17:32.42S 149:34.24W
Il 15 luglio intraprendiamo la navigazione da Apataki a Tahiti, circa 250 miglia. Come da previsioni meteo, mare formato sui 2-2,5 mt, continui groppi con rinforzi di vento a 25 kn e pioggia segnano il primo giorno di navigazione; chiudiamo il pozzetto con la capottina verticale, e cosi’ siamo riparati anche dalla pioggia da poppa.
Il mattino del 16 luglio il vento cala, abbiamo un apparente al giardinetto sui 7-8 kn, e ci mancano circa 70 M: sono tante per arrivare in giornata, con la luce, ma sono poche per rallentare ed arrivare il mattino successivo … in piu’ ciondolare alla velocita’ di 3 kn, con l’onda che sollecita e stressa tutta l’attrezzatura, non e’ affatto piacevole, percio’ decido di dare motore a 1200/1500 g/min. e mantenere la velocita’ sui 5-6 kn. Questo vuol dire arrivare alla pass di Papeete con il buio: accetto questa ulteriore sfida, proponendomi di valutare le condizioni dell’entrata al momento, e in caso di incertezze di attendere fuori dalla pass le luci dell’alba.
Alle 22.30 siamo davanti alla pass: poco vento e la luna a ¾ sono nostri alleati, chiamiamo sul VHF ch 12 il Port Control per chiedere l’autorizzazione ad entrare (essendo il porto di Papeete molto trafficato ed estremamente vicino all’aereoporto - con gli aerei in atterraggio e decollo che intersecano la rotta della pass - tutte le barche devono contattare l’autorita’ del traffico); molte luci rosse e verdi lampeggiano al livello del mare, sono le boe che segnalano il canale all’interno del reef, ma inizialmente non riusciamo a distinguere chiaramente la coppia che indica la pass. Le luci della citta’ non danno troppo fastidio, e la coppia di luci verdi lampeggianti poste sulla collina che indica l’allineamento per la rotta d’ingresso a 148° si individua facilmente (di giorno si distinguono i 2 piloni a strisce bianche e rosse).
Una volta all’interno della rada, un’altra coppia di luci verdi lampeggianti indica la rotta di 87° di ingresso al porto di Papeete; superata una piattaforma isolata in mezzo al porto (con una grande bitta), che si puo’ lasciare a sinistra o a dritta indifferentemente, si vedono a destra i 3 pontili dello Yacht Quay Marina, i primi 2 ad ovest sono destinati alla barche in transito.
Alle 23.10, con l’aiuto dello skipper di un’altra barca, prendiamo il corpo morto, ormeggiamo e brindiamo alla nostra prima pass notturna.
Il giorno seguente, 17 luglio, ci rechiamo all’ufficio dello Yacht Master, situato al piano terra della grande struttura in legno che funge da terminal marittimo: molto gentile, Ken ci accoglie e ci fornisce tutte le informazioni per muoverci in citta’, comprensive degli aggiornamenti del prezioso opuscolo “Yachtsman’s Guide to French Polynesia” (scaricabile su internet al’indirizzo http://www.pacificpuddlejump.com/pdf/YachtsmensGuide.pdf) con le ubicazioni di tutti i negozi che possono essere utili al navigatore, dalle attrezzature nautiche alla lavanderia, dal supermercato alla farmacia ed ancora come fare rifornimento di gas per la cucina ed infine un tariffario dei taxi per non essere fregati!
La scelta dello Yacht Quay si e’ rivelata azzeccata: vicini alla citta’, con le biciclette abbiamo potuto fare velocemente molti giri di negozi, l’ormeggio con i corpi morti e’ ben ridossato da tutti i settori, acqua e corrente in banchina circa 40 €/g, a 2 passi un supermercato Champion ben fornito e il mercato municipale di Papeete, con frutta e verdura fresca e curata prodotta localmente; volendo, in alternativa, 5 M a SW dopo l’aereoporto e raggiungibile attraverso un canale ben segnalato, c’e’ il Marina Taina. Quando siamo stati a visitarlo aveva pochissimi posti disponibili, per lo piu’ sul pontile esterno soggetto a risacca, a circa 48 €/g; c’e’ anche un campo boe per barche fino a 45 piedi ed un ancoraggio libero, gratuito, con la possibilita’ di usufruire dei servizi del marina (dinghy dock, lavanderia, ristorante ecc.); dal Marina Taina a Papeete taxi a circa 17 € o autobus ad orari imprecisati.
