venerdì 28 ottobre 2016

STRETTO DI SINGAPORE – PUTERI HARBOUR MALESIA

Sabato 22 ottobre, alle 7.40, salpiamo da Combol.
Davanti a noi una navigazione caratterizzata principalmente da due elementi: l'intenso traffico di navi e il gioco di correnti che si sviluppa nello stretto di Singapore, che noi dovremo "solo" attraversare.
Per quanto riguarda il traffico navale, che qui è regolato con schemi di separazione del traffico e strettamente controllato da stazioni di terra, ci affidiamo al fedele AIS, che calcola per noi i tempi e la distanza di ogni incrocio.
Più complesso è invece capire come variano direzione e forza delle correnti e quindi per prepararci  passiamo ore a studiare e a fare ricerche. In conclusione sembra appurato che:
- come già sperimentato in Indonesia, in generale con il flusso (marea crescente) la corrente si dirige a nord, mentre con il riflusso (marea calante) si dirige a sud;
- l'intensità della corrente è determinata da diversi fattori, primo fra tutti la variazione di altezza della marea, tanto è vero che con luna piena e con luna nuova le correnti sono più forti;
- nei passaggi più stretti le correnti si intensificano;
- nei canali disposti est-ovest le correnti hanno un comportamento variabile.
Nello stretto di Singapore, in particolare, le correnti possono raggiungere i 5 nodi in direzione est oppure ovest; su internet abbiamo trovato un sito dell'Università di Singapore (http://www.porl.nus.edu.sg/sea4cast/login.jsp), cui ci si può iscrivere gratuitamente ed ottenere informazioni e previsioni sui flussi di corrente nell'area.
Per la tappa del 22 ottobre, il nostro studio ci dice che avremo corrente a favore per tutto il percorso, ma a guastarci la festa, subito dopo la partenza, arriva un temporale proprio da NW (la nostra direzione) con vento a 25-30 nodi, che velocemente alza una ripida onda: a fatica superiamo i 3 nodi di velocità.
Ripariamo a SW dell'isola di Bakau, in attesa che passi il groppo. Dopo circa un'ora il vento cala sui 15 nodi ed il mare diventa più maneggevole; riprendiamo la navigazione, superiamo le ultime isolette e secche indonesiane, e accostiamo a dritta per attraversare il traffico navale in corrispondenza dell'incrocio tra l'estremità sud dello stretto di Malacca e quella ovest dello stretto di Singapore.
Qui lo schema di separazione del traffico prevede una sorta di "rotatoria" intorno ad un'area di circa 20 miglia quadrate, di forma pentagonale e delimitata sulle punte da segnali gialli (croce di S. Andrea), destinata ad ancoraggio di emergenza. Noi dovremo quindi attraversare prima il viale di traffico in direzione est, poi la zona centrale della rotatoria, quindi il viale di traffico in direzione ovest. Attraversare l'autostrada, vista la quantità di navi che si susseguono in un'interminabile processione, sembra al confronto un gioco da ragazzi.

Fortunatamente il vento apparente, sui 10-15 nodi, si allarga a 40-50 gradi e ci consente di procedere di bolina con genoa e randa; con il motore al minimo superiamo i 7 nodi di velocità, il che è un bene per ridurre i tempi di attraversamento (le "corsie" sono larghe un miglio e mezzo).
Avvicinandoci al viale di traffico, dopo un fitto gruppo di navi, individuiamo uno "spazio vuoto" di circa 4 miglia: lo cogliamo al volo, e senza modificare rotta e velocità superiamo agevolmente la prima corsia. Nella vasta area di ancoraggio sono fermi tre rimorchiatori e una nave, e la navigazione non crea alcuna difficoltà. Al momento di affrontare la seconda corsia, notiamo subito la minore quantità di traffico, compensata però da un grande numero di navi ancorate dall'altra parte del canale e dalla presenza di un rimorchiatore che traina una grossa chiatta (e in questo caso l'AIS non calcola che dobbiamo evitare anche quella!). In ogni caso, sempre con vele spiegate e motore al minimo, attraversiamo indenni.
Proseguiamo imboccando lo stretto di Johor, che separa Singapore dalla Malesia; la parte iniziale, larga circa 5 miglia, è in gran parte occupata da navi all'ancora, tra cui moltissime petroliere, che per un buon tratto ci chiudono completamente l'orizzonte, obbligandoci ad un percorso a zig-zag.
Più oltre, la parte sinistra del canale è interessata da lavori di dragaggio fino al grande ponte che  collega i due stati. Questo ponte ha al centro una luce libera di 25 metri, ma quando vi passiamo sotto il nostro albero di maestra (20 metri) sembra quasi toccarlo.

