Per recuperare il giorno di ritardo in partenza, decido di rinunciare alla sosta di un giorno che avevo previsto a Pilos e così giovedì 29 maggio lasciamo il marina in eterno allestimento, diretti a Kalamata distante 40 miglia. Il vento è scarso, sui 9 nodi da NNE; procediamo a motore con le vele aperte, arriviamo alle 14.40 al marina di Kalamata.
Lilli
ed io siamo stati qui l’ultima volta nel 2021, per salire a bordo di Talita
(il Genesi 43 di cui un tempo ero comproprietario) invitati per una piccola
crociera dagli amici Gianni e Tiziana. Conosco quindi abbastanza bene la
cittadina e le sue principali attrattive. Di sera infatti conduco l’equipaggio al
ristorante Elatos, più simile ad una rosticceria, che offre ottimo cibo a
prezzi contenuti.
Venerdì 30 maggio Cristina, Andrea ed io ci dedichiamo alla visita del centro storico; tentiamo di visitare la Collezione di Costumi greci "Victoria Karelia", museo degli abiti tradizionali da cui Lilli ed io eravamo stati incantati, ma lo troviamo chiuso.
Kalamata è una bella città, animata,
con due grossi supermercati dove è possibile fare rifornimento di cambusa.
Ne
approfittiamo per rabboccare le nostre provviste, facciamo rifornimento di
carburante (193 litri) con autobotte in banchina a 1,600 €/litro, per il bucato
utilizziamo lavatrice e asciugatrice del marina.
Sabato
31 maggio ci spostiamo a Gerolimenas: niente vento, tutto a motore. Arriviamo alle
15.40 e ancoriamo su fondale sabbioso, profondità 8-10 metri, vicino al paese (36°28.885N
22°23.978E). Poiché si tratta solo di una sosta tecnica, per
accorciare la distanza che ci separa da Elafonisos, passiamo un pigro
pomeriggio di riposo in barca, senza scendere a terra.
La
mattina dopo, domenica 1° giugno salpiamo per Elafonisos, piccola isola a SW
del terzo dito (il più orientale) del Peloponneso; la distanza da coprire è di
37 miglia, ma siamo ancora senza vento e procediamo a motore su un mare calmo. Solo
verso l’arrivo si alza un po' di aria da ENE, sui 10 nodi. Arriviamo alle 15.05
e ancoriamo appena a sud del paese, su fondale sabbioso e profondità 5-6 metri (36°30.467N
22°58.990E).
Il
giorno seguente procediamo alle operazioni per rendere operativo il dinghy,
necessario per ansare a terra quando siamo all’ancora e finora rimasto ben
assicurato in coperta, a prua via dell’albero di maestra: lo caliamo in acqua e
predisponiamo a poppa il sistema di cime per lasciarlo sospeso durante la
navigazione.
Il porto di Elafonisos è quasi completamente occupato dai traghetti che con più corse giornaliere fanno la spola dalla terraferma all’isola; si tratta di traghetti piccoli ma attrezzati per il trasporto di auto. Difficile trovare posto per barche da diporto, visto che i fondali sono sufficienti solo nella parte occupata dai traghetti.
Per
raggiungere il paese con il dinghy utilizziamo l’altro porticciolo adiacente,
quello dei pescatori.
Facciamo un piccolo giro di perlustrazione: paese, che si presenta carino e simpatico, molto turistico anche se siamo appena agli inizi della stagione.
Compriamo, a prezzi esorbitanti, un po' di pane e mele; Andrea acquista 1 kg di pesce fresco da un pescatore e ce lo gustiamo a pranzo fritto in padella.Nel pomeriggio un importante rito: il primo bagno di stagione. L’acqua, limpidissima, è ancora freddina, ma il battesimo andava fatto e ne valeva la pena.