Navighiamo sempre tra la costa e la barriera, che in alcuni
tratti è costituita da fondali variabili da 2 a 10 metri, tra l'altro non
completamente cartografati, senza alcun riparo dall'onda oceanica, che arriva a
circa 2 metri di altezza.
Alle 16 arriviamo alla Baia de Ouinne, ancoriamo nell'angolo
SW su un fondale di fango/sabbia sui 9-10 metri (21°59.088'S 166°41.349'E). Il
log ci segna 48 miglia percorse.
La baia è aperta ad E-NE, perciò l'onda da ESE riesce ad
entrare ed a rendere il nostro ancoraggio abbastanza rollante; si potrebbe
mettere un ancora a poppa per tenere la prua rivolta all'onda, ma visto che
resteremo solo una notte, decidiamo di sorbirci questo rollio.
Il contesto non è tra i più belli: siamo in prossimità di
una cava per l'estrazione del nichel, acque torbide, alla fine della baia c'è
un istmo che la separa dalla laguna interna formata dalla foce del river
Ouinne. Su questo istmo c'è il villaggio, la cui maggior occupazione leggiamo
essere il lavoro della cava, sulla testa nord leggiamo esserci un piccolo
porticciolo privato dove si può accedere con il dinghy.
La laguna interna si può raggiungere con barche di basso
pescaggio o con il dinghy, i fondali variano tra 1 e 2 metri ; potrebbe essere
interessante fare un giro fino al villaggio, ma il tempo e l'ancoraggio non ci
ispirano a passare qui una giornata.
Venerdì 9 lasciamo la
Baia de Ouinne diretti a Baia de Yate a circa 20 miglia. Sarà il nostro ultimo
ancoraggio sulla costa est di Grande Terre; come da copione il vento è
costantemente tra i 20-25 nodi e la larghezza della laguna in questo tratto
comincia a ridursi, per cui i bordi sono più corti e aumentano in numero.
BORDI DA KOUAOUA A PORT BOUQUET
BORDI DA PORT BOUQUET ALLA PASS DI HAVANNAH
Alle 14.20 siamo a Baia de Yate, il log ci dice che di
miglia ne abbiamo fatte 36.
L'ingresso è segnalato con l'allineamento di due triangoli
contrapposti posizionati sulla montagna, sulla rotta 283°; la baia è ampia, ma
la parte profonda utilizzabile per l'ancoraggio ha un raggio di circa 200
metri. Ancoriamo al centro, circa 200 metri ad W del segnale rosso che delimita
il basso fondale nella parte sud, fondo di sabbia/fango sui 7-8 metri (22°09.144'S
166°56.299'E).
Come la precedente, anche questa baia è aperta ad est, così
l'onda entra, smorzata solo dai bassi fondali ai margini, dove frange
vistosamente.
C'è un altro ancoraggio circa mezzo miglio più all'interno,
in prossimità di un ponte che unisce le due sponde, ma bisogna percorrere uno
stretto passaggio, dove l'acqua torbida impedisce di distinguere le profondità;
peraltro in questa baia sfocia il Petite Riviere Yate, che potrebbe accumulare
detriti sulla foce, variando quindi in modo imprevedibile le profondità.
Sul lato sud della baia vediamo i tetti di un villaggio, ma
anche in questo caso il rollio ed il tempo non ci invogliano a soste ed
esplorazioni.
Sabato 10 ottobre salpiamo da Baia de Yate per percorrere le
ultime 12 miglia di bolina sulla costa est di Grande Terre, poi saremo nella
Passe di Havannah, con il vento al traverso e con l'onda smorzata dalla estesa
laguna sud.
Abbiamo programmato la partenza alle 8.15, in modo da essere
sulla Pass Havannah almeno un'ora dopo
la bassa marea delle 11.00 e di poterci così avvantaggiare della corrente a
favore.
Il vento è costante sui 20-25 nodi; appena usciti dalla baia
troviamo onde di un paio di metri, provocate dalla brusca variazione di
fondale. Tiriamo il primo bordo verso NE, e poco dopo un aumento del vento
sotto un groppo ci induce a ridurre ulteriormente la randa, ma la manovra non
riesce, controllo se si è aperto l'interruttore di protezione del motore, ma
quello è a posto, è saltato invece il riduttore meccanico del rullaranda, già
riparato lo scorso anno.
In questo caso la randa si può manovrare a mano, ma bisogna
sganciare il meccanismo del motore, difficile da fare con la randa che porta
anche un minimo di vento; dobbiamo rimandare all'arrivo quando saremo in acque
più calme e con meno vento.
Proseguiamo con i nostri continui bordeggi ed alle 12.45
siamo alla pass di Havannah, per circa 15 minuti abbiamo circa 2 nodi di
corrente contraria, poi arriva la fase neutra: finalmente è tutta un'altra
musica, mare e vento al traverso, l'onda non supera il metro, viaggiamo a 7-8
nodi.
Alle 14.30 raggiungiamo la Baia de Prony e ancoriamo nella
Bonne Anse a SE, dove siamo già stati dopo la traversata dalle Fiji. Finalmente
acque ferme, sembra di essere inchiodati al fondo, e ci concediamo una bella
giornata di relax.
Il giorno dopo con il vento in poppa raggiungiamo nuovamente
Noumea. Il marina di Port Moselle non ha
posti disponibili in banchina, restiamo fuori prendendo un gavitello privato
momentaneamente libero. Solo fino al mattino seguente, però, quando il
legittimo proprietario arriva con il suo catamarano e ci chiede gentilmente di
lasciare libera la boa.
La stessa mattina il marina ci assegna un posto in banchina.
Possiamo dedicarci alle riparazioni, alle pulizie e allo studio della
meteorologia per la traversata verso la Nuova Zelanda.