La nostra crociera in Nuova Caledonia comincia sabato di 19
settembre: alle 9.30 molliamo gli ormeggi dal Marina Port Moselle. Navigheremo
qualche giorno nella laguna meridionale di Grande Terre, l'isola principale,
per poi andare a visitare le Isole della Lealtà …..
La prima tappa è alla Baia de Prony, a 30 miglia, dove
abbiamo fatto la prima sosta dopo la traversata dalle Fiji. La baia offre molti
ancoraggi ben ridossati; questa volta scegliamo Ilot Casy, dove c'è una riserva
di coralli, l'ancoraggio è vietato ma sono stati predisposti una decina di
gavitelli.
Durante il percorso abbiamo poco vento, navighiamo con il
motore a basso regime e le vele spiegate, per alcuni tratti abbiamo anche circa
un nodo di corrente a favore. Alle 14.40 arriviamo a destinazione; dei 10
gavitelli presenti 6 sono occupati, prendiamo quello più a nord, sotto la
chiglia abbiamo 3-4 metri d'acqua, ma l'acqua è talmente limpida che sembra di
toccare il fondo, con bellissimi rami di
corallo (22°21.361S 166°50.524'E).
I gavitelli sono in buono stato di manutenzione, a terra c'è
un pontile in legno, che probabilmente serviva una specie di resort, ora in
stato di abbandono. A terra, a parte alcune persone che avevano piantato un
paio di tende, non vediamo alcuna altra presenza.
Domenica 20 ci regaliamo una giornata di relax: c'è un bel
sole, ma l'acqua è freddina, sui 23-24°.
La temperatura dell'aria invece subisce degli sbalzi notevoli, 15° la notte per
arrivare a 25°-27° nelle ore centrali della giornata.
La sera del sabato avevamo sentito alla radio SSB l'amico
Leopoldo, in navigazione dalle Vanuatu, che dovrebbe atterrare in Nuova
Caledonia questa mattina; lo abbiamo chiamato al VHF, qualche volta, senza però
ottenere risposta.
Lunedì 21 riprendiamo la navigazione alle 7.30, con
destinazione l'isola dei Pini (Ile des Pins), a 38 miglia nell'estremo SE della
laguna di Grande Terre. Abbiamo 15 nodi di vento in prua, e come se non
bastasse anche corrente contraria: col
motore a 1800 giri velocità a fatica supera i 4 nodi. Velocemente decidiamo di
cambiare programma: abbandoniamo la meta dell'isola dei Pini, faremo una sosta
a Port Koube, a 10 miglia, per ripartire nel tardo pomeriggio, navigando in
notturna fino a Maré, l'isola più a sud del gruppo Loyautè, a 82 miglia.
Port Koube è una baia ampia e ben riparata nell'isoletta di
Quen, l'accesso è parzialmente ostruito da alcuni bassi fondali corallini, ma
il passaggio è ampio ed il reef è identificabile dall'onda che frange;
all'interno il mare è calmo, la baia è deserta. Siamo circondati da colline con
scarsa vegetazione, la terra è rossastra ed anche le piccole spiagge sono di
sabbia rossa. Ancoriamo nella parte sud, denominata Baie Tranquille (nome
davvero azzeccato) su 12-13 metri di sabbia (22°26.839'S 166°48.879'E).
Si tratta solo di una sosta tecnica, per arrivare a Maré con
le prime luci dell'alba.
Alle 16 salpiamo, abbiamo circa due ore per arrivare alla
pass di Havannah quando inizia a far buio; la marea calante dovrebbe darci un
po' di corrente a favore, la minima è alle 18.26. In realtà quando raggiungiamo
la pass siamo nella stanca; incrociamo
due navi in entrata, una delle quali ci chiama al VHF per avvisarci che le
nostre luci di via sono poco visibili; avevamo acceso quelle in testa d'albero,
che ad un primo controllo ci sembrano a posto, ma ad ogni buon conto accendiamo
anche le luci di via basse, fino all'uscita della pass.
Il vento è sui 15-18 nodi al traverso, riduciamo le vele in
modo da tenere una velocità media sui 6 nodi, non vogliamo arrivare nel buio!
Con il primo chiarore dell'alba siamo a 3 miglia dall'arrivo; una volta raggiunta la zona ancoraggio,
proprio fuori dal piccolo porto di Tadine, facciamo un giro di perlustrazione.
Per godere della protezione del frangiflutti rispetto all'onda da sud,
bisognerebbe ancorare ad ovest dell'entrata, ma in quella posizione si
potrebbero creare difficoltà alle manovre delle navi; decidiamo quindi di stare
fuori, a sud-est del porto. Alle 6.15 ancoriamo a circa 300 metri dal frangiflutti,
su un fondale di sabbia e corallo sui 14-15 metri (21°33.004'S 167°52.515'E).