Il 18 luglio ormeggia accanto a noi Leopoldo, che ha attraversato il Pacifico in solitario fino alle Marchesi ed ora naviga con suo figlio Giovanni, abile marinaio di 12 anni!
Purtroppo, come gli amici olandesi di Viskus, anche lui ha alle Tuamotu ha avuto problemi: ha perso 2 ancore a Makemo, per rottura della catena inox sul reef. Lo stesso giorno arrivano anche gli amici francesi di Bellissima, che hanno distrutto l'ancora ad Anse Amyot (si e' deformata e la devono sostituire). Insomma sentiamo storie di ogni tipo … noi, per ora, facciamo parte di quelli a cui e' andata bene (Lilli da brava napoletana tocca ferro).
Sabato 20, con un’auto a noleggio (circa 90 €/g), andiamo a zonzo per Tahiti. L’isola e’ composta di 2 isole (Tahiti Nui a nord, e Tahiti Iti a sud), collegate da un istmo di circa 2 km. La strada costeggia completamente le 2 isole tranne la parte piu’ meridionale di Iti; la barriera corallina della parte est e’ piu’ esposta ai venti dominanti, quando siamo passati i 25 kn da SE scoraggiavano chiunque a navigare anche all’interno della barriera.
La parte ovest, a partire da punta Venus a nord ha invece lunghi tratti di laguna tra il reef e l’isola, protetti dai venti dominanti, navigabili e con pass segnalate.
Nell'insenatura a SW tra le 2 isole c’e’ Port Phaeton, con un marina attrezzato anche per tirare barche a terra.
Con Leopoldo e Giovanni andiamo a cena alle “roulotte”, una decina di ambulanti che la sera, nella piazza del porto, allestiscono barbecue, tavoli, sedie e luci volanti, ed appunto nelle roulotte cucinano ciascuno le proprie specialita’: pizza, crepes, pesce, etc … noi mangiamo delle squisite bistecche giganti, spendendo circa 16 € a testa.
Domenica 21 Mario parte per rientrare in Italia, dopo piu’ di 5 mesi a bordo di Refola. Ci salutiamo prima dell’alba (il taxi viene a prenderlo alle 4 e mezza). E’ l’ultimo membro dell’equipaggio che ci lascia e d’ora in poi restiamo soli Lilli ed io. Ce la faremo? Certo dovremo cavarcela senza l’aiuto di Mario per la guardia a prua, sui fondali, senza parlare dell’opera di sfilettamento del pesce pescato … va beh, faremo del nostro meglio, ed intanto ringraziamo Mario della sua costante disponibilita’.
I giorni allo Yacht Quay di Papeete trascorrono veloci, tra molte cose da fare, cambio olio e filtri del motore, ricerca dei vari ricambi (sono riuscito a trovare un’officina che rifa’ l’avvolgimento del motore del dissalatore).
Giovedì 25, insieme a Leopoldo che ha deciso di navigare con noi fino alla partenza di suo figlio Giovanni, ci spostiamo al Marina Taina per fare gasolio; appena mollati gli ormeggi chiamiamo il Port Control sul canale 12 per ottenere l’autorizzazione a sportarci ed in un’ora percorriamo le 5 M del canale, ben segnalato da pali rossi e verdi.
In prossimita’ del marina c’e’ un grosso supermercato Carrefour, fornitissimo di ogni prodotto alimentare e non; all’interno del marina 2 succursali ship-chanderly di Papeete e Michel, che ha una piccola officina e vende un po’ di tutto su ordinazione; qui ho acquistato un piccolo inverter 24/220 V, introvabile in citta’.
Ancoriamo per la notte accanto al bordo del canale, intorno a noi ci saranno una cinquantina di barche. Domani mattina riprenderemo il mare, con destinazione Moorea, ad una ventina di miglia.
Yacht Quay Papeete
Mercato dell’artigianato
Mercato del pesce
Vedute di Tahiti dall’alto (sullo sfondo, Moorea)
Il vecchio faro di Punta Venus
Competizione di canoe
Spiagge di Tahiti
Il Marina di Port Phaeton
Marina Taina: pontile per dinghy, zona di ancoraggio ed il canale per raggiungerlo da Papeete