Venerdì 14 ottobre lasciamo Karimun Jawa per una tappa di circa 280 miglia fino a Belitung.
Salpiamo sotto cupi nuvoloni, che vediamo trasformarsi in pioggia a poche miglia di distanza, dietro di noi. Ma non siamo risparmiati a lungo, il temporale ci raggiunge e ci supera, seguito poi da molti altri, per tutta la giornata; il cliché è il seguente: un ammasso nuvoloso di un grigio più scuro, a volte con un fronte nero, si avvicina al lasco o al traverso, il vento reale aumenta da 5-7 nodi a 15-20, e nel giro di 15-30 minuti arriva la pioggia, poi il vento inizia a calare gradualmente fino a tornare sui 5-7 nodi. Quando il vento rinforza, spegniamo il motore per riaccenderlo circa un'ora dopo.
Il secondo giorno è calma piatta, mare che sembra olio fino al mattino del terzo giorno, quando aggiriamo a NE Belitung ed abbiamo un vento apparente, di bolina larga, sui 12 nodi. Così, dopo 278 miglia, alle 10.40 di domenica 16 approdiamo in prossimità della punta NW dell'isola e caliamo l'ancora su un fondale sabbioso di circa 8 metri (2°33.246'S 107°40.616'E).
Ci sono una ventina di barche ancorate: sono parte della flottiglia del rally Sail Indonesia. Siamo sorpresi, erano mesi che non vedevamo tante barche a vela! A terra un pontile in legno ed una spiaggia animata. Le bellissime rocce in granito sulla punta nord-ovest della baia, a circa un quarto di miglio dall'ancoraggio, ci fanno sentire in una sorta di Sardegna indonesiana, di notte addirittura illuminata con fari colorati.
Questa parte dell'isola di Belitung sta sviluppando un'intensa vocazione turistica, cui contribuisce fortemente il passaggio del rally Sail Indonesia: è stato allestito un grande padiglione per ricevere i navigatori, un grande palco per musica dal vivo, ovunque bandiere e manifesti del rally. La gente del posto si mostra estremamente accogliente, in molti si avvicinano per parlare un po' e soprattutto per scattare foto e selfie insieme a noi.
Lungo la strada che costeggia la spiaggia si susseguono ristorantini e bancarelle, come ad una grande fiera; le barche sulla spiaggia fanno la spola per accompagnare i visitatori a vedere le rocce di granito.
La nostra prima esigenza è trovare il gasolio; grazie alla presenza delle barche del rally e delle guide locali messe a disposizione dall'organizzazione, riusciamo velocemente ad ottenere il rifornimento, pagando 10.000 rupie/litro (circa 0,60 €) compreso il trasporto in barca, una cifra onesta che ci era stata chiesta anche in altre località.
Per la cambusa invece, seconda priorità, in prima battuta prenotiamo per la mattina del 17 ottobre due motociclette con cui raggiungere la città di Tanung Pandang, a 30 km (costo totale 120.000 rupie per la giornata -circa 8 €); ma al momento del ritiro incontriamo Boum, una delle guide messe a disposizione dal rally, che ci consiglia di affittare invece un'auto con autista, che costa 400.000 rupie (26 €): "Potrete comprare e trasportare molta più roba e soprattutto non perderete tempo a cercare i negozi, in più se volete vi accompagno anch'io, gratuitamente". Cogliamo al volo l'occasione, anche perché, avendo già il timbro di uscita sul passaporto, siamo un po' "clandestini" e forse non è prudente andare in giro da soli, per di più alla guida di motociclette.
La scelta si rivela azzeccata: grazie a Boum andiamo velocemente nei posti di nostro interesse (il mercato per frutta e verdura, il supermercato per il resto), mentre l'autista ci attende paziente in macchina.
