venerdì 1 agosto 2014

NIUE

 19:03.27S 169:55.43W

Lunedi’ 21 luglio lasciamo Palmerston per affrontare le 400 miglia che ci separano da Niue, ben consci che la situazione meteo non sara’ favorevole. La preoccupazione piu’ grande riguarda l’arrivo a Niue, in quanto l’unica baia dove e’ possibile ormeggiare e’ completamente esposta ad ovest; il che vuol dire che se ci sono venti e onda con componente ovest non ci si puo’ fermare o, se si e’ gia’ arrivati, bisogna lasciare in tutta fretta l’ormeggio. Le previsioni ci dicono che il vento girera’ da sud ovest a sud giovedi 24, ma l’onda rimarra’ a sud ovest. D’altra parte non abbiamo grande scelta, perche’ venerdi 25 luglio ci raggiungono a Niue i nostri amici Gianni e Tiziana, e non possiamo certo mancare l’appuntamento!

Prendiamo quindi il mare e infatti, dopo le prime 10 ore a motore, il vento fresco arriva prima da nord, poi da nord ovest, sud ovest e sud; attraversiamo un’area temporalesca molto estesa e con frequenti groppi, il mare e’ agitato. Siamo molto veloci e di conseguenza, per evitare un atterraggio notturno e per aspettare che il vento giri a sud -  sud est, ci mettiamo alla cappa e per quattro ore ci facciamo sballottare come il bucato in lavatrice.

Alle 10.15 del 24 luglio arriviamo nella baia di Niue, cinque barche sono gia’ ormeggiate e questo un po’ ci rassicura. Contattiamo sul canale 16 VHF lo Yacht Club, che ci  autorizza a prendere la boa che preferiamo, a parte le due piu’ vicine al molo che devono essere lasciate libere per l’arrivo della nave dei rifornimenti; prendiamo la boa n. 4 (19°03.27’S 169°55.43’W), posizionata su un fondale irregolare di 12-14 metri, acqua limpidissima.

Contattiamo Radio Niue via VHF canale 16, che organizza per le ore 12.00 al molo l’appuntamento con la dogana.

L’atterraggio a Niue con il dinghy e’ davvero particolare: come gia’ detto la baia e’ esposta ad ovest, molto aperta; il molo e’ un dente in cemento (alto tre metri) che si prolunga nel mare per una cinquantina di metri, senza offrire alcuna protezione. C’e’ una forte risacca, nessun pontile, e la barriera corallina impedisce l’accesso diretto a terra. Come fare allora? Hanno predisposto una gru, con utilizzo selfervice! Velisti di passaggio come noi, ma anche i locali che vogliono uscire in barca, ognuno attacca il proprio natante al gancio ed aziona la gru, in piena autonomia.

Quando arriviamo al molo c’e’ bassa marea e l’onda di risacca e’ un po’ attenuata; il grosso gancio della gru viene lasciato, dall’ultimo utilizzatore, sospeso ad un metro dall’acqua, percio’ chi arriva puo’ agganciare il dinghy con una sospendita a 3 bracci, l’equipaggio scende e poi con il comando elettrico si ala il dinghy.

Sembra tutto semplice, ma bisogna tener conto che ogni 6-7 secondi arriva un’onda di un metro a complicare sia le discese che le manovre … e 50 metri sottovento c’e’ il reef dove frange la risacca! comunque dopo le prime impacciate manovre, anche noi ci prendiamo la mano e diventiamo provetti assaltatori.

Il rappresentante della dogana, con cui ci troviamo sul molo, ci porta con un pulmino agli uffici dislocati vicino all’aereoporto, a circa 4 km; le pratiche sono semplici e veloci, sia per la dogana che per l’immigrazione, con personale molto gentile e disponibile, e alla fine ci riaccompagnano al molo.

Venerdi’ 25 andiamo all’aeroporto per accogliere Gianni e Tiziana; gentilissimamente, il “Commodoro” del Niue Yacht Club (singolare personaggio che organizza escursioni per turisti), non solo ci accompagna ma attende il completamento delle nostre pratiche doganali e di immigrazione, per lasciarci infine al rent-a-car, dove prendiamo a nolo un’auto (station wagon per due giorni a 120 NZ$, circa 75 €); in pratica passa con noi un intero pomeriggio, solo per senso di ospitalita’!

L’isola di Niue e’ uno stato indipendente, che si regge grazie ad accordi economici e politici con la Nuova Zelanda. Purtroppo, nel 2004, ha subito ingentissimi danni a causa dell’uragano Heta, che ha distrutto gran parte delle abitazioni e molta vegetazione; in molti hanno abbandonato l’isola e la ricostruzione procede lentamente con aiuti internazionali e soprattutto neozelandesi. Il flusso turistico non e’ ingente, per ora, ma apprezzabile.

L’isola e’ di origine corallina, un grande corallo che nel tempo si e’ coperto di vegetazione; l’acqua piovana, abbondante, viene filtrata dagli strati corallini e arriva pulita al mare, provocandone una trasparenza davvero eccezionale.

Le coste, soprattutto nella parte ovest, sono erose dai marosi, che hanno creato grotte e piccole lagune molto belle. 

Con l’auto facciamo il giro di tutta la strada costiera ed apprezziamo con quanta cura sono allestiti i percorsi turistici, sentieri puliti e ben segnalati da cartelli indicatori che portano ai siti piu’ particolari (la mappa dell’isola con i siti si puo’ ritirare all’ufficio turistico).

A Niue c’e’ anche un importante centro di osservazione delle balene, che migrano qui nei mesi invernali; noi stessi ne abbiamo viste piu’ d’una, sono davvero enormi … arrivano a pesare 18 tonnellate, appena nati i piccoli pesano una tonnellata e bevono circa 500 litri di latte materno al giorno!

In 5 persone, all’uscita, abbiamo pagato per le pratiche doganali e tasse di immigrazione complessivi euro 118, cui si aggiungono i 31 euro per le tre notti passate alla boa.

La nostra sosta a Niue, purtroppo disturbata dal rollio, termina domenica 27 luglio: alle 18, mentre il sole ci tramonta davanti alla prua, partiamo diretti alle Isola Tonga, distanti 250 miglia.

La gru per alare il dinghy

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Lo Yacht Club di Nuie

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Pantelleria? No, Nuie, Sud Pacifico

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Le grotte e i novelli speleologi

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Gli anfratti, le baie e i loro fondali …

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E poi finalmente si mangia!!!

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