4 miglia dopo il ponte giungiamo al nuovissimo marina di Puteri Harbour, nostra meta, non segnalato nella cartografia Navionics e C-Map, ma ben visibile nell'immagine satellitare di Bing.    
Rispetto a Vanuatu, Solomon, Papa Nuova Guinea, dove eravamo solo pochi mesi fa, ci sembra di esserci spostati nel tempo di alcuni decenni: qui tutto è ultramoderno, quasi avveniristico, dall'ingresso del marina con frangiflutti in cemento "faccia a vista", al terminal dei traghetti, agli alti edifici che si affacciano sul marina.
Tentiamo di chiamare il marina col VHF, senza ottenere risposta, ma avvicinandoci vediamo sul pontile galleggiante un addetto all'ormeggio che ci fa cenno di aspettare, e dopo pochi minuti ci assegna un posto. Pontili galleggianti di nuova generazione, con finger ampi, lunghi e robusti, elettricità e acqua (non potabile) in banchina.
Sono le 14.30 quando completiamo l'ormeggio, mangiamo velocemente qualcosa e poi andiamo tutti insieme agli uffici del marina, per registrare l'arrivo ed iniziare le pratiche di ingresso in Malesia. L'impiegato ritira i documenti della barca ed i nostri passaporti, ci fa compilare un unico semplicissimo modulo e ci prega di aspettare qualche minuto: anche se è sabato pomeriggio, ci accompagnerà con l'auto elettrica al terminal dei traghetti, dove c'è l'ufficio immigrazione. Troviamo il terminal completamente deserto, l'impiegato del marina parla con con gli addetti dell'immigrazione e in 10 minuti, lasciate le nostre impronte digitali su un dispositivo elettronico, abbiamo il timbro di ingresso in Malesia! Il tutto senza aprire bocca, senza liste di equipaggio e altre scartoffie!
Tornati in ufficio, il solerte impiegato del marina ci spiega che si occuperà lui di consegnare i documenti della barca e la clearance dell'Indonesia alla Custom e all'Harbour Master, per poi restituirci lunedì i documenti con il nuovo permesso di navigazione per la Malesia; il costo di questo servizio è di 50 RM (circa 10 €). Ancora increduli, chiediamo se dobbiamo attendere una visita a bordo della Custom; risposta: "No, Sir, this is not Indonesia!".  Mai, in quattro anni di ingressi e uscite, abbiamo visto tanta efficienza e semplicità di procedure!
Come ciliegina sulla torta, concordiamo con il marina il rifornimento di gasolio, che ci viene consegnato a bordo, in taniche, al prezzo di 3 RM/litro (circa 0,6 €/l).
Prospiciente al marina, un'area pedonale ricca di verde con molti negozi, bar, ristoranti ed hotel. Mangiamo fuori un paio di volte: 7-8 € a testa per un piatto unico sostanziosi e mezza pinta di birra.

Lunedì 24 ottobre prendiamo un taxi per andare al supermercato: circa 20 km di superstrade perfettamente tenute, in mezzo a verde curato, per arrivare ad un centro commerciale che nulla ha da invidiare ai nostri europei. Prezzi accattivanti in tutti i settori: oltre alla cambusa, compriamo magliette, pantaloni e costumi, e pranziamo in 4 con 16 €!
Ancora una volta troviamo un tassista estremamente gentile (Zahid, cell 0123444285), che non solo ci lascia il numero di telefono per chiamarlo per tornare al marina, ma ci sorprende facendoci trovare nel taxi una radio italiana (precisamente di Siracusa) che ha cercato per noi via telefono su internet! "Che trattamento, commentano Lilli e Claudia, proprio uguale a quello dei tassisti italiani verso i clienti stranieri!".
Tra una canzone italiana e l'altra, Zahid ci racconta che tutta la zona di Puteri Harbour è in forte espansione; si tratta di un grande progetto privato, che comprende edifici a scopo residenziale, uffici, alberghi e scuole, e sarà completato fra una decina di anni.
Al Puteri Marina ritroviamo sul nostro stesso pontile con la sua Cavatina, Douglas, l'inglese solitario conosciuto all'inizio di luglio ad Alotau in PNG. Ha deciso di vendere la barca ed ha un appuntamento con una coppia interessata all'acquisto; l'ultima sera lo invitiamo a cena e ci racconta che l'incontro si è concluso per ora con un nulla di fatto, ma la trattativa è ancora aperta. 
Martedì 25 ottobre, quasi malvolentieri, lasciamo Puteri Harbour, dove ci siamo velocemente abituati alle comodità, all'aria condizionata, ai ristoranti carini ed economici, il tutto spendendo 20 € al giorno, compresi i consumi di acqua ed elettricità!