domenica 16 ottobre 2016

BALI la mi(s)tica

Giunti al Bali Marina di Benoa il pomeriggio di venerdì 30 settembre, abbiamo qualche giorno a disposizione per orientarci, compiere le formalità di arrivo e preparare Refola per gli amici Claudia e Attilio, che ci raggiungono martedì 4 ottobre dopo aver passato un mese di vacanza in Australia. Sono a Bali anche Giorgio e Cristina del Waki, che hanno volato qui da Lombok per chiedere l'estensione del visto turistico in Indonesia.
La nostra sosta a Bali purtroppo sarà breve, perché davanti a noi abbiamo ormai solo quattro settimane per raggiungere la Malesia, dove lasceremo la barca e prenderemo, il 6 novembre, l'aereo che ci riporterà a casa. Pochi giorni quindi per visitare l'isola e rifornire adeguatamente la cambusa e il serbatoio del gasolio. Per ottimizzare i tempi noleggiamo una macchina con autista, in modo da avere una guida ed evitare di perderci nel congestionato traffico balinese. Il nostro autista è il giovane Caium, che si dimostra subito estremamente gentile e disponibile.
Lunedì 3 ottobre cominciamo con l'Harbour Master, che registra il nostro arrivo. Ci rechiamo poi all'ufficio Immigrazione di Denpasar: il nostro visto scade il 17 ottobre e vorremmo estenderlo in anticipo per non pagare la sanzione; la solerte impiegata ci spiega che sì, possiamo farlo, ma l'estensione non sarà pronta prima dell'11 ottobre. È troppo tardi per noi, quindi dopo molti ripensamenti decidiamo che lasceremo Bali registrando l'uscita dall'Indonesia (check-out originariamente programmato a Batam), anche se questo significherà che le nostre successive soste in acque indonesiane saranno "clandestine". Pranziamo velocemente su Refola insieme a Caium (sempre sorridente e paziente)  e dedichiamo il resto della giornata alla cambusa, con una prima visita al Carrefour, e alla ricerca del gasolio, che in Indonesia è sempre impresa non facile (vedi note tecniche). La sera, sempre accompagnati da Caium, ceniamo con Giorgio e Cristina in un simpatico "warung" (ristorante economico) sulla spiaggia di Jimbaran. Con Giorgio non ci vedevamo da aprile, in Nuova Zelanda, e pur essendoci sempre sentiti via radio, le cose da raccontarci sono mille.
L'indomani 4 ottobre andiamo all'aeroporto a prendere Claudia e Attilio: hanno alle spalle una notte di viaggio e tre avventurosi giorni in un parco australiano, così dedichiamo il pomeriggio al riposo.
Mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre, sempre affidati alla cura (e alla guida) del nostro Caium, ci lanciamo alla scoperta di Bali. Un po' di corsa, visitiamo in due giorni:
le sorgenti sacre di Tampaksiring, dove gli induisti si immergono per purificare lo spirito;


il vulcano Gunun Batur con il suo lago
il più grande e importante tempio di Bali, Pura Besakih


le risaie di Jatiluwih, le cui tradizionali modalità di coltivazione sono state dichiarate dall'Unesco patrimonio dell'umanità (per preservarle il governo assegna un contributo ai giovani che restano nelle campagne a fare i contadini)
il tempio a picco sul mare Pura Luhur Ulu Watu, dove al tramonto assistiamo ad uno spettacolo di danza Kecak
Nel corso del giro il nostro Caium ci propone una sosta per degustare il caffè balinese: assaggiamo numerosi diversi aromi tra cui il caffè più costoso al mondo, prodotto con le bacche ingerite, parzialmente digerite e defecate (!!!) da animali simili alle manguste, gli zibetti. Un po' schizzinosi, noi abbiamo trovato il sistema poco gradevole, ma nel mercato americano e giapponese il Kopi Luwak va per la maggiore. Contenti loro ...
Un'altra esperienza simpatica e originale è la cena del "dopo teatro" organizzata da Giorgio e Cristina. Dopo lo spettacolo di danza chiediamo a Caium di portarci in fretta al grande mercato del pesce sulla spiaggia di Jimbaran, aperto tutto il giorno fin verso le 20; al volo, sui banchi che stavano chiudendo, riusciamo a comprare 5 kg di pesce pregiato al prezzo di 200.000 rupie (circa 13 €), che poi ci facciamo cucinare in un vicino warung, dove lo gustiamo arrostito alla brace, accompagnato da verdure e birre.

