 settembre alle 8.40 molliamo l'ormeggio, con rotta per Fulanga a 190 miglia; c'e' poco vento e quindi andiamo a motore. All'inizio sono un po' indeciso sul piano di navigazione per questa tratta; devo programmare l'atterraggio in prossimita' del cambio di marea (per evitare le onde stazionarie fuori dalla pass e la forte corrente uscente) e mi si pongono quindi due alternative: forzare l'andatura tenendo una velocita' media di 6,5 nodi ed arrivare l'indomani nel primo pomeriggio, con una sola notte di navigazione, oppure andare piu' piano ed arrivare dopo la seconda notturna, nel primo mattino.
La scelta arriva da sola dopo alcune ore: un leggero venticello in prua ci consente di tenere una bolina che all'inizio ci fa fare 4-5 nodi, ma poi quando il vento rinforza la velocita' si stabilizza sui 6-7 nodi. Con lunghi, piacevoli bordi (l'onda e' dolce e non piu' alta di un metro) arriviamo a destinazione; giovedi 4 settembre alle 9.30 siamo davanti alla pass di Fulanga, in condizioni davvero ideali: la marea e' in aumento (la minima era stata alle 7.45), il sole e' gia' alto ed il reef ben visibile, c'e' una leggera corrente entrante, inferiore ad 1 nodo, non ci sono onde stazionarie.
Dopo aver percorso, a causa dei bordi, 267 miglia anziche' 190 alle 10.00 ancoriamo su un fondale di sabbia di 6-7 metri (19°08.390S 178°34.790W).
Questa bellissima baia e' indicata nel Compendium come posto piu' adatto per raggiungere il villaggio principale (l'unico, sempre secondo il Compendium, in cui va presentato il "sevu-sevu"); scopriremo poi che e' un errore, in realta' la baia dalla quale si prende il sentiero che porta al villaggio e' circa 2 miglia piu' ad est (19°08.900S 178°34.000W).
Appena terminato l'ancoraggio veniamo accostati da una barca locale, che nel darci il benvenuto ci invita a fare il sevu-sevu presso il loro villaggio, ad ovest, asserendo che avrebbero provveduto loro a comunicare la nostra presenza al villaggio principale. Non senza qualche perplessita' accogliamo l'invito: uno di loro sale a bordo e ci pilota all'ancoraggio davanti al paese (19°07.314S 178°35.572W); il posto non e' piacevole come il precedente, e' piu' esposto e per andare a terra ci sono piu' di 100 metri con acque basse, da fare a remi con il motore sollevato.
A terra il capo villaggio ci riceve sotto una tettoia, dove sono radunati alcuni uomini intenti a bellissimi lavori di intarsio su legno; il piu' anziano tiene un breve, incomprensibile discorso che immaginiamo sia di benvenuto, alla fine del quale "l'interprete" del villaggio, che si rivolge a noi in inglese, ci chiede prima di mostrare al capo villaggio il nostro permesso di navigazione e di pagare a lui la tassa di ancoraggio (50 $ fijiani, pari a 20 euro), e poi ci invita ad ammirare i prodotti del loro artigianato, e ad acquistare qualcosa. Accettiamo anche questo invito, non solo perche' gli oggetti di legno intarsiato sono davvero belli, ma anche perche' il loro villaggio, e il loro stesso aspetto, ci danno un'impressione di poverta' e di bisogno che raramente abbiamo visto in Pacifico, anche nelle piu' sperdute isole finora visitate. Non hanno generatore (la sera il villaggio e' totalmente immerso nel buio) e a causa della siccita' di questo periodo, sono a corto d'acqua, tan
to da chiederla alle barche di passaggio.
Ciononostante, le persone incontrate sulla spiaggia hanno voglia di familiarizzare e sono molto cordiali: ci invitano a tornare a terra la sera ed a partecipare alla funzione religiosa della domenica. Viste le difficolta' di atterraggio, decliniamo l'invito adducendo, per non offenderli, la scusa che siamo stanchi dopo due giorni di navigazione e che desideriamo trovare un ancoraggio piu' protetto. Infatti, non appena rientrati in barca, salpiamo l'ancora e torniamo al nostro primo ancoraggio.
Fulanga fa parte dell'arcipelago delle Lau, gruppo di isole ad est delle Fiji, appartenenti un tempo alle Tonga; sono isole incontaminate molto lontane da quella che noi chiamiamo "civilta'". Il governo fijiano, nel giusto proposito di preservare le loro tradizioni, sembra pero' non aiutare molto i locali nelle minime necessita' di sopravvivenza (acqua, igiene), senza parlare di elettricita' e linea telefonica (un presidio "medico" usa la radio VHF). La bellezza di Fulanga lascia senza fiato. La laguna di un intenso turchese e' disseminata da una miriade di isolotti, piu' o meno grandi, fitti di vegetazione, estremamente particolari: essendo erosi dal mare alla base, hanno l'aspetto di grossi funghi ed alcuni sembrano stare in piedi per miracolo.
Venerdi 5 settembre facciamo un giro con il gommone, zigzagando incantati fra gli isolotti-fungo. Il giorno dopo, sabato, cambiamo ancoraggio e ci spostiamo a sud est: per un lungo tratto il fondale e' sui 5 metri, passiamo vicino a numerose teste di corallo, che non avremmo potuto vedere con il sole davanti; ancoriamo in un'ampia baia sabbiosa, dove sono presenti altre 4 barche, su un fondale di 4,5 metri con la bassa marea (19°09.193'S 178°32.410W).
Alcuni amici navigatori, che sono stati qui, hanno definito Fulanga il piu' bel posto del Pacifico. Siamo d'accordo: oltre ad essere affascinante, l'isola offre moltissimi ancoraggi riparati da qualsiasi vento, la navigazione in laguna e' facile se si ha il sole alle spalle, mentre occorre massima cautela navigando contro sole (a meno che non si abbia gia' una traccia). In queste notti di luna quasi piena, poi, la laguna e' tutta argentata ed assume un aspetto quasi lunare. Forse varrebbe la pena sostare piu' a lungo e familiarizzare con la gente del posto, ma abbiamo molte altre isole da visitare, percio' decidiamo di partire lunedi 8, per la vicina Ongea.