lunedì 5 marzo 2018

LANGKAWI ADDIO MALESIA

Come detto il 22 febbraio siamo partiti lasciando un pezzetto di cuore a Pangkor, ma questa è la vita dei marinai: oggi qua, domani là, ed è tempo di riprendere il nostro viaggio.
Dopo poche miglia, alle 18.00, ancoriamo a Pulau Talang. Lo scorso anno, proprio qui, abbiamo toccato col timone uno scoglio, da cui questa volta ci teniamo a debita distanza... (5°24.458'N 100°20.487'E, 9 metri di acqua su fondale di sabbia-fango). A parte lo scoglio, si ripete lo stesso copione: arriva un temporale con pioggia e raffiche a 20-25 nodi che mette alla prova la nostra linea di ancoraggio, ma la tenuta è perfetta e dopo un'ora tutto si placa.
Con il buio inizia l'attività dei pescatori; già all'imbrunire vediamo centinaia di barche, di tutte le dimensioni, lasciare la costa e dirigersi al largo. La loro massiccia presenza fa sì che navigare di notte in queste acque (peraltro basse, con fondali tra i 6 e i 10 metri) sia davvero sconsigliabile: troppo alto il rischio di prendere una rete con la chiglia o peggio ancora con l'elica.
Ne abbiamo avuto prova pur essendo fermi all'ancora, nella piccola baia che si affaccia sul canale tra l'isoletta di Talang e la terraferma. Noi siamo ridossati all'isola, lasciamo il canale completamente libero, Lilli è già andata a dormire ed io sono seduto in pozzetto, a gustarmi il mio toscano. Ad un tratto nel buio vedo avanzare lentamente verso Refola un gruppo di 3 luci lampeggianti, bianca-verde-rossa, proveniente da sud. Inizialmente penso che qualche pescatore, incuriosito dalla nostra presenza, si voglia avvicinare, e aspetto che cambi direzione... invece l'accostamento continua imperterrito. "Se fosse un malintenzionato non si muoverebbe con le luci accese", penso. Ad ogni buon conto mi preparo per accoglierlo con una torcia potente e aspetto acquattato in pozzetto, fino a quando le luci si fermano davanti alla prua della barca. A questo punto percorro velocemente il passavanti, accendo la torcia pronto a chiedere minaccioso "Ehi, che ci fai lì?", ma mi accorgo che si tratta di un'asta galleggiante, con le 3 luci lampeggianti! La prendo in mano e vedo che è legata ad una lunga serie di boe. "Una rete alla deriva che ha perso il suo pescatore", penso. La faccio scorrere lungo la fiancata di Refola, dalla parte del canale, e la vedo procedere verso nord con il suo seguito di boe. Credo che sia tutto finito, come pure il mio sigaro, e mi accingo a lasciare il pozzetto per andare a dormire, quando vedo avvicinarsi un peschereccio, non proprio piccolo, cabinato sui 15 metri. Di colpo tutto mi è tutto chiaro: l'asta lampeggiante era la capofila di una grande rete che il peschereccio lascia trasportare dalla corrente e segue lentamente, tenendone la parte terminale. Refola ancorata si è trovata nel percorso ed i due pescatori faticano non poco per evitare che la rete avvolgesse la catena e la barca stessa. Ma ci riescono e si allontanano, dopo avermi rivolto un incomprensibile saluto. Posso andare finalmente a dormire!
La breve tappa all'isola di Talang ci permette il giorno successivo di raggiungere prima del buio l'estremità NE di Penang. Navighiamo il canale ad est dell'isola, passando sotto due grandi ponti che la collegano alla terraferma; la luce libera è 25 metri, la nostra barca ne occupa 20, però il passaggio fa sempre una certa impressione.
Ancoriamo davanti alla città di Georgetown nell'area segnalata dalle croci di Sant'Andrea, a sud del porto dei traghetti (5°24.458'N 100°20.487'E, fondale fangoso di 9 metri).
Un altro temporale serale rinfresca l'aria, mentre per tutta la serata fuochi d'artificio e botti in città fanno pensare a qualche festa, o al prosieguo del capodanno cinese.
All'alba riprendiamo la navigazione, dopo aver impiegato una buona mezz'ora a lavare la catena intrisa di fango. Questa volta il vento sui 10 - 14 nodi da NE ci assiste per tutto il percorso, 63 miglia fino a Langkawi. È un piacere assaporare un po' di vela dopo tante ore a motore; alle 16.45 entriamo nel Royal Yacht Club.
