lunedì 23 giugno 2025

TURCHIA: KNIDOS, TAVSAN ADASI, MARMARIS

Mercoledì 18 giugno riprendiamo il mare. La prossima meta è Knidos Marina, a 37 miglia, che si trova sulla estrema punta occidentale della penisola di Dacia, di cui costeggiamo il versante settentrionale. La nostra direzione è SSE, abbiamo un vento debole sul naso quindi procediamo a motore nel mare calmo. Arriviamo alle 15.40.

L’ampia baia di Knidos Marina è protetta da una massicciata ben visibile a sinistra e da un’altra di epoca romana, sommersa e non visibile, sulla destra; il passaggio libero tra le due è di circa 200 metri, segnalato da una coppia di boe luminose rosso-verde.


I posti al pontile sono tutti occupati e quindi ancoriamo su fondale di fango molle, non buon tenitore, profondità 5-6 metri (36°41’.036N 27°22’.480E).

Il giorno successivo, per fortuna, si libera un posto sulla testa del pontile; ci spostiamo, caliamo l’ancora e portiamo la poppa al pontile.

Comodamente ormeggiati, ci dedichiamo ad un po’ di turismo.

Con Refola siamo stati qui nel lontano aprile 2008, ed eravamo rimasti colpiti dalla bellezza delle vestigia dell’antica città e del teatro, discretamente conservato, proprio sopra il porto. Ora tutta l’area è diventata un sito archeologico ben delimitato, con un modico prezzo di accesso: 5€. Non manchiamo la visita, a cui facciamo seguire una bella camminata fino al faro sul capo a NW. 






Venerdì 20 giugno salpiamo per un ancoraggio vicino all’isola Tavsan Adasi, a 37 miglia; costeggiamo questa volta in direzione WNW il versante meridionale della penisola di Dacia. Inizialmente abbiamo un bel venticello sui 15-17 nodi, che poi cala a 5-7 nodi e gira a SSE. Avanziamo a vela con l’ausilio del motore ed arriviamo alle 16.00.

La baia è molto frequentata, soprattutto da grossi motoscafi; a terra vediamo una spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini. Ci colpisce veder arrivare una piccola nave della Carrefour, che ancora nel mezzo della baia ed apre portelloni laterali per vendere merce alle imbarcazioni.


C’è troppo traffico per i nostri gusti, quindi ci spostiamo di circa un miglio a NE, in un’ansa più piccola ma molto più tranquilla. Caliamo l’ancora e mettiamo anche noi le cime a terra (36°46’.506N 28°04’.159E). Terminate le manovre, ci aspetta un bel bagno rinfrescante.




Veniamo poi accostati da una barchetta carica di frutta e verdura, che evidentemente fa concorrenza alla Carrefour proponendo la consegna… a domicilio!

Alle 7.45 dell’indomani, sabato 21 giugno, salpiamo l’ancora diretti a Marmaris, che in linea d’aria è ad una ventina di chilometri, ma per mare risulta distante 45 miglia.

Viste le esperienze passate telefoniamo al marina per sapere se c’è posto, ma soprattutto per conoscere i prezzi. Ci rispondono che il posto c’è ma per i prezzi fanno un po' di confusione: ci comunicano il prezzo per una notte uguale a quello per due notti (?!?).

Dopo poche miglia peschiamo un combattivo dorado sugli 8-10 chili, da cui dopo averlo sfilettato ricaviamo una fantastica “ceviche” da mangiare a pranzo e cinque buste sotto vuoto da mettere in freezer.

Quando riprendiamo la navigazione troviamo un bel vento tra i 15 e i 18 nodi che ci consente di andare a vela fino a destinazione, dove arriviamo alle 15.40 (36°51’.146N 28°16’.738E).

Il marina di Marmaris è grande, pieno di negozi e ristoranti; il porto comunale adiacente al marina è quasi interamente occupato da caicchi locali e barche per escursioni turistiche.



Alla sera c’è una gran vita, mille discoteche con musica a tutto volume, non mi sarei mai aspettato di trovare un movimento così. Non sarà che stiamo invecchiando? Ma no, figurati!


La giornata di sosta è dedicata alla visita della fortezza, con l’annesso museo, tutto bello, ben conservato e ordinato.



Programmiamo per il giorno seguente, lunedì 23 giugno, lo scarico delle acque nere. Poi si riparte per Ekincik, a 31 miglia. Avanti sempre!