15:32.68S 168:08.81E
Domenica 21 giugno da Londot (o Wali Bay) ci spostiamo di sole 8 miglia più a nord, a Waterfall Bay, "baia della cascata", ben visibile anche dal mare, a 15 minuti di cammino dalla spiaggia.
In assenza totale di vento (ma per fortuna anche di onda) ci rassegniamo ad un trasferimento a motore, che però è stato ravvivato da una bella pesca alla traina: un wahoo sui 20 chili.
Questa volta facciamo meno fatica; mentre io lo tenevo con il raffio fuori bordo, Lilli gli ha versato nella bocca spalancata mezzo bicchiere di aceto balsamico; il pesce ha smesso di dimenarsi ed è stato più semplice tirarlo in coperta.
Alle 10.15 siamo già a destinazione, ci sono altre 3 barche, gettiamo l'ancora su un fondale di 11 metri, di sabbia e sassi (15°47.112'S 168°09.690'E).
Non appena finito l'ancoraggio, alcuni ragazzini a bordo delle loro tipiche canoe si portano ad una trentina di metri da Refola, ci guardano e sembrano non avere il coraggio di avvicinarsi di più. Li chiamiamo e mostriamo loro la nostra preda: spalancano gli occhi, uno di loro lo riconosce ed esclama "wahoo!!!". "Ti piace, lo vuoi?" chiedo. "Yes yes thank you thank you". Il più piccolo dei ragazzetti, entusiasta, sale a bordo. Lilli ci scatta una foto, il pesce è quasi più alto di lui.
Caricano il wahoo nella piccola canoa e ritornano molto eccitati verso la spiaggia, ripetendoci più volte: "we'll come back" (torniamo).
Circa un'ora dopo tornano con due grosse papaie ed un sacchetto di piccoli peperoni di coltivazione locale; molto contenti li ringraziamo a nostra volta. Ma non basta, nel pomeriggio, sempre in canoa, il piccolo ragazzo torna con il papà, che viene personalmente a ringraziare ulteriormente, porgendoci un casco di piccole banane e due grossi frutti di cui non sappiamo il nome.
Insomma questo pesce ha fatto colpo, e probabilmente si è sparsa la voce nel villaggio; il giorno seguente quando andiamo a terra, troviamo sulla spiaggia un anziano signore che, dopo le presentazioni ed i soliti convenevoli, ci chiede se abbiamo del pesce. "Ne abbiamo pescato uno e lo abbiamo regalato ieri ad alcuni ragazzi" dice Lilli. Il signore sembra dispiaciuto e deluso: "Non l'hanno condiviso", come se questa fosse stata una mancanza ad una regola generale.
Da parte nostra vedere apprezzato questo regalo ci ha dato una grande soddisfazione, e ci siamo ripromessi, con grande gioia di Lilli, che d'ora in poi tutto quello che pescheremo, a parte qualche piccolo pesciolino per noi, lo regaleremo alla gente del villaggio.
Lunedì 22 risaliamo la costa di Pentecoste di altre 17 miglia, fino a Loltong, quasi all'estremità settentrionale dell'isola.
Loltong è l'unica vera baia di Pentecoste, profonda 2 miglia, con una pass tra 2 bassi fondali corallini che la riparano anche dall'onda di risacca, l'ancoraggio è pertanto particolarmente tranquillo e protetto.
Il cielo è coperto e non c'è una grande visibilità; a facilitare l'ingresso c'è però un allineamento
(dal waypoint 15° 32,65 S 168° 07,89 E, grosso modo sull'asse trasversale della baia ) di 70° su due mede triangolari sovrapposte, posizionate sulla spiaggia. Una volta dentro, caliamo l'ancora su 5-6 metri d'acqua; i fondali sono di sabbia con macchie e numerose teste di corallo.
Facciamo un giro a terra. A sinistra delle mede c'è una capanna che funge da Yacht Club, dove (ci ha detto Cristiano passato di qui qualche giorno fa) c'è anche servizio di ristorante, ma che al nostro passaggio era chiuso. Le capanne del villaggio sono molto curate, la gente come sempre gentile ed amichevole, un anziano signore che ci riceve sulla spiaggia, ci invita ad entrare nella sua piccola capanna per mostrarci alcune sculture di legno intarsiato, fatte da lui.
Questa parte dell'isola è ricca di sorgenti; un grosso tubo proveniente da una di queste, sulla collina, distribuisce acqua a tutto il villaggio. Nella nostra passeggiata troviamo tre ragazzine socievoli che ci fanno da guida, ci mostrano una Guest House molto carina ma senza clienti, il campo da calcio, dove tra i ragazzi che giocano a pallone ce n'è uno che indossa la maglia azzurra dell'Italia. Il villaggio dispone di due scuole, una di lingua francese e l'altra di lingua inglese, mentre le attrazioni per i turisti sono la custom dance e una visita alla "caverna del mistero" (Mystery cave") ... noi soprassediamo e rientriamo in barca, abbiamo finito i soldi in valuta locale e dobbiamo arrivare in fretta a Luganville, la seconda grossa città delle Vanuatu, per rimpinguare le scorte e prelevare un po' di moneta locale.
Questa volta niente foto, purtroppo quelle che avevamo si sono perse nel trasferimento dalla macchina fotografica al pc.