Oltre al completamento della cambusa, abbiamo ancora qualche lavoretto da fare: in primis il nostro terzo frigorifero, che ha smesso di funzionare subito dopo la partenza. Il tecnico di Pangkor che vi era intervenuto già l'anno scorso, sostituendo la piastra del vaporizzatore (fatta arrivare appositamente dall'Italia), aveva quest'anno completato il lavoro rifacendo l'isolamento dei tubi che avevano una eccessiva condensa. Sembrava tutto a posto, ma dopo essere partiti da Pangkor, la piastra ha smesso di ghiacciare.
Il tecnico che chiamiamo al Royal Yacht Club di Langkawi dà l'impressione di essere più esperto e sentenzia: "Qui non circola il gas, probabilmente a causa di un'otturazione". Effettivamente, dopo un paio di interventi, riesce ad eliminare il blocco e a rendere il frigo di nuovo funzionante. Speriamo che duri!
Un altro lavoro in programma è la preparazione di due tubi per lanciare i razzi di segnalazione (ne occorrono due perché i razzi a paracadute sono di misure differenti), da poter dirigere in caso di necessità anche ad altezza d'uomo.
Questo stratagemma di autodifesa è stato suggerito all'amico Tonino del Magic da un comandante di navi conosciuto a Sri Lanka lo scorso anno. Tonino si preparava ad affrontare la navigazione verso il Mar Rosso e l'esperto comandante gli ha consigliato: "Lanciare i razzi in orizzontale è un buon deterrente per eventuali incontri indesiderati". Anche se il Mar Rosso noi lo evitiamo, ho pensato che il dispositivo potrebbe venire utile anche a noi. Lilli, che non può vedere qualcosa che assomiglia ad un'arma nemmeno in fotografia, non nasconde le sue perplessità...
La lista continua con la sostituzione di due rivetti sulla testa del tangone (tranciati), la sostituzione del filtro del gasolio del motore (che perde giri sopra i 2400), l'inverter (che va in blocco). Poi ci sono i preparativi per la traversata di 1145 miglia fino a Sri Lanka: montaggio delle life-lines, fissaggio del gommone in coperta, lavaggio della sentina, rifornimento di gasolio.
Abbiamo da divertirci e coordinarci con i giri per la cambusa ed evitare di stare al sole nelle ore più calde.
Da Stanley, un simpatico cinese conosciuto lo scorso anno, noleggiamo un catorcio di auto per 40 RM al giorno (circa 8 €), che può fermarsi in ogni momento, ma ha l'aria condizionata che funziona.
Il capitolo cambusa è importante, come sempre, ma questa volta dobbiamo pensare ad un approvvigionamento stagionale, almeno per alcuni prodotti come alcolici e birra che qui a Langkawi possiamo comprare Duty Free.
Compriamo frutta e verdura al mercato, in quantità che possa durare circa un mese; al supermercato alcuni prodotti indispensabili per i nostri menù: 12 litri di olio d'oliva extravergine, 30 scatole di pelati, 30 kg. di pasta, 6 kg. di riso, fagioli in scatola, fagioli e lenticchie secchi, tonno in scatola e formaggi vari di origine australiana, solo per indicare le voci più consistenti.
Per la carne abbiamo testato lo scorso anno un negozio "Sailors" gestito da una coppia sudafricana, che lavora la carne importata dal Sudafrica e la congela in piccole confezioni sotto vuoto: abbiamo fatto scorta di bistecche, macinato, hamburger, salsicce, pollo, tanto da riempire il nostro capiente freezer.
Dulcis in fundo, abbiamo scoperto lo scorso anno un negozio cinese, vicino all'aeroporto, che vende gli alcolici senza i limiti imposti dalla dogana e senza registrare alcunché. La nostra scorta stagionale comprende 120 bottiglie di vino, la maggior parte importato dall'Italia, 432 lattine di birra, 8 litri di gin, 5 litri tra brandy, rum, Pernaud.
Per fortuna Refola ha grandi spazi e riusciamo a stivare il tutto.
Da diversi giorni sto monitorando il meteo, per verificare che il monsone di NE spiri regolare e ci consenta di arrivare in Sri Lanka senza sorprese. Generalmente in marzo inizia ad indebolirsi e comparire a volte un debole SW. Le previsioni danno per i primi di marzo vento debole, sui 5-8 nodi, con qualche punta a 10; solo dopo il 7 il monsone di NE rinforza sui 15 nodi. Sono un po' indeciso: non mi sorride l'idea di andare a motore per miglia e miglia, ma neanche quella di rimandare la partenza di almeno 4-5 giorni. Alla fine, visto che tranne l'inverter (che non sono riuscito a riparare) tutti gli altri lavori sono completati, sciolgo la riserva e decido: prenderemo il largo venerdì 2 marzo ed avanzeremo piano piano ... forse la fortuna ci aiuterà con qualche "refolo" inaspettato!