08:37.32N 79:02.17W
Sabato 16 marzo salpiamo per l’isola di San Josè, 12 M più a sud. Ancoriamo alla Ensenada de Playa Grande, un’ampia baia a SE (08°14,99’N 79°06,07’W).
L’isola come dicevamo è privata, ma anche disabitata, il portolano racconta che in passato i proprietari dell’isola giravano con il camper per scacciare cacciatori panamensi abusivi ma anche yachtman che non rispettavano l’ambiente (portando a terra spazzatura o disperdendo olii esausti), per questo motivo l’isola si è fatta una fama di essere poco ospitale con gli yacht di passaggio.
Noi scendiamo a terra nella grande spiaggia, ancora piu’ estesa per la bassa marea, facciamo provvista di noci di cocco, in giro non c’e’ nessuno, solo nel pomeriggio una barca a vela canadese da’ ancora a mezzo miglio da noi e verso sera una barchetta di pescatori getta le reti in prossimità della punta ovest.
Domenica 17 salpiamo di buonora alle 8.00 diretti all’isola de Cana, ad est dell’isola del Rey: sono 23 M e vogliamo arrivare come sempre con la bassa marea verso le 13.00.
Dopo le prime 12 M, il vento cala e diamo motore; lungo il percorso molti sono i bassi fondali e gli scogli poco visibili. Anche in questo caso sono state molto utili le carte Rustler che ci ha fornito Bobo a San Blas, che portano dettagli in scala fino a 1:5000 ; le visualizziamo col programma Maxsea e, grazie al collegamento col gps di bordo, possiamo vedere la nostra barca spostarsi sulla carta, come nel plotter.
Atterriamo a sud dell’isola de Cana alle 12.10, ancoriamo su un fondale di 7 mt, con 70 mt di catena (8°22.06’N 78°49.09’W); uno stretto canale con profondità medie sui 6-9 mt, ma ostruito nella parte meridionale da una barra sabbiosa con appena 60 cm di acqua in bassa marea, separa ad ovest l’isola de Cana dall’isola del Rey.
Andiamo in perlustrazione con il tender e facciamo visita al piccolo paesino di pescatori “La Ensenada”, che si trova sull’isola del Rey, dalla parte opposta del canale:
poche piccole case a ridosso della spiaggia, gente cordiale e gentile, bambini allegri e simpatici …
c’è anche un bar dove un paio di avventori stavano coltivando una bella sbronza di birra.
Verso sera una barca di neozelandesi viene ad ancorare vicino a noi, è la terza barca dopo quella degli amici francesi che vediamo in 4 giorni!
Lunedì 18 marzo alle 8.00 salpiamo diretti all’isola Contadora a nord, 24 M che percorriamo a motore per assenza di vento, anche il cielo è grigio e coperto con una foschia che riduce la visibilità a qualche miglio.
Arriviamo alle 12.10 ed ancoriamo a sud davanti alla Playa Cacique, molte boe sono disseminate nell’area, e contrariamente a quanto abbiamo visto fino ad ora, diverse barche sono all’ancora; diamo fondo cercando di esseri liberi di girare alla ruota, con 60 mt di catena sul fondale di 8 mt (8°37.32’N 79°02.18’W).
A terra troviamo un’isola completamente diversa da quelle viste fino a qui:
ville ben curate…..
ristoranti….
supermarket forniti, strade asfaltate …
ovunque ordine e pulizia, lotti e ville in vendita, hotel, spiagge attrezzate….
Abbiamo saputo dai locali che normalmente l’acqua è calda e trasparente e si vedono i fondali fino a buone profondità, mentre la corrente di Hubolt porta acqua fredda e grigio-verde solo alcuni periodi dell’anno. Noi l’abbiamo beccata in pieno, ‘sta corrente, mannaggia !
Dal portolano apprendiamo che l’isola è famosa perché è spesso sede di meeting fra i governi dell’America Latina ed ha avuto modo di farsi un nome, diventando luogo di vacanza per ricchi panamensi, che vi hanno costruito ville prestigiose….; al momento c’è ancora molto verde, nella foresta abbiamo visto daini in libertà (al centro della foto qui sotto), fa un certo effetto il contrasto delle isole viste in precedenza con quanto vediamo qui.
L’arcipelago di Las Perlas risulta al 90% ancora disabitato e selvaggio ma, come abbiamo visto anche all’isola di Pedro Gonzales, le cose stanno cambiando: fra qualche anno è probabile che anche altre isole diventeranno come Contadora. Il che sarebbe positivo, se il cambiamento fosse regolato da progetti urbanistici che ponessero limiti a salvaguardia del territorio e dell’ambiente …. purtroppo temiamo che non sia cosi’ e che la speculazione abbia il sopravvento, un vero peccato!
Il comandante - esploratore
Villaggio “La Ensenada”, isola del Rey: Mario socializza con un avventore del bar
le case colorate del villaggio
…. dove i locali essiccano il pesce
ed ecco un altro mondo: Contadora (isola dei ricchi)
anche il mare sembra piu’ pulito, qui ….
hanno perfino l’aeroporto …
colori quasi invernali per il nostro ancoraggio a Contadora