venerdì 21 ottobre 2016

BEWEAN - KARIMUN JAWA

Sabato 8 ottobre alle 9.40 lasciamo Bali e il marina di Benoa diretti a Bewean Island, una tappa di 130 miglia, che speriamo dia modo agli amici Attilio e Claudia di riprendere un po' di piede marino.
La partenza è un po' concitata perché abbiamo il dissalatore in panne. La sera prima avevo sostituito due spazzole del motore 24 V, un lavoraccio: smontare il motore, limare la sede del portaspazzole rovinata da una bruciatura, limare le spazzole per adattarle, rimontare ... il tutto nella sauna della sala motore! Avevo finito tardi e rimandato all'indomani il test di accensione; la mattina della partenza la bella sorpresa: non funziona né a 24 né a 220 V. Per affrontare i 14 giorni che ci separano dal prossimo marina in Malesia, carichiamo 100 litri di acqua non potabile dal rubinetto in banchina, portando il serbatoio ad 800 litri, e acquistiamo una tanica di 20 litri di acqua potabile, in modo da avere una scorta di circa 50 litri da bere.
Una volta in navigazione, sento attivarsi la pompa di scarico automatico della sentina. Strano, mi dico, l'abbiamo svuotata prima di partire! Controllo in sala motore e trovo che da un tubo dell'impianto, staccatosi a causa di una fascetta allentata, l'acqua fuoriesce come da un rubinetto aperto. Ripristino immediatamente il tutto, ma nel frattempo i 100 litri di “rinforzo” se ne sono andati in mare.
Risaliamo il canale tra Bali e Lombok un po' a motore e un po' a vela, con fasi alterne di corrente a favore e contraria, e dirigiamo la prua su Bewean, con rotta 305°. Il vento è debole e variabile, rinforza solo sotto i groppi che si susseguono con una sequenza quasi cadenzata . Lunedì 10 ottobre arriviamo a Bewean Island sotto l'ennesimo temporale, che riduce la visibilità a qualche centinaio di metri; rallentiamo per aspettare una schiarita e alle 10.50 entriamo in una bella insenatura sulla costa settentrionale dell'isola, vicino all'aeroporto. Caliamo l'ancora su un fondale sabbioso di circa 6 metri (5°43.850'S 112°40.215'E).
Intorno a noi sono ancorati alcuni grossi pescherecci, che ripartono verso sera verso il largo. A terra un piccolo villaggio, dotato comunque di una moschea che come sempre diffonde tramite altoparlante i tipici canti di richiamo alla preghiera. L'acqua è un po' torbida e non invoglia a fare il bagno, così con il dinghy andiamo al grosso villaggio vicino a circa 1 miglio, dove prendiamo il segnale telefonico e riusciamo a scaricare la posta.
Ci concediamo una giornata di relax, in cui riesco tra l'altro a riparare il dissalatore: il mancato funzionamento era sicuramente dovuto ad un problema elettrico, così preso in mano lo schema e controllato l'impianto punto dopo punto , scopro che era saltato un fusibile della scheda elettronica; una volta sostituito , tutto riprende a funzionare regolarmente. Non moriremo di sete e possiamo lavarci a volontà!
Mercoledì 12 ottobre salpiamo diretti a Karimun Jawa, a 163 miglia.
Appena allontanati dall'isola di Bewean, troviamo un venticello da est sui 12 nodi, giusto in poppa. È la condizione ideale per issare il balooner: detto fatto armiamo i tangoni, la vela va su senza intoppi, la pacchia però dura solo un'ora, poi il vento ci abbandona quasi completamente. Nella speranza che torni, rolliamo le vele e proseguiamo a motore. Speranza vana: verso sera, poco prima del tramonto, il vento già debole ci è addirittura girato in prua!
Decido quindi di svolgere le vele per ammainare il balooner: il suo recupero riesce perfettamente, ma la slitta di sgancio rimane bloccata in testa d'albero. Manco a farlo apposta proprio in quel momento sentiamo che il vento rinforza e vediamo avvicinarsi un temporale. Per la fretta di completare le manovre mi affretto a rollare il genoa, ma provoco un bel guaio: a causa della drizza del balooner bloccata, si strappa il testimone che mi avrebbe permesso di salire in testa d'albero per sbloccarla. Risultato: abbiamo a riva tutto il genoa e non possiamo né ridurlo né ammainarlo! Potremmo tentare di ammucchiarlo intorno allo strallo, ma non c'è più tempo,  il vento è già a 20 nodi e sta aumentando velocemente, in pochi minuti si stabilizza a 30 nodi con raffiche a 35. Procediamo tenendolo al traverso con la vela lascata oltre misura, per non sollecitare eccessivamente l'attrezzatura, e aspettiamo che passi  il groppo. Il vento viene da ovest e noi filiamo veloci verso NNE, 90° fuori rotta.
Solo dopo tre lunghissime ore finalmente il vento scende a 5-6 nodi: per ridurre ulteriormente l'apparente, orientiamo la barca in modo da prenderlo in poppa, e iniziamo le manovre per  arrotolare manualmente il genoa intorno allo strallo. La cosa non è semplice, viste le dimensioni.
Ormai è buio pesto, Attilio ed io indossiamo i giubbetti di sicurezza, ci assicuriamo alla safe-line, mentre Lilli e Claudia seguono trepidanti le manovre dal pozzetto, silenziose. La nostra tenacia (anche grazie alla forza titanica di Attilio) viene alla fine premiata: dopo circa mezz'ora il genova è tutto avvolto e impacchettato come un salame. Possiamo riprendere la nostra rotta!
Senza altri intoppi né temporali né vento venerdì 14 ottobre arriviamo a Karimun Jawa.
In fase di avvicinamento, sentiamo sul canale 16 del VHF che per le ore 13 sono previste esercitazioni militari su un'isoletta 5 miglia ad est di Karimun (zona militare segnata sulla cartografia elettronica) e che  bisogna tenersi distanti dall'area almeno 15 miglia. Il nostro ancoraggio si trova a circa 10 miglia, sul lato SW, ma quando provenendo da sud affrontiamo il canale tra Karimun e Barat vediamo una bella cittadina con tanto di porto. Probabilmente l'avviso di tenersi a 15 miglia non vale su questo lato dell'isola.
Percorriamo tutto il canale, facendo attenzione ad alcuni bassi fondali inferiori ai 2 metri, non segnalati e poco visibili, e alle 13.30 ancoriamo circa 300 metri a nord del molo delle navi, su un fondale sabbioso di circa 17 metri (5°52.619'S 110°25.691'E).

Ci sono ancorate altre due barche a vela; una di queste, “Sentinel”, è una barca australiana che fa parte del rally Sail2Indonesia ed è in ritardo sulla tabella di marcia perché ha dovuto aspettare prima dei pezzi di ricambio, ed ora invece  … delle casse di birra che ha ordinato nell'attesa! In  pratica è ferma qui da tre settimane.
Noi al contrario non abbiamo tempo da perdere, e ci dedichiamo immediatamente alla riparazione dello strallo di prua: dopo aver svolto il genoa, la slitta di sblocco scende agevolmente e recuperiamo la drizza, ammainiamo il genoa e sostituiamo i 2 perni storti, rimontiamo la drizza di rispetto e rimontiamo il genoa. In un'ora tutto è di nuovo a posto e funzionante.
Gli australiani di Sentinel ci hanno raccontato che a terra c'è un piccolo supermercato con pochi prodotti che arrivano con la nave, nonché alcuni ristoranti dove si mangia bene e si spende poco; ma noi siamo di corsa, e l'indomani ripartiremo per Belitung.