Insomma luoghi ed immagini affascinanti, suggestive, che lasciano dentro forti emozioni. Ma ciò che ci ha maggiormente colpito è il radicamento della cultura e della religione induista, i cui segni si colgono chiaramente (e quasi meglio, rispetto ai siti famosi e densamente frequentati dai turisti) nei più piccoli e sperduti villaggi dell'interno. Tutte le strade ornate con decorazioni in bambù propiziatorie della fertilità, tutte le case dotate di piccoli -più o meno umili- templi. La parola  balinese per "tempio" è  "Pura", che in sanscrito letteralmente significa "spazio circondato da mura". Caium ci ha spiegato e mostrato che ogni villaggio ha almeno tre templi, uno dedicato ai fondatori della comunità, un secondo dedicato agli spiriti che proteggono la comunità ed infine uno per i morti. Altrettanto, ogni casa deve avere un tempio per la preghiera, uno per le cerimonie ed uno per i defunti. La religiosità di molti balinesi, nonostante lo sviluppo inarrestabile del turismo, resta nettamente percepibile ed anche il nostro Caium, con la sua squisita pazienza, calma e gentilezza, la rappresenta pienamente.
Nel complesso Bali ci è piaciuta molto, e la nostra sosta, come spesso accade, è stata troppo breve.

NOTE PRATICHE PER I NAVIGATORI
BALI MARINA DI BENOA, 8°44.470'S 115°12.802'E, VHF canale 11: si trova nella parte NE della piccola isola Benoa, che ospita il traffico mercantile e peschereccio di Denspasar, si raggiunge percorrendo un ampio canale, ben segnalato da beacon rossi e verdi, con un notevole traffico di navi, pescherecci e imbarcazioni per turisti.
È costituito da un unico pontile galleggiante, un po' sgangherato, a forma di L, dove trovano posto circa una ventina di barche, ormeggiate all'inglese sul lato esterno del pontile e in andana con i finger all'interno. Attenzione: abbiamo visto grossi topi circolare liberamente e camminare sulle cime di ormeggio.
Acqua (non potabile) ed elettricità sono a pagamento con il contatore, circa 30 € notte il posto barca per un 16 metri. Il personale è gentile e disponibile e la bella struttura a terra ospita anche un ristorante bar aperto fino alle 16.
In alternativa al marina di  Benoa, c'è un campo boe a Sarangan Harbour, davanti al Royal Bali Yacht Club, circa 2 M a NE, raggiungibile dal mare tramite un altro canale in posizione 8°43.310'S 115°15.110'E.
FORMALITÀ DI INGRESSO/USCITA: Harbour Master, Custom, Quarantena, Immigrazione, sono raggiungibili a piedi dal Marina, tutti sulla strada che costeggia il porto. L'estensione del visto va richiesta all'Ufficio Immigrazione di Denpasar, il capoluogo di Bali, che si trova a circa 5 km.: la pratica richiede 6 giorni lavorativi ed è necessario dotarsi di una nuova "sponsor letter" da parte di un agente.
CARBURANTE: tramite il marina si può richiedere il rifornimento con una barca-autobotte al prezzo di 10.000 rupie/litro (quantitativo minimo 500 litri); in alternativa, pagando al marina una tassa di 500 rupie/litro, si può acquistare autonomamente al distributore con le taniche. Qui, diversamente da altri luoghi, non si può acquistare il gasolio ("solar") riservato ai locali, a 5150 rupie/litro, ma solo il "Dex solar", prodotto identico dedicato al mercato industriale, il cui prezzo  varia nei diversi distributori: noi lo abbiamo pagato 6600 rupie /litro.