Il vento è sui 10-12 nodi ed è girato a nord, perciò troppo
stretto per la nostra rotta di 320; per proseguire a vela dovremmo fare almeno
due bordi e poiché la distanza da coprire è di 54 miglia in linea diretta, ciò
significherebbe arrivare con il buio in un posto che non conosciamo e su
cui anche la guida è povera di dettagli.
Sappiamo che c'è un porto dove arriva il traghetto, sappiamo che ci sono molti
reef nei dintorni del porto, ma non sappiamo esattamente dove si trova
l'ancoraggio.
Ergo cerchiamo di evitare l'arrivo con il buio: niente
bordi, teniamo le vele a riva e diamo motore a 1600 giri/minuto.
Per ingannare il tempo calo la traina: verso le 9.30 una
presa si porta via velocemente 200-300 metri di lenza. Tento di riavvolgere, ma
è impossibile, vedo saltare fuori dall'acqua un grosso pesce spada, che spicca
ancora due salti e poi … ci lascia solo il filo.
Recupero, rifaccio la lenza con un altro polipetto
artificiale, più piccolo del primo in modo da attrarre pesci più piccoli, e
calo giù nuovamente la traina.
Non passa mezz'ora e nuovamente avverto il sibilo del
cicalino: stesso copione, un altro pesce spada, forse un po' più piccolo, ma
che tira anche lui come un forsennato. Riduciamo la velocità della barca,
riesco a recuperare un bel tratto, mancano solo un cinquantina di metri ... lo
vediamo poco distante, di un blu elettrico molto intenso, che ci sopravanza
lateralmente, ridò velocità alla barca per tenerlo in tiro, ma lui dà un altro
forte strattone e si libera, andato … Recupero la lenza; l'amo a due punte è completamente aperto.
Peccato, ce l'avevamo quasi fatta, ma in fondo non sono deluso, anzi sono
soddisfatto perché tutto sommato si è conquistato la sua libertà. Per oggi,
comunque, la pesca è conclusa.
Al VHF, Noumea Radio dirama un avviso che riguarda la zona
in cui navighiamo: “Carcassa di balena alla deriva a SE di Lifou; coordinate
indicative ...”. L'annuncio è in francese e non riusciamo subito a capire le
coordinate, per fortuna viene ripetuto più volte a distanza di 15 minuti e
riusciamo finalmente ad afferrare latitudine e longitudine. Cavolo, la carcassa
è segnalata proprio sulla nostra rotta, a circa 10 miglia. Rafforziamo
l'attenzione della guardia, valutando che se la balena è semi sommersa sarà
difficile vederla a più di 100 metri di distanza, e come se non bastasse il
cielo è nuvoloso e la visibilità non ideale. A un certo punto comincia anche a
piovere, non si vede più niente, e Lilli comincia a farmi domande su quanto può
essere dura una carcassa di balena su che danni ci può fare … Siamo fortunati,
attraversiamo indenni il tratto senza vedere (né sbattere contro) alcunché.
Ad una decina di miglia dall'arrivo, ci supera il grande
catamarano che fa servizio da Noumea a Lifou due volte alla settimana. Alle
15.20 siamo davanti al porto; le indicazioni lette sulla guida sono corrette
(allineamento per 197° su due triangoli contrapposti, passando in mezzo ad una
coppia di boe rosso e verde). Quello che invece non ci aspettavamo era trovare,
nella parte interna del porto, un minuscolo ma perfettamente organizzato
marina, con il suo frangiflutti, pontili galleggianti di buona fattura,
colonnine per acqua ed elettricità. Sulla nostra guida (Multimedial Cruising
Guide To New Caledonia), che però risale ad una decina di anni fa, c'era
scritto che si poteva ancorare all'interno della rada, che offriva però poco
spazio per stare alla ruota.
Il Marina ospita una decina di barche a vela, alcune piccole
imbarcazioni a motore ed un catamarano a motore di media grandezza, destinato
ad escursioni turistiche.
Dal molo un giovane ci fa segno di ormeggiare all'inglese
sul primo pontile galleggiante a sinistra dell'ingresso, e viene a darci un
aiuto per prendere le cime.
Gli uffici del marina sono chiusi e dalle informazioni
acquisite presso un velista su una barca ormeggiata non si sa di preciso quando
riaprirà, forse il prossimo lunedì.
