15:33.47S 146:14.55W
Il 7 luglio, come detto, navighiamo da Toau alla pass SW di Apataki (pass Pakaka). Sono in tutto 23 M: il vento, all’inizio sui 10-12 kn, rinforza a 15-16 kn, facendoci arrivare puntualissimi (alle 10.50) all’appuntamento con la bassa marea (10.44) davanti alla pass; la rotta per l’ingresso e’ 70°, ma attenzione! c’e’ una declinazione magnetica di 12° E percio’ la bussola indichera’ 58°, comunque c’e’ anche l’allineamento di due mede, e non si puo’ sbagliare.
All’inizio della pass non ci sono onde stazionarie, la corrente e’ gia’ entrante, a meno di 1 kn; porto il motore a 2000 g/min, abbiamo il vento contro, la velocita’ “SOG” (speed over ground) passa da 4,2 a 4,8 Kn (la corrente ci aggiunge 0,6 Kn); nella parte centrale, quando abbiamo al traverso il molo del villaggio, il SOG torna a 4,2 kn (neutralita’ di corrente); nella parte finale, dove il canale si restringe e devia leggermente verso sud, la velocita’ con numero di giri invariato scende a 2,8-3,2 kn (la corrente quindi diventa uscente e a noi contraria, di circa 1-1,5 kn). Infatti, sul lato sinistro del percorso, osserviamo una zona di piccole onde stazionarie, segno evidente dello scontro tra la marea entrante in aumento ed il flusso dalla laguna, prodotto dal fetch e dal volume di acqua entrato in laguna dal lato sopravvento dell’atollo. Si potrebbe scrivere un libro sulla “fenomenologia delle pass alle Tuamotu” …
Ci chiediamo se fermarci o no al villaggio subito a destra della pass. L’ancoraggio ad est del villaggio e’ esposto al vento ed oltretutto distante da terra, mentre in alternativa si puo’ ancorare nella pass, con il disturbo della corrente: decidiamo di tralasciare la sosta al villaggio.
Facciamo quindi rotta diretta, attraversando la laguna, sull’ancoraggio situato 10 M a SE, davanti all’Apataki Carenage. Incredibile ma vero (l’avevamo letto sul “Compendium Tuamotu”), su un motu ben protetto dai venti di SE, c’e’ un piccolo ma VERO cantiere dove e’ possibile alare le barche e lasciarle al sicuro tra le palme durante la stagione degli uragani. La rotta diretta che intraprendiamo e’ libera da reef, ma verso la meta’ del percorso cominciamo a vedere numerose boe delle coltivazioni di ostriche, alcune semisommerse e davvero poco visibili, che ci costringono a frequenti deviazioni e rallentamenti.
Alle 13.15 arriviamo a destinazione: ci sono 4 boe, di cui 2 occupate. Ci viene incontro un gommone con a bordo Bill, proprietario di un catamarano alla boa , che ci consiglia di prendere una boa libera, tanto sono gratuite e in piu’ si evita di danneggiare il corallo! Detto fatto ci ormeggiamo, con l’aiuto di Bill che dal gommone ci porge l’anello (ricoperto di gomma) della boa. Che trattamento! Bill ci racconta che e’ qui da un mese, sta aspettando dei pezzi di ricambio dall’Europa, il proprietario del cantiere è molto amichevole e disponibile; c’e’ anche molto spazio per ancorare, sabbia con poche teste di corallo e fondale 8-10 mt (15°33,47’S 146°14,55’W).
Nel pomeriggio scendiamo a terra per visitare il cantiere, ci accoglie il titolare, Alfred, che da 4 anni ha smesso l’attivita’ di coltivazione di perle per aprire quella del “Carenage”; ci da’ il benvenuto ed il consenso di girare liberamente. Nel piazzale ricavato in mezzo alle palme ci sono una decina di barche, tutte cinghiate a grossi plinti in cemento, c’e’ uno scivolo in cemento, un carrello con pistoni idraulici che scende in acqua sotto la barca e la solleva, trainato da un trattore per i spostamenti.
Alfred ci spiega che possono essere manovrate barche con pescaggio fino a 2-2,05 mt e un max di 18 ton. di peso: sono esattamente i limiti di Refola, percio’ gli chiedo un preventivo. Alfred velocemente fa il calcolo: 372 € alaggio e varo, pulizia carena con idropulitrice e 2 gg di sosta gratuita!!! A Raiatea, dove peraltro abbiamo gia’ prenotato, per lo stesso servizio pagheremo 511 €!
Trascorriamo quindi alcuni giorni al “Carenage”: oltre ad essere ben ridossato a SE, da dove e’ previsto arrivi un altro Maramu, il posto e’ molto bello, con spiagge bianche e acqua turchese; parte del tempo e’ dedicata a lavori di manutenzione (ho dovuto smontare la pompa acqua del generatore che aveva una perdita e 2 pale della girante rotte finite nello scambiatore), il resto a snorkeling e riposo.
Con la lancia di Alfred (che offre un servizio taxi a 1650 franchi polinesiani, 13 euro A/R) Mario ed io andiamo al villaggio Niutahi, quello che abbiamo tralasciato dopo la pass: pulito e ben curato, ha un supermercato, un aeroporto (talmente vicino che ci si va a piedi), 2 chiese (una cattolica e una protestante). Alfred, squisito, ci mette a disposizione la connessione internet di casa sua, al villaggio.
Venerdi’ 12 luglio Alfred organizza un barbecue per gli equipaggi delle barche (ormai ce ne sono 6): come a Toau, ognuno porta qualcosa, il padrone di casa mette a disposizione una mega grigliata di pollo, oltre a poisson cru, riso e verdure, sono invitati anche i “vicini” (una coppia che abita poco distante). Solo una volta seduti a tavola Alfred annuncia che la festa e’ per il 71° compleanno della sua mamma, una bella signora con una ghirlanda di fiori tra i capelli; la serata finisce con musica e canti, in parte polinesiani e in parte rockettari, grazie alla presenza di Steve, che gia’ avevamo sentito suonare alle Galapagos, equipaggiato di chitarra elettrica, microfono e amplificatori.
Ma gli ozi di Apataki volgono al termine: lunedi’ 15 luglio alle 9.00, dopo aver salutato al VHF la piccola comunita’ di barche, salpiamo alla volta di Tahiti. La perturbazione sta per finire, speriamo di arrivare in tempo prima che cali il vento completamente … questa volta, su consiglio di Alfred, per tornare alla pass seguiamo la rotta costiera, che e’ libera da boe ed ha solo 2 reef ben visibili; il cielo nel frattempo si copre di nuvole ed inizia a piovere, quando arriviamo alla pass siamo sotto una pioggia torrenziale e la visibilita’ e’ pessima: dobbiamo aspettare il passaggio di questo temporale.
Alle 10.55, approfittando di una temporanea schiarita, entriamo decisi nella pass: nel primo tratto abbiamo a favore una piccola corrente uscente, circa 2 kn, che si riduce poi nella parte centrale a 1 kn, nessuna onda stazionaria nemmeno fuori. Abbiamo colto l’attimo fuggente: con il vento che ha soffiato per giorni da 15 a 25 kn, non potevamo andare meglio (il portolano dice che la variazione di marea di Apataki e’ uguale a quella di Ahe, la massima alle 10.44).
Tornati in oceano, alle 11.15 facciamo rotta 255° su Tahiti.
La pass di Apataki in condizioni tranquille
.. e il giorno della nostra uscita:
la nostra sosta all' Apataki Carenage
cucu' : squaletto !