11°07.708'S 152°42.345'E
Dopo due giorni passati nella tranquilla baia di Nimoa, riprendiamo la navigazione per una breve tappa di 24 miglia, all'interno di questa grande laguna. Il vento è costante sui 18-20 nodi: con il vento in poppa e senza onda alle 13.05 arriviamo nella baia di Gigila Island, dove caliamo l'ancora su un fondo di sabbia e coralli di 13-15 metri (11°10.133'S 152°55.943'E).
L'ancoraggio non è tranquillo come il precedente, la baia è aperta a NE e le raffiche del vento da ESE entrano aggirando l'isola portando un po' di onda; durante il brandeggio si sente la catena passare sopra qualche corallo.
Al mattino, prima di arrivare, abbiamo pescato bel wahoo sui 6-7 kg. Decidiamo, con grande felicità di Lilli, di farne dono ai locali. Scendiamo a terra con il dinghy, dove un gruppo di giovani sono intenti, come apprenderemo, a lavorare il “sebo”. Il nostro wahoo viene molto apprezzato, e noi siamo molto incuriositi dalla loro attività. Si tratta di un procedimento che avevo visto in un documentario degli Auriemma trasmesso in TV da Geo: un tronco di palma viene aperto e utilizzando bastoni appuntiti viene scavato l'interno; la fibra così ottenuta viene fatta scendere attraverso una canaletta inclinata, dove viene bagnata con acqua salata, lavorata e strizzata, poi filtrata verso un altro recipiente lungo e stretto, dove il composto decanta depositando sul fondo una specie di poltiglia che viene recuperata e conservata in vasetti. Si produce così una specie di salsa , che viene venduta anche nei mercati.
Seguiamo per un po' i lavori del sebo, che impegnano 5-6 giovani un'intera giornata per ottenere qualche chilo di salsa, poi facciamo visita al villaggio che si trova nella parte SE della baia, accompagnati da due donne, che ci raggiungeranno poi in canoa alla barca per fare un po' di scambi: un kg di zucchero e una maglietta per un po' di arance, limoni e peperoncini. Ci chiedono poi di medicare una ferita sulla mano, ci mostrano un ginocchio gonfio: lasciamo loro mezzo tubetto di pomata e qualche pastiglia per il mal di testa del marito.
Il mattino seguente salpiamo per un'altra piccola tappa di 16 miglia fino a Bagaman Island. Cielo parzialmente nuvoloso, vento costante sui 18-20 nodi, con raffiche a 25 al lasco; in breve siamo a destinazione, ancoriamo su un fondale misto sabbia e coralli sui 18 metri, che rimane profondo fino quasi alla riva dove si vedono alcuni reef affiorare (11°07.708'S 152°42.345'E).
Questo ancoraggio è più riparato del precedente di Gigila Island, aperto a NW, non c'è onda e solo qualche raffica a 10 nodi aggira l'isola e arriva nella baia.
Siamo in bassa marea e a terra vediamo la gente del piccolo villaggio, a SE della baia, intenta a raccogliere molluschi sul reef emerso.
Nel pomeriggio iniziano le visite di benvenuto, Justin ci offre dei cocchi che decliniamo ma ci chiede un pacco di riso, in cambio ci porterà un'aragosta (mai vista!); Sheni ci offre dei pomodorini in cambio di detersivo in polvere e una piccola punta da trapano per forare le conchiglie; giovani mamme con piccoli marmocchi al seguito si presentano per offrire qualcosa, che a noi non serve, ma pur di accontentarle accettiamo lo scambio.
Prima di partire dalla Nuova Zelanda avevamo fatto abbondanti scorte di articoli da regalo e cose utili per gli scambi, ma ormai siamo agli sgoccioli, ci dispiace perché con poco si potrebbe accontentare questa gente.
La sera prima della nostra prevista partenza da Bagaman Island riceviamo un invito da Sheni: vuole che l'indomani mattina alle 8 ci rechiamo a casa sua, magari con una torta (vuole fare una sorpresa alla mamma). Siamo un po' indecisi, perché questo vuol dire rinviare di un giorno la partenza, ma poi accettiamo l'invito.
Il mattino seguente non siamo puntuali, una canoa si è presentata per i soliti scambi quando stavamo per lasciare la barca; ce la caviamo in fretta con qualche amo da pesca e mezzo tubo di silicone, e via.
Quando arriviamo all'appuntamento, la mamma di Sheni è già partita per i garden con gli uomini, troviamo la sorella e la zia con tutti i marmocchi. Abbiamo con noi la torta, fatta da Luciano, ed un tappetino di spugna; le donne stanno preparando patate, banane e papaia lessate, pollo, e un ottimo the caldo.
Ci fanno sedere per terra nella stanza centrale della casa, tutta in legno, arredata unicamente con una stuoia su cui verranno appoggiati i piatti e le vivande. Da questa stanza, attraverso tre gradini in legno, si accede alle due camere da letto, mentre la cucina si trova un po' più in basso.
Così, a metà mattina, mangiamo insieme a tutti loro: i ragazzini consumano la loro parte con grande appetito e sembrano apprezzare anche la nostra torta. Probabilmente questo è per loro il pasto principale della giornata.
Sembrano molto onorati della nostra visita, ci fanno firmare un vecchio “Guest Book”, e al momento dei saluti ci chiedono se possono venire alla barca nel pomeriggio, per copiare un po' di musica sul telefono di Winny, la sorella di Sheni.
Visto che, a causa di questi “impegni sociali”, la sosta di Bagaman è stata prolungata, ne approfitto per fare un po' di pulizia alla carena di Refola, che presentava numerosi denti di cane: con 2 bombole e circa 4 ore di lavoro, l'ho riportata (quasi ) a nuovo!
Poco prima del buio, ci raggiungono Sheni e Winny, con la loro canoa, copiamo un po' di musica sulla memory card del telefono e prima di salutarci sono curiose di sapere se altre barche passeranno da queste isole, “Si, abbiamo degli amici che forse passeranno di qui”, allora Sheni si mette a scrivere la lista dei desideri : cose da vestire per adulti e bambini, lampade per illuminare e batterie, una maschera subacquea ed una vecchia chitarra per Winny.
Mentre scriveva era molto divertita di questa possibilità, “Se potete avvisare i vostri amici, sarebbe bello, altrimenti pazienza” come per scusarsi della richiesta.
Così ci salutiamo calorosamente, lasciando loro una speranza di novità.