Inoltre Boum ci racconta un sacco di cose interessanti sull'isola: Belitung è diventata meta di turismo da parte degli indonesiani solo dal 2008, dopo il grande successo del film Laskar Pelangi (The Rainbow Troops) che qui era stato girato ed ambientato. Il film era tratto dall'omonimo libro di Andrea Hirata, nato e cresciuto per l'appunto in questa piccola isola, e parla del tormentato percorso educativo di un gruppo di ragazzi locali. Il film detiene tuttora il record di incassi in Indonesia ed il libro è stato tradotto in moltissime lingue (anche in italiano, col titolo "La scuola ai confini del mondo" - lo compreremo). L'autore, Andrea Himata, è molto amato dagli abitanti di Belitung, che gli sono riconoscenti per aver fatto conoscere ad un vasto pubblico la loro isola, aprendo le porte a fonti di sviluppo e crescita prima del tutto insperate.
Sulla via del ritorno, Boum ci porta a vedere una sorta di cantiere (in realtà una piccola area tra altissimi alberi, poco distante dal mare), dove erano al lavoro alcuni maestri d'ascia: restiamo incantati nel vederli plasmare, con un'artigianalità sapiente ormai difficile da trovare, bellissime e robuste barche da pesca e da diporto.
Dulcis in fundo, Boum ci invita alla cena di gala organizzata dal governo indonesiano per i navigatori del Sail2Indonesia, anche se non ne facciamo parte.
Una bella serata: un ricco buffet, musiche e danze locali in abiti tradizionali, poi canti e balli a cui tutti gli ospiti sono invitati a partecipare. Attilio, che si era già fatto notare al mattino per il suo canto intonato e potente, viene chiamato ad esibirsi sul palco, e letteralmente conquista la platea cantando, in un tripudio di applausi, "O sole mio" .
Al momento di lasciare la festa, restiamo ancora una volta colpiti dal calore con cui veniamo salutati dai locali: in tanti a stingerci la mano sorridendo, come fossimo vecchi amici; soprattutto tante giovani ragazze ci seguono verso la spiaggia, per dirci addio e poi farsi fotografare insieme.
Il giorno seguente, mercoledì 19 ottobre, lasciamo la bella Belitung per l'ultima nostra meta indonesiana: l'isola di Combol, a 317 miglia.
Ho scelto questa destinazione per tre motivi principali: 1) il canale che porta a Combol non è trafficato dalle navi; 2) la lunghezza della tappa ci consente di percorrere le ultime 50 miglia, dove sono più numerosi isolotti e bassi fondali, con la luce del giorno; 3) Combol è un buon punto di partenza per attraversare poi di mattina lo stretto di Singapore e arrivare alla meta successiva (il marina di Puteri in Malesia) nel pomeriggio.
Il primo giorno navighiamo con vento debole, sui 6-8 nodi, poi troviamo qualche piccolo rinforzo a 10-11 nodi, sempre al lasco: in pratica, con un vento apparente tra i 4 e 8 nodi, non abbiamo mai spento il motore.
Alle 19.30 del secondo giorno festeggiamo il passaggio dell'equatore: siamo tornati nell'emisfero nord.
Solo il terzo giorno, con il vento girato al traverso, riusciamo a risparmiare qualche litro di gasolio, grazie anche alla corrente a favore, che soprattutto nelle ultime 30 miglia ha punte sui 2 nodi.
Alle 12.30 di venerdì 21 ottobre ancoriamo 200 metri a sud dell'estremità settentrionale di Combol, su un fondale sabbioso di 18-20 metri (0°53.980'N 103°48.798'E).
Troviamo un debole segnale telefonico e di sera vediamo in lontananza il bagliore di Singapore illuminare il cielo come una grande luna dietro le nuvole.
La nostra sosta in Indonesia è ormai finita: domani ci aspetta lo stretto di Singapore, con il traffico navale più intenso al mondo, dovremo fare il conto con le correnti di marea che possono arrivare a 5 nodi .. ma questa è la prossima storia.