Dopo un po' di riposo, nel primo pomeriggio, aliamo il
dinghy per fare un giro in paese. All'interno del porto, sul versante nord, a
sinistra dell'ingresso, c'è un robusto pontile galleggiante, adatto
all'ormeggio all'inglese di una barca. I fondali sembrano adeguati anche con la
bassa marea (circa 2,5-3 metri); lo stesso pontile viene utilizzato, sul lato
opposto, come dinghy-dock.
Port Tadine, pur essendo il villaggio principale di Maré,
non dà certo l'impressione di un grande centro abitato: vediamo poche
abitazioni, ma in prossimità del porto ci sono il municipio (Marie), una banca,
l'ufficio postale, la gendarmeria, l'ufficio informazioni turistiche, un
piccolo mercato ortofrutticolo ed un supermercato discretamente fornito.
La nostra prima esigenza è collegarci ad internet, perché
abbiamo diverse mail da spedire e da ricevere. Ci dicono che l'unico posto dove
è possibile avere una connessione è un centro culturale che si trova sul lato
opposto dell'isola, a circa 50 km; riusciamo però a dare un'occhiata veloce
alla posta in arrivo, per gentile concessione di un impiegato dell'ufficio che
gestisce l'acqua dolce, che cortesemente ci cede per qualche minuto la sua
scrivania ed il suo computer.
All'ufficio informazioni turistiche, grazie all'aiuto di due
simpatiche ragazze, prenotiamo per il giorno dopo il noleggio di un'auto; la
tariffa per un giorno è 6000 CFP (circa 50 €).
Mercoledì 23 settembre, giornata da turisti: Maré è davvero
bella. Acqua ovunque limpida e trasparente, alcuni tratti di costa con rocce
calcaree di corallo, altri con spiagge bianchissime.
Facciamo il giro dell'isola e restiamo impressionati per la
cura delle strade, niente buche, bordi segnalati e curati con erba rasata.
A Pede, circa due miglia a SE dal nostro ancoraggio,
visitiamo la tomba di Yewene Yewene (YeYe) uno dei leader del movimento
indipendentista della popolazione locale dei Kanak, ucciso nel 1989.
Nella piccola guida, presa all'ufficio turistico, leggiamo
fra le possibili sistemazioni per turisti l'”Accoglienza in tribù”: si tratta
di piccoli e spartani “resort”, dotati di bungalow, cucina e tavola calda, che
si trovano nelle vicinanze di villaggi tradizionali. Ne abbiamo visitati
parecchi, molto carini, tutti senza clienti.
Un altro punto cospicuo è “Il salto del guerriero”, dove la
costa diventa un alto costone di roccia calcarea a strapiombo sul mare.
Arriva l'ora di pranzo e ci rendiamo conto di non aver visto
ristoranti. Di fronte all'aeroporto di Roche troviamo un piccolo mercato
ortofrutticolo, dove un gruppo di donne, finito l'orario di vendita, passano il
tempo giocando a bingo. Uno dei banchi è attrezzato per mangiare: un pentolone
di riso, un altro con pollo in umido, un terzo con insalata mista e polipo.
Decisi a non badare a spese, ci concediamo questo lauto
pranzo. Il cibo è niente male, le signore gentili e sorridenti; spendiamo in
due 850 CFP (circa 7 €), compreso il dolce (una crepe ed una frittella).
Arriviamo al centro culturale intitolato a Yewene Yewene,
dove c'è un piccolo museo che ricorda le imprese dei Kanak per la conquista
della libertà ed il riconoscimento dei propri diritti.
Qui c'è anche la biblioteca con la famosa postazione
internet. Gentilmente una signora in abiti tradizionali ci accende il computer,
ma siamo sfortunati: proprio oggi c'è una interruzione del servizio, dalle 12
alle 17, per lavori sulla rete …. occasione sfumata.
Dato che il giorno prima una signora (incontrata per caso
davanti all'ufficio postale) ci aveva invitato alla festa che i pescatori di
Rho, villaggio sulla baia a nord dell'isola, organizzano davanti alla loro
chiesa, andiamo a vedere se la baia offre possibilità di ancoraggio; negativo:
a parte l'ancoraggio di Tadine e Pede, non ci sono altri posti dove stare
tranquilli e fermarsi anche di notte.
Abbandoniamo così l'idea di spostarci a Rho e decidiamo
invece di proseguire, giovedì 24 settembre, verso l'isola di Lifou.
PS: Siamo riusciti a risolvere il problema della connessione
ad internet: abbiamo acquistato una sim locale (6185 CFP, circa 52 €, incluso
traffico per 3000), che inseriamo nell'I-phone (grazie Uni!) e utilizziamo come
hotspot personale per collegarci col PC. 24 ore di connessione senza limiti per
400 CFP (che vengono scalati dal credito iniziale di 3000). Hurrà!!!