Passiamo la prima notte al pontile: l'acqua è limpidissima,
il fondale è ridotto ma anche con la bassa marea marcata di questi giorni di
luna piena abbiamo oltre mezzo metro sotto la chiglia. Il mattino seguente
assistiamo allo scarico del peschereccio arrivato dopo di noi, quando il sole
era già tramontato: circa 800 kg. di pescato, grande quantità di tonni,
lampughe e tre grossi pesce spada da circa 120 kg ciascuno.
Uno dei giovani pescatori mi spiega che questo è il
quantitativo medio di tre giorni di pesca; la tecnica utilizzata è la seguente:
una linea di ami lunga 13 km, sospesa in
profondità per mezzo di una serie di boe, sui grossi ami vengono messi piccoli
pesci o tranci, all'inizio ed alla fine della linea due radio boe per poter
facilmente recuperare la posizione.
Il peschereccio è anche dotato di una grande stiva e della
macchina per la produzione del ghiaccio, così il pescato viene ripulito e messo
sotto ghiaccio fino all'arrivo.
A terra, attigua al porticciolo, c'è una fornitissima
pescheria, che oltre a presentare sul banco i prodotti freschi, vende una
grande varietà di prodotti surgelati non solo di pesce, ma anche verdure,
perfino le lumache.
Più tardi in mattinata ci avvisano che dobbiamo spostarci:
il catamarano turistico deve fare rifornimento e noi siamo al pontile del
distributore di carburante, che non avevamo riconosciuto perché racchiuso una
piccola casupola in mattoni. Ormeggiamo quindi sul pontile di fronte dove
mettendoci in diagonale tra due finger occupiamo due posti barca. Con i 16
metri di Refola, se avessimo ormeggiato normalmente la nostra prua sarebbe
stata troppo sporgente e avrebbe
occupato lo spazio di manovra. Con due cime cortissime a poppa e quattro
spring, stiamo da papa, ed abbiamo acqua ed elettricità!
Appena fuori dal marina c'è una officina con noleggio auto;
ci informiamo sulle tariffe: 5650 CFP (circa 45€) per una giornata, la
decisione è presto presa, prenotiamo un'auto per l'indomani.
Sabato mattina, mentre ci stiamo preparando per il nostro
giro turistico, viene a trovarci il responsabile del marina, che era venuto per
un giro di controllo. “L'ufficio aprirà lunedì mattina” ci dice, la nostra
partenza è prevista proprio lunedì ed allora chiediamo di pagare subito, in
modo da non essere vincolati da orari. 6600 CFP per tre giorni, la prima notte
al pontile del distributore ci viene regalata. Gentile!
Passiamo tutta la giornata in giro per l'isola. Anche qui
come a Maré, lunghe spiagge bianche, alte falesie calcaree, ovunque acque
limpidissime (sempre fredde per i nostri gusti, ma vediamo che la gente fa il
bagno lo stesso); le case sono molto curate, con prati rasati e giardini
fioriti.
In un villaggio troviamo una specie di festa-mercato con una
lunga fila di bancarelle adornate da foglie di palma intrecciate, dove vengono
esposti e venduti prodotti delle coltivazioni, lavorazioni di marmellate,
monili e sculture in legno. Ciascuna è dotata di una cucina, sul retro, e si
può mangiare con pochi soldi. Peccato che noi avevamo già pranzato in un
resort, per un prezzo non proprio stracciato!
Lunedì 28 settembre alle 7.25, un po' a malincuore, lasciamo
le acque limpidissime e ferme del Marina di We. Siamo diretti sulla costa ovest
di Lifou, aggireremo l'isola a nord l'isola, e con un percorso di 44 miglia
raggiungeremo l'ancoraggio; il vento è variabile tra i 10 e 16 nodi, riusciamo
a navigare sempre a vela e alle 14.45 ancoriamo davanti alla spiaggia del
villaggio Drueulu, che avevamo visitato il giorno precedente nel nostro giro
turistico.
Siamo nella baia de Gaatcha, a sud della grande Baia de
Santal, fondale sabbioso di 8-9 metri
(20°55.415'S 167°04.954'E). La baia è aperta e con 10 nodi da est c'è un
po' di beccheggio; poco male, tanto ci fermiamo solo una notte, domani
lasceremo Lifou per spostarci più a nord, nell'atollo di Ouvea.