sabato 16 agosto 2014

TONGATAPU – Nuku Alofa

 21:07.51S 175:09.73W

L’uscita notturna in mezzo ai reef di Nomuka non ci presenta difficolta’, grazie alla rotta tracciata sul plotter e al chiarore della luna, nonostante il cielo coperto di nuvole; il vento non si e’ fatto desiderare e per circa meta’ percorso abbiamo avuto anche un po’ di copertura dalle onde di SE.

Alle 12.00 di martedi’ 12 agosto ormeggiamo nel porto dei pescherecci di Nuku Alofa, calando l’ancora e portando 2 cime a terra sul frangiflutti; siamo in bassa marea, ma abbiamo ancora 2 metri di acqua sotto la chiglia, a 10 metri da riva (21°08.288’S 175°10.955W).

A terra c’e’ gia’ qualcuno che ci aspetta, un taxista (abusivo? non aveva alcuna targa ne’ scritta) ci aiuta a prendere le cime e poi ci offre la sua disponibilita’ per muoverci sull’isola, d’iniziativa avvisa del nostro arrivo dogana, ufficiali sanitari, quarantena e immigrazione, informandoci che sarebbero arrivati di li’ a poco. Anzi, lui stesso va a prelevare l’addetto dell’immigrazione che si trova in centro citta’, a circa 2 km.

Le pratiche di ingresso sono veloci e sbrigative, probabilmente perche’ il primo ingresso a Tonga l’abbiamo gia’ fatto a Neiafu; da quello che abbiamo letto, la procedura di uscita non sara’ altrettanto semplice.

Nel porto dei pescherecci le profondita’ sono adeguate per la maggior parte degli yacht, durante la bassa marea 3,5-4 metri; l’ancora tiene sul fondale di sabbia e fango, l’ormeggio con le cime a terra sul frangiflutti, ad est dell’ingresso, non e’ comodissimo, ma avendo l’accortezza di posizionarsi in corrispondenza di una delle scalette in cemento, si puo’ facilmente atterrare facendo trasbordo con il dinghy; si puo’ ancorare anche fuori, a nord del frangiflutti, ma si e’ soggetti alla risacca del traffico.

Mercoledi’ 13, dopo giorni e giorni di nuvole, finalmente torna un po’ di sole e tutto prende un colore diverso e piacevole; mentre Lilli ed io, con scarso successo, tentiamo di acquisire informazioni per il rifornimento di gasolio duty free e per le pratiche di uscita, Franco Gianni e Tiziana vanno a noleggiare un’auto (una station wagon 6 posti per 24 ore a 75 panga, circa 35 €) . 

Tongatapu e’ il gruppo principale degli arcipelaghi delle Tonga, Nuku Alofa e’ la capitale; qui risiede l’80% di tutta la popolazione tongana, c’e’ la residenza del re, un grande e molto attivo porto commerciale, una massiccia presenza di cinesi e molte attivita’ artigianali ed industriali come a Tahiti.

Nel nostro giro turistico ci colpisce la presenza di numerose chiese: solo in citta’ sono presenti 7 diverse professioni religiose cristiane, ed anche nelle piu’ piccole contrade si trovano  3 o 4 chiese a poca distanza l’una dall’altra, sempre recintate e ben curate.

Il terreno all’interno dell’isola e’ molto fertile: decine e decine di piccoli appezzamenti di terreno coltivato, sotto gli alti fusti delle palme; la costa di sud-ovest presenta un alto reef roccioso, che in bassa marea e’ completamente emerso ed offre uno spettacolo davvero suggestivo quando le grandi onde oceaniche lo colpiscono con violenza, creando incredibili “fontane naturali”.

La sera, vigilia della partenza di Gianni e Tiziana, ceniamo al ristorante “Luna Rossa”, dove conosciamo Marco, il simpatico proprietario e gestore, un milanese che da 17 anni vive qui la sua ”seconda vita”. Il locale e’ molto carino e curato, il cibo buonissimo, il menu originale e arricchito dalla capacita’ e fantasia italiana; abbiamo speso circa 32 € a testa.

Giovedi 14, in una mattinata tersa come non ne avevano mai viste dal loro arrivo a Nuie (grrr!!!), Gianni e Tiziana prendono il volo che li riporta in Italia, via Auckland, Melbourne e Dubai; siamo stati bene con loro, come faremo ora senza le torte della Tiziana e le battute di Gianni?

Venerdi’ 15 agosto, mentre in Italia si festeggia il Ferragosto, noi faticosamente completiamo le pratiche di uscita ed il rifornimento di gasolio duty free; un paio d’ore per  ottenere l’autorizzazione, con tutti i timbri del caso (Custom e Harbour Master), e prendere accordi con la Pacific, una delle due compagnie che fanno il rifornimento. Con un po’ di preghiere e un po’ di insistenza riusciamo ad ottenere che vengano con l’autobotte (cosa che non sarebbe possibile per forniture inferiori a 1000 litri), altrimenti avremmo dovuto travasare due bidoni da 200 litri nelle nostre tanichette da 20!!!!  Poi, l’equipaggio al completo (Lilli, Franco ed io) si presenta all’ufficio immigrazione in citta’ per avere il timbro di uscita sul passaporto e l’immancabile documento da presentare in dogana. Poi, pagare la tassa portuale (per 3 giorni abbiamo pagato 89 panga, circa 40 €), e poi finalmente, compilato l’ennesimo modulo, si ottiene la  sospirata “clearance”, cioe’ il permesso di andarsene !!!

Attenzione, se una barca decide di partire dopo le 16 o nel fine settimana, deve pagare  una tassa extra di 120 panga!

Nel pomeriggio (ovviamente prima delle 16) lasciamo il porto e ci spostiamo nell’ancoraggio piu’ frequentato dalle barche di passaggio, ad 1 miglio e mezzo in direzione nordest, ad ovest di Pangaimotu Island; qui c’e’ un noto ristorante, il Big Mama Yacht club, c’e’ un traghetto che fa piu’ volte al giorno il collegamento con il porto, abbiamo letto sul Compendium delle Isole Tonga che Big Mama fornisce assistenza anche per le pratiche doganali.

Sabato 16 vediamo sul meteo che il vento e’ scarso, cosi’ rimandiamo la partenza di un giorno e andiamo a conoscere Big Mama, una signora molto simpatica ed effettivamente un po’ in carne, che ci da’ un caloroso benvenuto; il locale e’ simpatico, arricchito dalle bandiere e dai guidoni delle barche di passaggio; la piacevole atmosfera ci induce a fermarci per pranzo al ristorante (pescespada e patatine per la modica cifra di circa 15 € a testa). Con piacere aggiungiamo il nome di Refola sulla lavagna che fa da log book.

Domani 17 agosto metteremo la prua verso le Fiji, 418 miglia da percorrere con una particolare attenzione: abbiamo un elenco di 60 tra bassi fondali e terre emerse, probabilmente conseguenti ad attivita’ vulcaniche sottomarine, che sono stati segnalati da navi o barche e NON sono riportati nella cartografia!!!! Speriamo di non avere sorprese … alla prossima vi racconteremo come è andata.

L’ormeggio nel porto dei pescherecci a Nuku Alofa

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Una delle innumerevoli chiese

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La residenza reale

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Le fontane naturali sulla costa Sud Ovest dell’isola

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Cena al ristorante “Luna Rossa”

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