giovedì 13 settembre 2018

MAYOTTE: informazioni e note pratiche


Nonostante la nostra sosta a Mayotte sia stata sostanzialmente dedicata alla manutenzione ed alla burocrazia (molto più facile l'uscita dell'ingresso, come vedremo), ciò non ci ha impedito di prendere un po' di confidenza con l'isola, dove bene o male siamo fermi da 12 giorni.
Culturalmente e geograficamente, Mayotte è parte dell'arcipelago delle Comore, su cui la Francia governava dal 1843. Quando le altre isole Comore dichiararono la loro indipendenza Mayotte fu l'unica che scelse, con i referendum del 1974 e del 1976, di mantenere i propri legami con la Francia. Cosa tuttora non gradita al governo delle Comore, che continua a rivendicare diritti sull'isola. Ma la volontà degli abitanti è chiara: nel 2001 e nel 2009 votano in stragrande maggioranza (95% nel 2009) per diventare dipartimento francese. La formalizzazione di Mayotte come 101° dipartimento francese è avvenuta nel 2011: lingua ufficiale il francese, valuta l'euro.
Gran parte degli abitanti è di etnia mahoriana, popolo di origine mista africana, araba, malgascia ed indiana; la religione musulmana è praticata dalla quasi totalità della popolazione, mentre il 2% è cattolico.
Una grande barriera corallina racchiude con brevi interruzioni le due isole principali, Grande Terre e Petite Terre, oltre ad una serie di isolotti più piccoli. A sua volta Petite Terre è formata da due isole unite da uno stretto istmo: Pamandzi, dove c'è l'aeroporto, e la piccolissima Dzaoudzi, dove si concentrano le attività militari. Un pontile è riservato infatti alle numerose imbarcazioni della Gendarmerie Maritime, che escono quasi ogni giorno per esercitazioni, e durante il nostro soggiorno abbiamo osservato un notevole via vai di navi militari francesi, che sostavano brevemente in rada per poi ripartire.
Dal 2 settembre ad oggi (13 settembre) Refola è stata all'ancora a Dzaoudzi (12°46.788'S 45°15.608'E fondale sabbia/fango 17-19 metri), ai margini di un vasto parco boe con gavitelli per il diporto, privati e per lo più tutti occupati. Poco più a N sono posizionate numerose grosse boe utilizzate da imbarcazioni più grandi, traghetti e rimorchiatori. Nonostante siamo vicini alle altre barche al gavitello e non troppo distanti dall'area di manovra dei traghetti, il nostro ancoraggio si rivela azzeccato: ben riparato, tranquillo, con acqua pulita.
Anche l'atterraggio col dinghy è molto facile: dietro il pontile della gendarmeria ce n'è un altro utilizzato da piccole barche locali, con uno spazio alla radice riservato ai dinghy.


Il pontile è attiguo alla Gare Maritime, la stazione dei traghetti, dove sono sempre presenti numerosi taxi (collettivi): la tariffa è di 1,40 € a persona, indipendentemente dalla lunghezza del percorso.
I traghetti che fanno continuamente spola tra Grand e Petite Terre (circa 2 miglia, 15 minuti) collegano Dzaoudzi a Mamoudzou, il principale centro abitato di Mayotte. Sono mezzi bidirezionali piuttosto nuovi e ben tenuti, che calano i portelloni-rampa (presenti sia a poppa che a prua) su ampi scivoli in cemento, permettendo a passeggeri ed automezzi di scendere e salire velocemente. Né cavi di ormeggio, né manovre! L'andata è gratuita da Dzaoudzi, il biglietto di ritorno costa invece ben 0,75 €.




Mamoudzou è una cittadina abbastanza trafficata. Il supermercato a nostro giudizio migliore è Sodifram, a Kaweni; c'è anche una zona industriale “Nel” dove si trova SV Nautic, un negozio di attrezzature nautiche ben rifornito.
In uno dei lunghi giorni trascorsi in attesa del nuovo scambiatore, Angelo, Cristina e Gianca decidono di fare un giretto turistico-esplorativo a Gran Terre: traghetto, auto a noleggio e via! L'isola non li lascia particolarmente entusiasti: le spiagge sul versante NE e NW, anche quelle più decantate dai depliant turistici, sono di terra rossa, l'acqua è torbida. Ciò che li ha colpiti maggiormente, nei villaggi visitati, è lo spropositato numero di bambini, mentre la parte più povera di Mamoudzou ha richiamato loro le favelas brasiliane: povere case in lamiera, e tanta miseria.

Molto più emozionante è stato invece assistere ad una tradizionale cerimonia di matrimonio a Petite Terre. Tutto il paese, in un'atmosfera festosa, sembrava partecipare all'evento: abiti di colori sgargianti, musica, cibo, doni.








Come abbiamo già detto martedì 11 settembre riceviamo il pezzo di ricambio e ripristiniamo il corretto funzionamento di invertitore e scambiatore. Possiamo finalmente pensare di ripartire.
Oggi giovedì 13, di buon mattino, iniziamo le pratiche di uscita. Per fortuna la procedura non ha più segreti per noi.

Compiliamo il modulo (che ci eravamo già procurati al piccolo Yacht Club di Dzaoudzi), ci rechiamo tutti e 5 all'aeroporto, chiamata col telefono nero all'Immigrazione, che appone timbro e firma. Decidiamo di evitare il passaggio dall'ufficio della Dogana, visto che non siamo sicuri che abbiano registrato il nostro ingresso. Rientriamo in barca, salpiamo e ci spostiamo ad una boa dello Yacht Club di Mamoudzou, dove il manager/harbour master Fred apporrà il suo timbro sulla clearance di uscita.
Ora è pomeriggio, potremmo dire di essere pronti a partire domani se non fosse che il nostro terzo frigo ha deciso di non funzionare, probabilmente a causa di un difetto di ventilazione. La dinette si è trasformata in un'officina, ma confidiamo di riuscire a mettere tutto a posto, compreso il frigo, entro sera.
La finestra meteo pare buona. Domani venerdì 14 riprenderemo il mare verso sud, sperando, questa volta, di riuscire a raggiungere il Sudafrica...