43:41.42N 07:17.32E
Di fare ritorno all’ospedale di Hyeres proprio non mi va e così il giorno
dopo, mercoledì 10, riprendiamo la navigazione in 5 a bordo, verso Nizza.
Una sosta alla famosa baia d’Agay, usata come ancoraggio nella storia, a
partire dagli antichi Romani fino alla II guerra mondiale, e l’11
arriviamo a Nizza, nel vecchio porto a due passi dal centro città. Venerdì
12 il Gianca ci lascia per rientrare a casa, mentre io avendo ancora il
pensiero dell’orecchio proseguo l’indagine sulla sanità
francese recandomi al pronto soccorso di Nizza; non vi sto a raccontare i
dettagli di questo sopralluogo, ma in sintesi estrema la sanità italiana è
di gran lunga superiore.
Dopo grandi peripezie, il giorno seguente riesco ad avere un appuntamento
con un otorino privato e finalmente arriva una diagnosi: non sembra ci
siano lesioni al timpano, ma una infiammazione della membrana, bisogna
continuare la cura antibiotica ed aggiungere un altro farmaco, permane il
divieto assoluto di far entrare acqua nell’orecchio.
Facciamo ritorno alla barca un po’ sollevati, ma il pensiero di non
potermi tuffare, neanche in caso di emergenza, mi fa sentire un po’
menomato, abituato come sono a controllare sempre la posizione
dell’ancora, a verificare il tipo di fondale, a poter far fronte ai
problemi che si verificano sotto la linea di galleggiamento.
Da domani sarà Lilli a scendere in acqua per controllare il corretto
posizionamento dell’ancora, tutti gli ancoraggi saranno eseguiti con il
grippiale perché, ahimè, il tarlo della catena che si spezza è sempre
presente …
Nella foto: tipica abitazione di un metalmeccanico francese sulla baia de
l’Argent –Faux