L’arcipelago di Saint Pierre e Miquelon
è un territorio francese d’oltremare a sud della grande isola canadese di
Terranova. È formato da 17 isole: Miquelon è la più grande ma la seconda, Saint
Pierre, è la più popolata dal momento che vi abita circa l'85% della comunità.
La moneta in uso è l'euro, la lingua (ovviamente) il francese.
Il marina dove siamo ormeggiati ospita
una scuola di vela molto attiva: tutti i giorni arrivano gruppi di ragazzini,
accompagnati dalle maestre, che vengono a misurarsi con piccoli catamarani e
piccoli monoscafi… è un piacere vederli!
Ci sono altre tre barche a vela. Una,
americana, è diretta in Groenlandia; le altre due sono francesi: una è la nota Vagabond,
impegnata in ricerche oceanografiche nel nord di Terranova, mentre l’altra,
condotta da un velista di Saint Pierre, partirà per le Azzorre, probabilmente
una settimana dopo di noi.
Abbiamo studiato la situazione meteo e
individuato una buona finestra per il 5 o il 6 di luglio, che ci viene
confermata dal giovane amico Andrea Giorgetti. Ok, il dado è tratto, si parte
il 5!
Ci dedichiamo alle consuete operazioni
preliminari: piccolo rabbocco alla cambusa, svuotamento delle taniche di
carburante nel serbatoio e pieno al vicino distributore, prove di comunicazione
con Iridium Go!.
Mercoledì 5 luglio, primo giorno:
Usciamo dal porto alle 10.30. Dopo tre giorni di nebbia, è la prima volta che vediamo il sole ma l’illusione dura poco: appena ci allontaniamo dall’isola veniamo avvolti da una densa foschia, che diventa nebbia verso sera riducendo la visibilità a circa 300-400 metri. Nelle prime ore un venticello da SW sui 12-13 nodi ci permette di andare a vela, ma verso le 16 cala a 5-7 nodi; ci aiutiamo col motore, che spegniamo verso mezzanotte quando torna un po’ di vento e proseguiamo a vela. Fino alle 12 abbiamo percorso 160 miglia.
Giovedì 6 luglio, secondo giorno:
A seguirci ed aiutarci
con le previsioni meteo sarà d’ora in poi l’amico Michele Agosta, conosciuto
l’anno scorso alla Martinica; ogni giorno su Iridium Go! arriverà una mail con
le informazioni ed i suoi suggerimenti. Il cielo è coperto da nuvole e sul mare
abbiamo una densa foschia, che ancora una volta verso le 16 diventa un nebbione
che non ci fa vedere nulla oltre i 150 metri. Il vento va e viene, alterniamo
tratti di solo vela con altri di rinforzo a motore. 156 miglia percorse nelle
24 ore (dalle 12 alle 12).
Venerdì 7 luglio, terzo giorno:
Il cielo è sempre
coperto e la foschia densa: 400-500 metri di visibilità al mattino, 300-400
metri nel pomeriggio. Il vento cala a 5-7 nodi, continuiamo ad aiutarci con il
motore a basso regime. 159 miglia percorse nelle 24 ore.
Sabato 8 luglio, quarto giorno:
La giornata inizia, finalmente, con un bel sole e un gagliardo vento da SW sui 18-20 nodi.
Alle 12 le miglia percorse sono 162. L’onda da sud aumenta, raggiungendo i 3 metri; con tutte le vele spiegate la velocità di Refola si attesta stabilmente sugli 8-9 nodi, facendoci macinare miglia su miglia.
Domenica 9 luglio, quinto giorno:
Al mattino il vento
gira a NW ma resta tra i 15 e 18 nodi, permettendoci di mantenere una media
superiore ai 7 nodi. Alle 12 la percorrenza delle ultime 24 ore è 188 miglia. Michele
ci comunica di non scendere più di latitudine altrimenti ci infiliamo in un
campo di alta pressione senza vento, così alle 13.30 cambiamo rotta e mettiamo
la prua su 90°. La situazione rimane buona e abbastanza stabile fino alle 24,
quando il velo cala decisamente intorno ai 4-5 nodi ed anche l’onda si riduce
progressivamente fino ad un metro.
Lunedì 10 luglio, sesto giorno:
Il vento è scarso e
variabile: se non è proprio sul naso, teniamo aperte le vele e navighiamo a
motore a basso regime di giri, massimo 1500 g/min. La velocità media è sui 5-6
nodi; rivolgiamo la prua a SE e seguiamo il vento avanzando di bolina; alle 12
abbiamo percorso 155 miglia.
Martedì 11 luglio, settimo giorno:
La pesca che finora non ha dato frutti in due grosse prese ci porta via lenza e filo. Alcuni tonni, forse per prendersi gioco di noi, ci accompagnano per ore e ore restando lungo la fiancata di Refola, come fossero delfini.
Il vento comincia a farsi
sentire intorno ai 14 nodi fin dalle 4 del mattino, ma la variabilità precedente
fa sì che alle 12 la percorrenza delle 24 ore risulti bassa, 134 miglia. Nel pomeriggio
il vento rafforza soffiando da NE fino a 25-30 nodi, ed anche l’onda, che
prendiamo al traverso, ritorna sui 3 metri.
Mercoledì 12 luglio, ottavo giorno:
Le previsioni ci avevano avvertito che oggi sarebbe arrivata una perturbazione: il vento ci martella dai 18 ai 30 nodi, avanziamo di bolina e spesso Refola cade dall’onda con un forte tonfo. Impossibile non chiedersi: resisterà?
Altra cosa
impossibile è dormire a prua, così Gianca ed io nelle ore libere dal turno
riposiamo in dinette. Durante la notte passiamo vicino a Flores, la più
occidentale delle Azzorre; mancano solo 120 miglia per Horta, cominciamo a fare
i conti per evitare un atterraggio notturno. Sarà difficile: a bordo abbiamo
ancora l’ora di Saint Pierre, ma alle Azzorre il fuso orario è spostato di due
ore in avanti, e saranno proprio due ore a tradirci. Le miglia nelle 24 ore sono
165.
Giovedì 13 luglio, nono ed ultimo giorno di
navigazione:
Il vento diminuisce di intensità fino a 14-16 nodi e la navigazione diventa più agevole. Gianca ed io possiamo tornare nelle cuccette di prua. Alle 12 abbiamo percorso 171 miglia. Poco dopo le 19 avvistiamo Faial, ancora illuminata da un sole che ormai sta tramontando.
Così facciamo. Siamo
stanchi, ma più che soddisfatti. Refola ancora una volta si è comportata
egregiamente ed anche noi, senza falsa modestia, ce la siamo cavata mica male!