giovedì 19 giugno 2025

TURCHIA: TURGUTREIS MARINA, BODRUM, GOKAGAC ALARI

Sabato 14 giugno lasciamo Leros e la Grecia; siamo lieti di apprendere che per l’uscita non sono necessarie formalità.

La prima destinazione in Turchia è Turgutreis Marine, a 25 miglia. Aggiriamo il versante meridionale di Leros e mettiamo la prua a SE; fuori troviamo un bel vento sostenuto, sui 20-30 nodi, da NNW che ci fa volare: alle 12.00 entriamo nel marina ed accostiamo al grande molo in cemento dove facciamo il pieno di carburante.

Il gommone del marina ci scorta all’ormeggio (37°02’.040N 27°25’.470E); terminate le manovre ci rechiamo agli uffici dove ci viene detto che dobbiamo subito lasciare il posto assegnatoci e andare con la barca a registrare l’ingresso alla dogana, che si trova all’ingresso del marina. Mannaggia, eravamo a due passi quando abbiamo fatto gasolio!

In dogana veniamo seguiti da un giovane agente un po' imbranato, con cui trattiamo sul prezzo della pratica accordandoci per 460 € in contanti. Il ragazzotto riesce anche a sbagliare la lista dell’equipaggio (attribuendo ad Angelo il ruolo di skipper). Gliela facciamo correggere e finalmente, dopo due ore di attesa, siamo ufficialmente registrati in Turchia.

Turgutreis è un marina recente, dotato di tutti i servizi ed attorniato da una miriade di ristoranti. Ci presentano un conto abbastanza caro: 250 € per una notte.


Un po’ allarmati telefoniamo a Bodrum. Vogliamo sapere se c’è un posto per noi, e la relativa tariffa: ci rispondono che il posto c’è, al costo di 370 € per una notte, 600 € per due notti! Rimaniamo basiti, neanche a New York abbiamo speso tanto! Ma non abbiamo scelta: a Bodrum sale a bordo Cecilia, in arrivo dall’Italia, quindi obtorto collo accettiamo la rapina.

Domenica 15 giugno, alle 9.30, molliamo gli ormeggi per raggiungere Bodrum che dista solo 13 miglia. C’è ancora il bel vento da NNW, sui 20-25 nodi con raffiche a 30.  Alle 11.40 entriamo nel porto di Bodrum dove veniamo accolti dal gommone del marina, che ci accompagna all’ormeggio (36°51’612N 28°01’318E). Sistemata la barca andiamo a portare i documenti all’ufficio, dove ci informano che la tariffa per notte non è di 300 €, bensì di 378 €; se ci fermiamo due notti il conto è di 756 €. In tutti i modi cerchiamo di far presente che 24 ore prima ci avevano dato informazioni diverse, ma nonostante le nostre lamentele non otteniamo niente. Ormai siamo rassegnati a subire una rapina al giorno!

Bodrum ha un bel centro pieno di ristoranti e negozi, che visitiamo lunedì 16 giugno.  Per prima cosa, presso Telekom Turchia, acquisto una scheda sim da 50 giga (per un mese, 43 €) così torno ad essere connesso con il mondo. Poi facciamo un po' di spesa e compriamo 5 pita bread con pollo e verdure per il pranzo.



Cecilia arriva puntualissima con il taxi, intorno alle 18.00; viene festeggiata da Andrea e da noi tutti con un aperitivo speciale.

Anche la cena ha un carattere speciale: Angelo, lavorando buona parte del pomeriggio, ci ha preparato veri gnocchi di patate conditi con il pesto di sua produzione, buonissimi!


Nel frattempo ho appreso che da qualche anno in Turchia le norme antiinquinamento sono diventate più rigide: tutte le barche devono essere dotate di serbatoi per la raccolta delle acque nere, inoltre ogni barca deve avere a bordo una scheda con gli elementi identificativi dell’imbarcazione, su cui devono essere registrati gli svuotamenti effettuati nei porti attrezzati. Ogni operazione di svuotamento costa dagli 8 ai 22 €. Il nostro primo tentativo però non va a buon fine: quella sorta di valvola posta all’estremità del tubo aspirante ha un diametro inferiore al nostro foro di prelievo, quindi entra aria e non si riesce a produrre il vuoto necessario all’aspirazione. Si rimanda tutto al mattino successivo.

Alle 10.00 di martedì 17 giugno, infatti, arriva la barchetta con l’attrezzatura di svuotamento: questa volta il tecnico rimuove la valvola e semplicemente infila il tubo nel serbatoio. L’aspirazione riesce: ci siamo liberati delle acque nere ed abbiamo la prima registrazione sulla scheda di Refola!


Terminata l’operazione salpiamo con meta l’ancoraggio di Gokagac Adalari, a 32 miglia in direzione SE. All’inizio un bel venticello da N sui 10-12 nodi ci permette di aprire le vele per aiutare il motore, poi rinforza da SW, sui 15 nodi, e spegniamo il motore.

Arriviamo alle 16.10: la baia è ben riparata, diamo ancora su fondo sabbioso, profondità 7-8 metri (36°51’.612N 28°01’.318E). Intorno a noi sono già presenti 5 barche, più 2 caicchi con le cime a terra; il posto è suggestivo, l’acqua limpida, facciamo un bel bagno e controlliamo l’ancora completamente affondata nella sabbia.




Facciamo un giretto a terra con il dinghy: non c’è molto da vedere in realtà, non c’è paese né abitazioni. Restiamo un po’ sulla spiaggia a godere il silenzio della baia solitaria e poi rientriamo a bordo per il rito dell’aperitivo serale.

Aliamo il gommone a poppa; Refola è pronta per la tappa successiva, per noi una bella cena e tante nanne.