Martedì 29 settembre, alle 7.25, salpiamo da baia de
Gaatcha: abbiamo 44 miglia da percorrere e purtroppo solo 5 nodi di apparente
in poppa; diamo motore a basso regime con genoa e mezzana aperte.
Verso le 13 calo la traina, in modo da pulire l'eventuale
pescato all'arrivo senza che rimanga troppo tempo al sole in coperta; non passa
molto tempo prima che il sibilo del cicalino ci avverta della presa. È un bel dorado,
lo vediamo in lontananza fare alcuni salti fuori dall'acqua e poi liberarsi.
Riprovo e, dopo un po', un'altra presa: questa volta dopo i salti il pesce
rimane attaccato, riduco la velocità e comincio a recuperare, si fa una gran
fatica a girare la manovella del mulinello, ma piano piano riesco a portarlo a
10 metri dalla barca. È un altro grosso dorado lungo più di un metro, con dei
bellissimi colori dal blu al giallo, Lilli prepara il raffio ma ancora una volta, mentre già pregusto di avercela fatta, il
pesce fa un guizzo e si libera, peccato!
Verso le 15 arriviamo ad Ouvea, entriamo a SW dell'atollo,
Passe de Coetlogon, segnalata con due beacon verdi a dritta ed uno rosso a
sinistra.
Ancoriamo nella baia de Mouly, il primo villaggio sul lato
sud della laguna, davanti alla chiesa, su un fondale sabbioso di 6-7 metri
(20°43.111'S 166°25.207'E).
Acque calme e limpide, una lunghissima spiaggia bianca che
si estende a perdita d'occhio, sembra di essere tornati alle Tuamotu.
Il giorno seguente scendiamo a terra col dinghy e secondo le
usanze delle isole Loyauté ci presentiamo dal Chief con “le manou”, un piccolo
omaggio consistente in un pareo acquistato a Noumea, al quale abbiamo aggiunto
1000 CFP (circa 8 euro).
Il Chief ci ringrazia, ci dà il benvenuto ed il permesso di
girare liberamente. Ci consiglia di visitare le falesie, anzi invita la figlia
che si sta recando da quelle parti a darci un passaggio con l'auto.
Ouvea è una stretta striscia di terra a forma di C rovescia,
che racchiude una grande laguna aperta ad ovest; ci sono tre villaggi
nell'isola, Mouly e Fayaouè nella metà sud e Saint Joseph nella parte nord.
Con la macchina dei nostri gentili ospiti percorriamo circa
6 dei 30 km dell'unica strada che collega i centri abitati, arrivando fino alla
stupenda laguna interna di Lekiny, collegata con un ponte da cui si domina una
vista spettacolare sull'isoletta di Fayawa.
Proprio sulla laguna di Lekiny la figlia del Chief gestisce
uno snack, con annesso camping; non ci sono clienti, ma ci offre la possibilità
di mangiare, 1500 CFP per un piatto di riso , pesce e verdure, 2000 CFP per il
crab, grosso granchio di barriera (circa 13 e 17€ rispettivamente). La vista
alle falesie invece si fa in gommone, accompagnati da una guida (2000 CFP per
persona), che va contattata telefonicamente
per organizzare l'appuntamento.
Decidiamo, per il momento, di gustarci il pesce ed il crab
(buonissimo), mentre per l'escursione prendiamo nota del numero di telefono
riservandoci di pensarci, a seconda del tempo che passeremo ad Ouvea.
Nel pomeriggio dopo essere rientrati in barca in autostop,
scarichiamo le previsioni meteo per i prossimi giorni: una perturbazione che
passerà a sud della Nuova Caledonia, da sabato 3 ottobre, rinforza gli alisei
fino a 35 nodi, che caleranno martedì a 25 nodi ... siamo un po' indecisi se
restare ad Ouvea fino a martedì o partire prima dell'arrivo del ventone.
Il nostro spirito prudente e conservativo ci fa scegliere la
seconda alternativa: percorreremo le 50 miglia che ci separano dalla costa est
di Grande Terre con mare meno formato e guadagneremo strada verso il ritorno a
Noumea, lungo la quale ci aspettano delle belle sbolinate con il vento
rinforzato di SE.
A questo punto, presa la decisione di partire il 2 ottobre,
l'escursione alle falesie salta. Il primo ottobre al mattino ci spostiamo con
la barca di 7 miglia, a Fayaouè, che è anche il villaggio principale
dell'isola. Ancoriamo in prossimità della grande antenna delle
telecomunicazioni vicino alla posta, di fronte allo scivolo in cemento per l'alaggio
delle imbarcazioni, su un fondale sabbioso di 4-5 metri (20°39.073'S
166°31.837'E).
Facciamo un po' di spesa al supermercato, una passeggiata
sulla spiaggia dalla sabbia bianca e fine come la farina, e prima del tramonto
rientriamo al nostro primo ancoraggio alla baia de Mouly.
Domani lasceremo Ouvea. È un peccato perché in altre
condizioni l'arcipelago delle Loyauté
avrebbe meritato una visita più prolungata: oltre all'escursione alle
falesie, la parte nord di Ouvea con il villaggio di Saint-Joseph, l'ilot
Deguala e 20 miglia più nord ancora il piccolo atollo delle Ile
Bautemps-Beauprè. Ma sono tutti ancoraggi da bel tempo, purtroppo, e come
sappiamo per chi va per mare a comandare sono le condizioni meteo … ci
torneremo?