30:08.39N 15:52.32W
Giovedì 30 alle 10.10 salpiamo con rotta 170, destinazione Isole Selvagge
a 165 M, le previsioni danno vento da NE 15-20 kn, onda 1,7 mt a 7 sec, un
bel traverso - giardinetto per la nostra direzione.
Le Isole Selvagge sono costituite da 2 gruppi di piccoli isolotti:
Selvagem Grande e Selvagem Pequena, sono un parco nazionale sotto la
giurisdizione del Portogallo, per poter sostare bisogna richiedere
apposita autorizzazione che infatti avevamo ottenuto a Porto Santo;
l'autorizzazione si può richiedere anche via mail.
Dopo le prime 3 M, fuori dalla copertura di Madeira, il vento aumenta
progressivamente fino a stabilizzarsi sui 25-30 kn ed il mare di
conseguenza diventa ripido come annunciato (periodo 7 sec) ma l'altezza
delle onde raggiunge mediamente i 3 mt, e la direzione dell'onda (E-NE)
provoca continue rollate. Riduciamo la velatura al 70% di randa e genoa,
anche per non arrivare con il buio in prossimità dell'isola, dove ci sono
secche e isolotti da evitare, ma la velocità si mantiene sui 8 kn. Alle
17.00 il sibilo del mulinello, secco e veloce, ci segnala che qualcosa di
grosso ha abboccato; Enrico va subito a stringere la frizione che si è
perfino surriscaldata dalla velocità, la canna è piegata al limite della
resistenza. Togliamo il genoa ed innestiamo la retro per fermare la barca,
dandoci il cambio al mulinello riusciamo a recuperare a fatica circa 150
mt di traina, ma ce ne saranno almeno altri 100 ancora, tutto questo
lavoro con la barca che rolla sulle onde tanto da renderci difficile
mantenere l'equilibrio … dopo mezz'ora sentiamo un ultimo strattone ed il
pesce si libera, recuperiamo l'esca, un polipetto
artificiale, ancora intatto.
Ci è rimasta la delusione e la curiosità di sapere quale pesce fosse, ma
anche la consapevolezza che abbiamo evitato una fatica immane per
eventualmente tirare a bordo la preda…
La luce della luna piena, sebbene a volte coperta da grandi nuvoloni
grigi, ci rischiara la navigazione per tutta la notte; verso le 7.00 con
le primi luci dell'alba giungiamo in prossimità dell'isola, alle 8.00
ancoriamo nella baia autorizzata, posta a S, finalmente al riparo da mare
e vento.
Nel pomeriggio facciamo visita alla guardia del parco, che ci accoglie e
ci da’ il benvenuto, con grande ospitalità; avevamo letto sul portolano
che già dal 1970 l'isola è un parco naturale per la nidificazione degli
uccelli, infatti esiste una colonia protetta e numerosa di una specie
simile al gabbiano in età adulta, "la cagarra", caratterizzata da un
piumaggio soffice in età giovane. Anche il verso di questi uccelli sembra
quasi il vociare dei bambini, verso sera il cielo si riempie degli
esemplari adulti, che svolazzano sul mare in cerca di cibo.
Nel parco è presente anche una giovane biologa, che passa in rassegna
giornalmente moltissimi esemplari, controllandone il peso e la crescita,
tutte le tane sono classificate e visitate.
In segno di omaggio abbiamo portato una bottiglia di vino buono e questo
ci ha consentito di fare una passeggiata nel parco, in assoluta libertà,
mentre la guardia era impegnata con le comunicazioni radio…
abbiamo fatto molte foto di questa isola davvero selvaggia e affascinante,
come le creature che la abitano: